Prosegue la via pugliese al Programma Europeo “Youth Guarantee”, un Piano che integra le misure previste dal Governo con le esperienze regionali di successo a sostegno dell’occupazione giovanile.
Ad oggi, hanno aderito a Garanzia Giovani per la Puglia 18.929 potenziali beneficiari, di questi, in soli quattro mesi, sono stati convocati per il primo colloquio 10.901 giovani, pari al 57% degli aderenti, un giovane su due è stato quindi contattato dal relativo Centro per l’Impiego.
Sono stati profilati e hanno stipulato il relativo patto di servizio 5.738 giovani, pari al 30% degli iscritti. Un dato in linea con i numeri nazionali: secondo l’ultimo report diffuso dal Ministero del Lavoro, in Italia si sono iscritti a Garanzia Giovani oltre 300mila giovani, di questi sono stati presi in carico e profilati circa 98mila ragazzi e cioè il 32%.
Secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro e contenuti nell’ultimo report nazionale, la Puglia risulta essere la migliore regione del sud Italia per capacità di programmazione e attuazione del Programma Garanzia Giovani, dietro solo a Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, Lombardia e Marche.
Mi preme segnalare, inoltre, che la scorsa settimana il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, nell’ambito del programma Garanzia Giovani, ha pubblicato 11 bandi per la selezione di 5.504 volontari da impiegare in progetti di Servizio Civile Nazionale in 11 regioni italiane, tra cui la Puglia. La Regione Puglia ha individuato il Servizio Civile Nazionale tra le azioni del Piano Garanzia Giovani Puglia, con una dotazione di 7 milioni di Euro. Questo consentirà l’attivazione di 122 progetti di Servizio Civile Nazionale in Puglia, per un totale di 554 volontari. I progetti avranno una durata complessiva di 12 mesi e prevedono almeno 30 ore settimanali di impegno articolati su 5 o 6 giornate. Ai volontari verrà corrisposta un’indennità mensile di 433,80 Euro, che verrà erogata dal Dipartimento per la Gioventù e il Servizio Civile Nazionale.
I numeri della Puglia sono impressionanti. Nonostante il ritardo con cui – a livello nazionale – sono stati individuati i requisiti dei potenziali beneficiari, e nonostante il programma Garanzia Giovani vada a gravare ulteriormente su un sistema, quello dei servizi pubblici per l’impiego, già in difficoltà, con organici ed investimenti del tutto inadeguati per realizzare gli standard di servizio che sono chiamati a rendere, i Centri per l’Impiego della Puglia hanno smentito le tante previsioni negative, garantendo standard vicini a quelli previsti dal Governo nazionale, al punto che Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha più volte citato la Regione Puglia come esempio di buona gestione delle attività di presa in carico e profilazione dei ragazzi.
In tutta Italia, Garanzia Giovani è stata accolta con scetticismo dagli stessi ragazzi a cui il programma è rivolto perché sviluppare un pacchetto di interventi che vuole favorire l’orientamento e l’inserimento in un mercato del lavoro dove l’offerta di lavoro non aumenta, è un controsenso. Per queste ragioni, abbiamo “personalizzato” Garanzia Giovani in Puglia, investendo in una piccola rivoluzione che vuole la collaborazione tra soggetti pubblici, come i Centri per l’Impiego che stanno svolgendo un lavoro straordinario, e soggetti privati e pubblici raccolti in alcune Associazioni Temporanee.
Grazie a questa interazione, il ragazzo beneficiario di Garanzia Giovani potrà scegliere a quale ATS rivolgersi e attivare una delle misure concordate con il CPI, sulla base della profilazione sviluppata. Tramite un’unica porta si accede, quindi, ad un ventaglio di opportunità. La piccola rivoluzione si completa con il pagamento a saldo dell’ente di formazione e solo a successo ottenuto, cioè ad assunzione del giovane, perché la buona formazione porta buona occupazione. Contestualmente, si cerca di aumentare l’offerta di lavoro attraverso altre politiche e misure, come ad esempio i cantieri di cittadinanza.
I termini per la presentazione delle istanze per candidarsi all’Avviso Multimisura sono scaduti l’11 Novembre. Sono attualmente in corso le valutazioni degli 11 progetti pervenuti che si concluderanno entro la fine del mese. Successivamente, i giovani destinatari delle azioni, potranno concordare presso il CPI le misure attivabili e, dopo la sottoscrizione del Patto di servizio, scegliere liberamente l’ATS che li prenderà in carico e li seguirà nel percorso concordato. Le ATS, nell’esercizio dell’erogazione dei servizi, opereranno in stretto raccordo con i vari Centri per l’Impiego.
Mi piace concludere questa sintetica valutazione sull’avvio di Garanzia Giovani con il recente commento del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola: “In un contesto drammatico di recessione e crisi, noi proviamo a sperimentare politiche che possano sempre di più mettere in relazione la domanda e l’offerta di lavoro. È un programma che vede la Puglia rispondere con livelli di efficienza particolarmente importanti. Proviamo a sperimentare politiche che consentano alla domanda di lavoro, cioè ai giovani, di qualificarsi, di poter agganciare quelle richieste, anche specialistiche, che vengono dal mercato del lavoro”.
Potevamo cavarcela dicendo che si tratta di misure che non affrontano alla radice l’asfissia e la gracilità del mercato del lavoro, ma mentre continuiamo a denunciare l’assenza di politiche attive per il lavoro e la vaghezza delle politiche industriali del nostro Paese, cerchiamo di fare per bene i compiti a casa. Queste misure sono un po’ l’evoluzione della vecchia e cara formazione professionale. Anche qui, per fare il paragone tra il 2004 e il 2014, bisognerebbe rifarsi alle cronache giudiziarie del tempo per ricordare che cosa era e che cosa è oggi la formazione in Puglia.
Oggi abbiamo diverse migliaia di ragazzi che abbiamo preso in carico e speriamo che questa esperienza sia propedeutica a piantare semi buoni di lavoro buono. È incomprensibile la testardaggine dell’establishment italiano rispetto a questo problema elementare: non si va da nessuna parte se non si dà qualità al lavoro, se non si forma il lavoratore e la lavoratrice, se non li si inserisce in un circuito di formazione permanente. Se il sistema economico non punta sulla qualità del lavoro e sull’innovazione dei processi produttivi, noi difficilmente potremmo uscire da una condizione di degrado e di declino”.
(*)Assessore all’Istruzione, lavoro e formazione professionale della Regione Puglia