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L’evasione può essere sconfitta?

Sull’evasione sappiamo quasi tutto. Dal 2014 ogni anno il MEF pubblica un rapporto dal quale risultano minori entrate fiscali e contributive superiori ai 100 miliardi; la percentuale più alta, cosa non certo sorprendente, si ritrova nel lavoro autonomo e d’impresa: mediamente due terzi del reddito sono sottratti all’erario  (69,2% nel 2019, ultimo anno stimato nel Rapporto 2021).

Con poche eccezioni (come gli affitti di immobili) l’evasione comincia con l’Iva. Diminuire il volume d’affari è propedeutica alle evasioni sia contributive che, soprattutto, fiscali. Un approfondito studio di Nens ( I meccanismi dell’evasione dell’Iva e i provvedimenti necessari per contrastarla, febbraio 2021) ha tuttavia individuato ulteriori tattiche evasive, oltre alla sotto-fatturazione e alle “cartiere”; in particolare la diversità di aliquote esistenti nelle compra-vendite tra operatori Iva permette di ridurre l’onere fiscale. Da qui la proposta di stabilire una sola aliquota per tutti i passaggi tra operatori Iva (eccetto cioè il passaggio finale al consumatore). Naturalmente agli operatori Iva interessa soprattutto per poter far risultare un minore valore aggiunto; in tale modo risulterà diminuito il reddito da dichiarare in sede di imposta diretta.

Nel giugno 2018 Visco, sempre su Nens, elencava le seguenti proposte: 
a)   Introdurre la trasmissione obbligatoria per via telematica delle informazioni utili a fini fiscali contenute in ciascuna fattura emessa dai contribuenti Iva come precondizione per la sua successiva detrazione da parte del cliente che la riceve.
b)   Sostituire gli attuali registratori di cassa con mini terminali collegati con l’Agenzia delle Entrate, cui dovrebbero affluire i dati in tempo reale.
c)   Prevedere un analogo sistema per i lavoratori autonomi e i contribuenti non tenuti all’emissione di fattura, ma dello scontrino o ricevuta fiscale (professionisti, ristoranti, ecc.).
d)   Integrare nel sistema la raccolta per via telematica dei dati delle vendite effettuate mediante distributori automatici o attraverso la rete.
e)   Riorganizzare le aliquote Iva in modo da impedire (con un’aliquota unica), o limitare l’evasione da arbitraggio sulle aliquote.
f)   Introdurre un meccanismo generalizzato di ritenute da parte di “terzi” per le imposte sui redditi, approfittando di un meccanismo frazionato di funzionamento dell’Iva: ogni contribuente dovrebbe operare una ritenuta su ogni pagamento fatto a fornitori in corrispondenza di ogni fattura ricevuta, e detrarre  le ritenute subite dai suoi clienti.
g)   Prevedere l’accertamento automatico per i contribuenti le cui dichiarazioni non corrispondessero ai dati ottenuti dall’Amministrazione, e l’accertamento automatico induttivo per tutti i contribuenti che riducessero il mark up (margine) rispetto a quello dichiarato in precedenza.
h)   Utilizzare sistematicamente per tutti i contribuenti le informazioni sui saldi e i movimenti dei conti correnti, da tempo disponibile presso l’Agenzia delle Entrate e mai utilizzati.

Come si vede, qualcosa è stato fatto, ma siamo ancora lontani da un organico insieme di misure. Anche nell’intervento in materia fiscale della legge di bilancio si è persa l’occasione di intervenire sull’Iva. Tuttavia con il Decreto-Legge 8 ottobre 2021, n.139, in tema di sull’aumento della capienza di attività sportive e ricreative e sul trattamento dei dati personali, è stato preso un importante provvedimento che potrà essere molto utile.  Al Capo IV, Disposizioni in materia di protezione dei dati personali, si afferma infatti che “Il trattamento dei dati personali da parte di un’amministrazione pubblica è sempre consentito se necessario per l’adempimento di un compito svolto nel pubblico interesse o per l’esercizio di pubblici poteri a essa attribuiti”. Fino ad ora infatti il Garante della privacy limitava notevolmente l’attività dell’Agenzia delle Entrate, tra cui quelle sull’accertamento sintetico, il c.d. redditometro, mentre ora lo strumento potrà essere usato su scala cento volte maggiore, usando tecniche di intelligenza artificiale (IA).   

