Caro Vincenzo, vorrei poter essere con voi per il quarantesimo anniversario dell’ISCOS, ma l’unica cosa che posso fare è di partecipare con il cuore, dal Brasile, a questa bellissima ricorrenza.
Caspita! Ho conosciuto l’Iscos che non aveva ancora compiuto due anni e, da allora, ho cominciato ad occuparmi di cooperazione sindacale internazionale.
È stata un’esperienza che ha segnato in modo determinante la mia vita, sia sul piano sindacale che personale.
Con l’ISCOS ho potuto cominciare a guardare il mondo “dal basso”. E questo cambio di prospettiva mi ha permesso di capire molte più cose e con molta più partecipazione diretta.
Ho collaborato, con entusiasmo, a questo nostro sogno, con la forte speranza di dare una mano per cambiare le cose nel Sud e nel Nord del mondo. In molte occasioni, ho vissuto la sensazione, di essere e di agire, insieme agli altri colleghi, in una frontiera avanzata del sindacalismo. Una volta ho sentito Manghi dire:“…un sindacato o è internazionale o non è (un sindacato)”.
(Se Bruno non riconoscesse la paternità di questa frase, non importa, la assumo io).
Altre volte, soprattutto quando sono tornato al ruolo di “sindacalista nazionale”, ho potuto e dovuto fare ricorso a questa straordinaria esperienza per ridimensionare i problemi che avevo di fronte nel quotidiano, o per riorientare le strategie delle strutture in cui operavo, in modo più coerente e incisivo.
Continuamente ho ripensato alle opportunità vissute con l’Iscos, con gratitudine per chi le ha ideate, per chi le ha facilitate e per chi le ha continuate.
Non faccio nomi, ma voi sapete a chi mi riferisco…
E quindi oggi, festeggiando i suoi quarant’anni, auguro semplicemente al nostro ISCOS di continuare ad essere lo stimolo solidale pratico e concreto per il sindacalismo internazionale e per la Cisl.
Auguri all’ISCOS e a tutti noi!
*Testimonianza inviata al Convegno dell’Iscos “Il lavoro dignitoso e la cooperazione allo sviluppo” per il 40ennale, svolto a Roma 24/11/2023