L’uomo è misura di tutte le cose…. È da questa comune considerazione che occorre cercare di comprendere la connotazione della città, la sua cultura data dalla sua storia, dal contesto geografico, politico e sociale in cui è inserita, dalla sua dimensione, dalle sue strutture urbanistiche e architettoniche attraverso i significati che i cittadini stessi attribuiscono ai luoghi e ai processi che vi si svolgono, e di cui loro sono quotidiani attori; alla razionalizzazione dei significati delle loro esperienze rispetto alla Città, per come si presenta con la sua organizzazione, con i suoi luoghi e se questi sono riconosciuti e vissuti come elementi di memoria e di costruzione di percorsi e di mete non episodici ma sostanziali per l’esistenza individuale e collettiva.
Si tratta di una costruzione di senso, cioè del significato che ciascuno dà alla propria esperienza inserita nel contesto complessivo della città e della società.
Si tratta allora di vedere, ascoltare e comprendere senza stereotipi Interpretativi pregiudiziali, semmai con ipotesi di lavoro relative alla classificazione e ai comportamenti delle persone, al ruolo delle loro aggregazioni sociali e politiche, al ruolo e alle offerte culturali, politiche e amministrative delle istituzioni pubbliche.
Intanto una definizione di campo. Le città. La città che conosciamo e dove viviamo, che costituisce il primo campo di osservazione, ci fa riflettere che il processo di urbanizzazione che si è verificato, e che si è verificato in tutte le città, non ha significato benessere per tutti.
Anzi, si può affermare, che ha amplificato ulteriormente le disuguaglianze. Tali diseguaglianze non vanno viste però dal solo lato economico bensì dai diversi ruoli che i diversi ‘diseguali’ svolgono nella città e come interpretano la città e se competa loro, e come, l’indicazione di mete e modi di sviluppo e di coesione.
Se poi il campo di osservazione supera i limiti – peraltro ormai indefinibili – della città e si espande nelle città metropolitane si può ipotizzare che non sia il numero dei comuni che impediscono la percezione di una cultura della città metropolitana ma la cultura dei luoghi – seppure sedimentata da millenni – che non è più connessa dalle caratteristiche della storia.
Un’ipotesi astratta ma da specificare, partendo dalla costatazione che strutture urbane e urbanistiche, istituzioni, monumenti non sono percepiti come testimonianze di una evoluzione culturale bensì come indicazioni topografiche e toponomastiche. Percezioni e individuazioni di divisioni urbane e urbanistiche che si sostituiscono alle connotazioni di ceti e classi che, caratterizzati da un individualismo accentuato, perdono coscienza del proprio ruolo e non costruiscono il senso di una cultura e di una società.
Da questo quadro sommario e impreciso si può comunque dedurre che il cittadino non percepisce la città metropolitana come un soggetto complessivo per cui nutrire fiducia o impegno alla sua nuova organizzazione e al suo buon governo come condizione per il miglioramento del proprio aleatorio benessere.
Se allora si pone lo sguardo al ruolo delle istituzioni si costata che l’intento – almeno a Roma, dove il CFR intende svolgere la propria attenzione – la costruzione di senso può essere intravista da due angolazioni diverse e complementari.
Il Piano Strategico della Città Metropolitana di Roma basa i suoi criteri di intervento e regolazione su tre assi prioritari: Innovazione, Sostenibilità, Inclusione.
Il Governo del Territorio appare come criterio e obiettivo principale per cui devono essere definiti i necessari strumenti di governance e di governo.
Il Sindaco di Roma, che è anche Sindaco della Città Metropolitana, indica come simbolo della meta per la conclusione del piano triennale, foriero di sviluppo per il futuro di Roma, lo slogan “aprire”.
Sono offerte culturali prima che amministrative. Sottolineano l’antico aforisma che il governo di una città non è solo la realizzazione di opere pubbliche. Approfondendo questi propositi programmatici sostenuti da valide azioni amministrative si possono individuare i criteri e i modi per cui una cultura della città viene definita dai cittadini come una costruzione di senso.
In questo campo di indagine, sicuramente ampio, il CFR approfondirà le sue ipotesi di lavoro anche in funzione della disponibilità di soggetti e parti sociali a collaborare per dare un contributo complementare alle politiche e agli interventi della Città Metropolitana.
*Relazione al Convegno “La cultura delle città” organizzato dal Circolo Fratelli Rosselli, Roma 04/12/2024