Per chiarire si consideri una persona che in un anno non effettui compravendita di immobili; pertanto sarà vera la seguente relazione: dotazioni finanziarie iniziali al 1° gennaio più i redditi conseguiti meno i  consumi effettuati uguale dotazioni finanziarie finali al 31 dicembre. I consumi sono in parte rintracciabili dall’Agenzia delle Entrate, e comunque anche la parte non rintracciabile non può essere minore di un valore minimo. Quindi la differenza nelle dotazioni finanziarie, cioè il risparmio dell’anno, più i consumi effettuati, dovrebbe coincidere col reddito dichiarato. Ovviamente la persona può sostenere di aver speso poco in consumi, ma non oltre un minimo; quindi con un margine di tolleranza il sistema può individuare i soggetti critici. Con la compravendita di immobili o altri beni patrimoniali le cose si complicano un poco, ma la logica rimane la stessa.

Metodi di machine learning possono gestire milioni di dati provenienti da tutte le fonti amministrative, statali, regionali e degli enti locali per effettuare lo screening dei contribuenti ed individuare le situazioni critiche. E tutto ciò può essere fatto senza dover chiedere il permesso al Garante della privacy.  Si tratta di un lavoro complesso che va necessariamente effettuato non su base individuale ma su quella del nucleo familiare, il che pone già dei problemi con le anagrafi degli enti locali. I programmi connessi con il Pnrr, in tema di informatizzazione e digitalizzazione della PA, dovrebbero considerare in modo specifico il problema di mettere l’Agenzia delle Entrate in grado di portare avanti il programma.

Nei buoni propositi per il 2022 del Mef, cioè nella “Relazione per orientare le azioni del governo volte a ridurre l’evasione fiscale da omessa fatturazione”, dopo aver accennato al rafforzamento dei poteri istruttori dell’Agenzia delle Entrate, si parla di effettuare sistematicamente attività di analisi del rischio basate sulla raccolta massiva e sull’elaborazione automatizzata dei dati liberamente accessibili su siti e piattaforme web nonché di quelli resi pubblici dagli utenti. La raccolta di tali dati potrebbe essere realizzata con algoritmi come il data scraping; si tratta di una tecnica che in maniera automatizzata è in grado di navigare nel web allo scopo di estrarre informazioni che possano essere incrociate con altre banche dati. 

Questa proposta, a differenza della prima, deve essere sottoposta al parere del Garante Privacy, in quanto non vengono usati solamente dati in possesso della PA, ai sensi del Decreto-Legge n. 139, ma si naviga su tutto il web. Non si può escludere che il Garante abbia qualcosa a ridire sul fatto che l’Agenzia delle Entrate faccia quello che fanno normalmente le società informatiche.

In conclusione, l’evasione in Italia è particolarmente elevata sia per via di un numero patologicamente elevato di partite Iva (sia tra le imprese che tra le professioni), sia per una tradizione culturale, che affonda nei secoli, secondo la quale si ritiene legittimo impedire che lo Stato “metta le mani nelle tasche” dei cittadini. Nei paesi scandinavi il termine imposta deriva da skat, termine che indica la partecipazione al bottino comune. In quei paesi i due reati più gravi (a parte quelli di sangue) sono l’evasione fiscale e la guida in stato di ebrezza. 

In Italia il problema è stato affrontato in modo diverso; a lungo si è seguita la strada degli studi di settore, ma questo approccio è stato spesso interpretato dall’Agenzia come un metodo di diretta determinazione dell’imponibile, e i tribunali hanno respinto questa impostazione, che in effetti tradiva l’impostazione originaria; ed alla fine si è passati agli indicatori sintetici di affidabilità (ISA) che cercano di promuovere una compliance spontanea. Anche la “lotteria degli scontrini” si è rivelata un metodo inefficiente rispetto allo scopo principale di lotta all’evasione; e anche per l’uso delle carte di credito forse è stato più efficace il Covid-19, dato che l’aumento è avvenuto nella primavera del 2020. 

La via dell’accertamento, che forse più che sintetico bisognerebbe chiamare statistico, potrebbe essere il metodo più efficace; la cosa importante è che venga attuato un sistema aggiornato che sia in grado di fotografare la reale situazione dei nuclei familiari. Pertanto deve essere migliorato la status dei dati amministrativi delle anagrafi comunali, del catasto e organizzato un perfetto sistema che possa dialogare con tutte le fonti, ovviamente dall’INPS all’ACI.  L’Agenzia delle Entrate ha ricevuto l’anno scorso un finanziamento di 900 milioni dalla UE proprio per l’uso dell’intelligenza artificiale contro l’evasione fiscale. E’ essenziale che le risorse siano utilizzate bene.

 

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