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Le relazioni bilaterali per lo sviluppo qualitativo dei servizi.

1. Il IV Rapporto  dell’Osservatorio Domina sul lavoro domestico, presentato a gennaio scorso, dopo la trattazione degli andamenti occupazionali del settore, si è opportunamente soffermato sul lavoro non dichiarato, valutandone gli effetti sul piano della tutela dei lavoratori e del generale sistema fiscale e previdenziale e formulando come proposta principale l’assegno universale per la non autosufficienza. (1)

2. Dopo la fase pandemica, che aveva contratto notevolmente il numero di lavoratrici e lavoratori, si è avviata la tendenza  ad un’occupazione più ordinaria  nel settore dei servizi domiciliari con gli incrementi differenziati dal 2019-2021  tra uomini  (+48,3%) e donne (+7,4%), badanti (9.5%) e colf (+14,4%), Italiani  (+12,4%) e stranieri (11,9%).(2)

Le lavoratrici e lavoratori domestici regolari in Italia nel 2021 sono 961.358.  Permane come maggioranza la componente femminile (84.9%). Leggera prevalenza per il badantato rispetto alla collaborazione familiare. Sono gli stranieri che prestano i servizi in grande quantità rispetto agli Italiani. La provenienza prevalente è dai Paesi dell’Est Europa. Seguono in percentuali dimezzate l’Asia , America Latina  e Africa. (3)L’età media è intorno ai 49 anni.

La distribuzione geografica delle lavoratrici e dei lavoratori è prevalente nel NordOvest (30,5%) seguito da Centro (26,8%), Sud e Isole (22,2%).  In 509.987 sono le colf e 451.371 le badanti. (4) 

I lavoratori domestici italianial 2021  sono 288.749 (il 30% del totale). In prevalenza donne (91%) e colf (58%).

I  dati del primo semestre del 2022 indicano un calo del 9,3% rispetto al primo semestre del 2021. Tendenza da valutare.

Completano per il 2021 il quadro del settore gli oltre un milione di datori di lavoro, in crescita anche per effetto dell’aumento della popolazione anziana.Nella stragrande maggioranza sono famiglie italiane, meno del 10%  invalidi e sacerdoti. In maggioranza donne (56%). Presenti al 23% le convivenze.  Oltre un terzo dei datori di lavoro si concentra in Lombardia. 

Per età dei  datori di lavoro: gli uomini sono maggiormente  nella fascia fino a 59 anni (38,1%), mentre tra le donne la fascia più rappresentata è quella con almeno 80 anni (41,3%).(5) Anche per i datori di lavoro i dati del primo semestre del 2022 indicano un calo del 5,6% rispetto al 2021.

3. Nella gestione del rapporto di lavoro regolare, prevalenti sono i rapporti di lavoro di lunga durata (63% oltre i 5 anni) e a tempo indeterminato.

I motivi della chiusura del rapporto: il 52% si chiude con il licenziamento del lavoratore;il 23% con le dimissioni, il 13% con la morte dell’assistito e l’11% per la scadenza del contratto. Solo l’1% dei contratti si è chiuso per giusta causa.

Riguardo le modalità di pagamento dello stipendio, quasi un terzo delle famiglie non ha una modalità stabile; il 39,0% paga lo stipendio in contanti, mentre meno del 30% utilizza strumenti bancari tracciabili (bonifici o assegni)

4. Il lavoro domestico continua a presentare la caratteristica di settore con più alto tasso di lavoro irregolare, anche confrontato con altre aree produttive. E la situazione di irregolarità si estende anche ai datori di lavoro .(8) Il lavoro irregolare stimato supera il milione di addetti.  L’irregolarità dei datori di lavoro va oltre 1.100 mila situazioni in un settore che complessivamente interessa, tra regolari e irregolari, oltre 2 milioni di persone.

Questa situazione – che ha effetti negativi sulla qualità di vita e di lavoro degli addetti e riflessi non sottovalutabili sul sistema di welfare complessivo per le omissioni contributive fiscali e previdenziali – ha indotto, anche sulla spinta di un modello di relazioni sindacali partecipato, a ipotizzare alcune cause quali: retaggio culturale, inesperienza del datore di lavoro, situazione di necessità, immigrazione; la mancanza di tutela del settore;innovazioni fiscali e aumenti retributivi; difficoltà dei controlli e adempimenti burocratici.(9)

Per procedere nella comprensione della percezione delle ragioni del lavoro irregolare, Domina ha svolto un’indagine a campione rivolta a dipendenti e datori di lavoro (10) sulla percezione delle cause del lavoro informale. Per i datori di lavoro a scalare le risposte sono state Mancanza di controlli(8,5 %) , Costo del lavoro (8,4%), Esplicita richiesta dei dipendenti(8,3%).

