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Mercato del lavoro: dalle crisi nascono opportunità

La ciclicità della storia e degli eventi è un concetto presente in molte culture fin dall’antichità. Basta pensare al calendario Maya, basato su cicli temporali, o alla teoria della reincarnazione delle religioni orientali, dal buddismo all’induismo. In filosofia, Giambattista Vico, filosofo napoletano del Seicento, ha elaborato la teoria cosiddetta dei “Corsi e ricorsi storici”, ripresa da Nietzsche con il suo “eterno ritorno”. Contestualizzare questi ragionamenti nella cornice del mercato del lavoro può aiutarci a comprendere i motivi per cui alcune professioni sono scomparse e ad essere preparati su ciò che accade e accadrà nel mondo del lavoro.

 

Evoluzione tecnologica e professioni che scompaiono

Ogni evoluzione tecnologica ha portato le sue conseguenze sul mercato del lavoro: le grandi proteste, le riduzioni di personale, i tagli, i licenziamenti sono sempre stati un naturale accompagnamento a questi miglioramenti della tecnologia. Un esempio su tutti è sicuramente il luddismo, movimento operaio nato all’inizio del XIX secolo come reazione contro la disoccupazione conseguente alla prima rivoluzione industriale. A causa dell’evoluzione tecnologica, interi settori sono andati ciclicamente in crisi nel corso degli anni, e questo ha portato alla scomparsa di molti mestieri.

Internet, ad esempio, è passato da strumento tecnico per pochi a mezzo utilizzato da tutti nell’arco di pochissimi decenni. Come confermato da uno studio della Oxford Martin School, (Technology at work. The Future of Innovation and Employment), la sua applicazione al mondo del lavoro ha rivoluzionato certe aziende e ne ha fatte nascere altre.

L’online banking è un caso tipico che ha portato alla riduzione del personale agli sportelli bancari. Portali di prenotazione di viaggi e alberghi come Booking o Momondo hanno messo a dura prova l’esistenza delle agenzie di viaggi. È però evidente che l’evoluzione tecnologica non si può fermare: la si può (e la si deve) regolamentare, la si può prevedere, si possono creare gli strumenti per minimizzarne gli effetti, ma fermarla no.

Fa sorridere oggi pensare all’illusione dei lampionai quando speravano che protestando avrebbero impedito l’avvento dell’illuminazione pubblica delle strade. O ancora pensare agli scrivani lamentarsi della crescita del tasso di alfabetismo. Ma avendo a disposizione l’elettricità è possibile pensare di scegliere di non illuminare una strada per evitare la disoccupazione dei lampionai?

Accanto a questo, la riduzione dei costi di produzione ha portato a una “cultura dell’usa e getta”, che ha messo in crisi il mondo dell’artigianato. Perché dovrei riparare un oggetto se mi costa meno comprarlo nuovo? Questo accade sottovalutando, tra l’altro, il costo ambientale, cioè il fatto che oltre alla spesa dell’acquisto dell’oggetto nuovo, gettare e ricomprare continuamente aumenta il costo per l’ambiente, perché aumentano i rifiuti.

 

Dalle crisi nascono opportunità

La velocità con cui cambia il mondo porta alla creazione ogni giorno di nuovi mestieri e nuovi settori. Se l’informatica fino a 20 anni fa contava non più di 5 o 6 professioni, oggi sono decine e decine. Professioni come il SEO Specialist sono nate molto recentemente e probabilmente come questa ne nasceranno di nuove nei prossimi anni. È anche dalle situazioni di crisi che nascono le opportunità migliori. La scarsità di mezzi porta a trovare soluzioni a costi inferiori. Proprio per questo motivo è importante tenere a mente che dalle crisi possono nascere opportunità.

Le nuove tecnologie, ad esempio, portano da un lato un notevole risparmio alle famiglie (e questo in tempo di crisi è sicuramente un bene), ma ciò che accade è una specializzazione su nuove professioni legate al mondo dell’innovazione, professioni che fino a qualche anno fa non erano neanche state immaginate. Vi abbiamo già parlato della ricerca di FastFuture che ha contato una ventina di nuove professioni che nasceranno da qui al 2030 come il Nanomedico, il Personal brander (Assistente personale per la vita digitale) o l’Agricoltore verticale.

Potrebbe sembrare un paradosso, ma una strana tendenza sta prendendo piede negli ultimi anni. Accanto allo sviluppo delle nuove tecnologie e alla corsa senza freni verso le professioni del futuro, si sta verificando un forte ritorno ai mestieri antichi. In molte città si contano innumerevoli iniziative per la salvaguardia delle botteghe storiche di artigiani e per favorire il ricambio generazionale in queste attività che altrimenti andrebbero perdute. O ancora il caso del boom del ritorno all’agricoltura per cui molti giovani stanno aprendo cooperative e realtà imprenditoriali basate sulla coltivazione di prodotti biologici e a km 0. Questo anche grazie ad alcuni amministrazioni illuminate che hanno deciso di mettere a bando terreni agricoli inutilizzati.

Grande sviluppo sta avendo anche un nuovo tipo di artigianato legato al mondo del riciclo e del riuso dei rifiuti. Piccole aziende che recuperano copertoni di pneumatici, pezzi di computer o vecchie diapositive utilizzate per creare oggetti di arredamento o gioielli di design. Le opportunità quindi sono potenzialmente infinite. Nonostante gli andamenti, a volte, imprevedibili del mondo del lavoro, è un dato di fatto che di certe professioni non potremo mai fare a meno. È probabile che cambino i mezzi, sicuramente un saldatore di 50 anni fa usava tecniche e tecnologie diverse da quelle di oggi, ma con un’adeguata preparazione e un costante aggiornamento è possibile essere sempre spendibili sul mercato del lavoro. Serve un pizzico di elasticità ed essere pronti a mettersi in gioco. Come diceva Albert Einstein “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.  Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze”.

 

 (*) L’articolo originale è in WeCanJob.

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