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La magistratura che si auto-regolamenta

Caro direttore, nella magistratura sta maturando un nuovo spirito civile che può aprire una stagione di ripensamento positivo sui rapporti tra giustizia e società. E` un atteggiamento che mette alle spalle le recriminazioni e i pianti del recente passato. Giovanni Canzio, presidente della Cassazione, nella relazione di inaugurazione dell`anno giudiziario, ha espressamente indicato l`autoriforma della giustizia come linea non sostitutiva, ma integrativa rispetto agli interventi del Parlamento e del governo. Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato, nel recente discorso di insediamento, si è impegnato per una «efficiente auto-organizzazione» e per il superamento del rischio dell`autoreferenzialità.

Entrambi hanno posto, con un`autorevolezza che deriva non dal ruolo ma dalla personalità, il problema della certezza delle regole e del valore del precedente come garanzia dei diritti dei cittadini, della pubblica amministrazione e delle imprese.
Non si tratta di buone intenzioni destinate ad astratti dibattiti. Gli indirizzi proposti, infatti, stanno dando vita ad una concreta positiva riorganizzazione tanto presso la Corte di Cassazione quanto presso il Consiglio di Stato.
Ancora più interessante è quanto sta avvenendo in alcune procure della Repubblica. Un problema, che il Parlamento non è sinora riuscito a risolvere, come quello della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, è stato oggetto di precise e positive regole interne da parte dei Procuratori di Torino, Napoli e Roma.
Gli stessi Procuratori hanno emanato nuovi principi per regolare i rapporti con i mezzi di comunicazione, raccogliendo il messaggio del Procuratore generale presso la Cassazione, che ha segnalato la necessità di evitare la spettacolarizzazione dei processi penali.
Il procuratore di Roma ha disposto che gli anonimi siano trasmessi direttamente in archivio per «deflazionare le attività di indagine superflua, evitare dispendio di energie investigative ed atti inutilmente lesivi di situazioni personali».
La motivazione è forse più importante della nuova regola perché pone, con una chiarezza forse priva di precedenti, il principio della economicità delle indagini e l` esigenza di evitare sprechi di risorse.
Questi principi e questa esigenza dovrebbero costituire alcuni dei criteri guida per tutte le indagini penali.
Egualmente interessanti ed ispirate ai valori della rapidità, della correttezza e della trasparenza sono le disposizioni emanate dal Procuratore di Torino sulla riorganizzazione dell`ufficio, preventivamente discusse con l`ordine degli avvocati e con la camera penale, segno di una nuova attenzione al bilanciamento tra le esigenze organizzative e i diritti della difesa dei cittadini.
Sono solo alcuni casi, che trascurano altre importanti esperienze. Non è necessario fare l`elenco delle buone pratiche.
E` invece necessario cogliere il nuovo spirito del tempo. La vecchia magistratura, salvo rare e pregevoli eccezioni, si limitava a fare l`elenco delle cose che non andavano e a chiedere l`intervento del legislatore.
Una nuova magistratura sta scegliendo una strada nuova, cercando di fare tutto quanto è possibile senza ricorrere alla legge. Questa civile assunzione di responsabilità è frutto di una innovativa riflessione sul ruolo del giudice  come produttore di principi organizzativi, oltre che di sentenze.
Occorrerà prestare maggiore attenzione a questo fenomeno perché segna una importante svolta e può aiutare a superare gli annosi conflitti tra giustizia, cittadini e politica.

 (*) Lettera dell’ex presidente della Camera dei Deputati al Direttore de “La Stampa”

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