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L’Italia si cambia con la Politica 2.0

Parlare di futuro, di progetto, di metodo, di “parole chiave”, di “visione”, di “cittadini attivi”, di “cocreazione”, di generazione sharing, in questo momento in Italia, con gli enormi problemi che assillano gli  italiani, è sicuramente un atto di grande coraggio morale e intellettuale rispetto all’Italia cialtrona che in questi giorni stiamo conoscendo attraverso le cronache sugli scandali di corruzione sull’Expo e sul Mose di Venezia.

Il libro di Alessandro Rimassa (che è direttore della Scuola di Comunicazione e Management di IED – Istituto Europeo di Design), che qui presentiamo, dal titolo, un poco provocatorio, “E’ facile cambiare l’Italia, se sai come farlo” (Ed. Hoelpi, Milano 2014, pagg. 152, € 14, 90), fornisce tanti spunti per chi, dal politico al “cittadino attivo”, vuole rimboccarsi le maniche per rendere meno complicato, e più trasparente, questo nostro Paese. Un Paese che da decenni soffre, è l’accusa che fa l’autore a tutta la classe dirigente italiana,  di una mancanza di “visione” (ovvero la capacità delle elité di “tratteggiare” obiettivi di lungo periodo) e quindi di creare progetti carichi di futuro.

E la “visione” per creare futuro deve creare empatia, ossia creare immedesimazione nella costruzione di futuro. E’ chiaro che questo porta, per logica, ad una creazione di una pienezza della democrazia. Ed è proprio questa “pienezza”, a cui l’autore da un nome “Politica 2.0”, fatta di “progettazione partecipata” e “cocreazione” può rendere vitale quel tessuto sociale dove si compie il destino di ciascuno di noi. 

C’è molto del “renzismo” e del “Movimento 5 Stelle”; per certi versi, sembra che su alcuni concetti, oggi in voga nel linguaggio politico, l’autore sia stato copiato.  L’autore si trova sulla stessa lunghezza d’onda di “quei” protagonisti sull’atteggiamento positivo, a volte un po’ troppo fideistico, nei confronti della “Rete”. Per Rimassa la “democrazia elettronica è il mezzo che permetterà la realizzazione di una nuova società relazionale e inclusiva, centrata sul cittadino: grazie a innovazione e tecnologia sta nascendo la human-centered-society”. Questa è una Lista dei sogni, Utopia, ingenuità o realismo? Certo alcune esperienze di “democrazia elettronica” suscitano fortissime perplessità, resta comunque un dato; per l’autore i  “media civici” non vogliono sostituire la democrazia a cui siamo abituati, ma semmai è quella di favorire con questi strumenti nuovi una maggiore partecipazione dei cittadini. E quindi creare un vero potere democratico. 

Insomma una vera “rivoluzione copernicana” per il nostro Paese. Questa “rivoluzione” è ben sintetizzata in questo “Manifesto” che riprendiamo, qui sotto, per intero: 

Manifesto del cambiamento

Metodo numero uno.
È facile cambiare l’Italia, se immaginiamo un futuro frutto di una visione chiara e inclusiva.

Metodo numero due.
È facile cambiare l’Italia, se sviluppiamo la cultura del progetto e dell’innovazione.

Metodo numero tre.
È facile cambiare l’Italia, se attiviamo meccanismi di condivisione e progettazione partecipata.

Metodo numero quattro.
È facile cambiare l’Italia, se scegliamo co-creazione e intelligenza collettiva al posto del potere del singolo.

Metodo numero cinque.
È facile cambiare l’Italia, se impariamo a ossigenare il cervello e azionare il pensiero laterale.

Metodo numero sei.
È facile cambiare l’Italia, se liberiamo l’energia dei giovani mettendoli al centro del sistema.

Metodo numero sette.
È facile cambiare l’Italia, se costruiamo una human-centered-society con lo sharing come nuovo modello socio-economico.

Metodo numero otto.
È facile cambiare l’Italia, se condividiamo che fondare una startup sia un forte gesto politico con valore sociale.

Metodo numero nove.
È facile cambiare l’Italia, se crediamo nel made in Italy come fattore di unicità del nostro Paese.

Metodo numero dieci.
È facile cambiare l’Italia, se trasformiamo lo Stato in una casa trasparente, aperta alla partecipazione attiva dei cittadini.

 

Dal  sito: http://confini.blog.rainews.it/2014/06/07/litalia-si-cambia-con-la-politica-2-0-un-libro-di-alessandro-rimassa/ 

 

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