Per i dipendenti veniva confermata Mancanza di controlli, Lavoro domestico considerato di poco valore, ma anche Esplicita richiesta dei datori di lavoro.

Quindi un’opinione coincidente sulla carenza di controlli, ma una simmetrica imputazione di responsabilità sulla richiesta di rapporto irregolare.

Inoltre, viene richiesto nell’indagine quali azioni per incentivare il lavoro regolare.Da parte dei datori di lavoro si sono formulate in via maggioritaria le risposte: Incentivi all’assunzione (82,1%), Minore costo del lavoro (66,5%), Agevolazioni fiscali alle famiglie (65,9%). I dipendenti hanno indicato largamente Maggiori controlli (70,3%); Incentivi all’assunzione ( 35%) e Campagne informative sul rischio di lavoro illegale(27,8%)

5. Ma quale è la stima dell’impatto economico e fiscale del settore? Il contributo al PIL nel 2021 ammonterebbe  a 17,6 miliardi di euro (1,1%), la spesa delle famiglie a 15,1 miliardi di euro con una componente regolare di 8,1 miliardi e irregolare di 7,8 miliardi.(11)

In 10,1 miliardi risulterebbe la stima  del risparmio dello stato per l’assistenza a lungo termine qualora l’assistenza delle famiglie venisse svolta a carico dello stato.(12)

Da queste premesse, confermata la Piattaforma Programmatica elaborata dalle parti sociali (13), viene proposto l’assegno universale per la non autosufficienza, stimandone i costi in 35 miliardi  e indicando le voci di finanziamento esistenti  da utilizzare e riorganizzare. (14)

6. L’approccio bilaterale allo sviluppo del settore è un punto di forza: la dinamica contrattuale che è orientata alla tutela non solo nel posto di lavoro ma che si fa carico dell’abbattimento dei costi di  accesso ai servizi è strada da continuare a percorrere.

La ricerca di strumenti per ridurre il costo del lavoro e dell’accesso al servizio (per la famiglia è un costo sia l’attivazione dell’incontro domanda offerta, sia quello del supporto alla gestione del rapporto di lavoro)  è un punto essenziale nello sviluppo del settore dei servizi alla persona a alla famiglia. La proposta dell’assegno universale, da precisare nei termini di gestione e nelle modalità di fruizione, contribuisce, per situazioni di gravi fragilità, a facilitare questa direzione. Esperienze  di erogazione di interventi socio economici hanno sottolineato la necessaria attenzione alla “filiera” orizzontale e verticale della gestione.

L’abbattimento dei costi per la famiglia potrebbe trovare il concorso del secondo welfare: aziendale e territoriale, filantropico o di prossimità in modo da articolarsi rispetto a peculiarità socio economiche e geografiche della popolazione interessata, più larga delle persone non autosufficienti.

La progettazione va collocata in una visione di sistema intersettoriale e multidimensionale di servizi alla persona a livello nazionale, regionale e territoriale per gli intrecci con la politica socio sanitaria e formativa, capace, tramite la co programmazione e la co progettazione di coinvolgere i vari attori interessati. Le misure previste dalla piattaforma condivisa delle parti sindacali andrebbero inserite nel piano nazionale multidimensionale pluriennale.

Nel sistema andrebbe valorizzato il ruolo delle agenzie del lavoro, costituite dalle parti, ma anche già operanti, riportandole a modalità operative coordinate nel sistema.

L’ente bilaterale per la formazione è un punto di strategia di qualificazione. Ne andrebbe sviluppato lo sviluppo verso profili innovativi e qualificati, collegandoli ai sistemi regionali di valutazione e superando gli eventuali limiti di sistema “corporativo”. Formazione e intermediazione propongono l’attenzione al Programma GOL.

 1 – Per quanto riguarda il III Rapporto Domina vedi https://nuovi-lavori.it/index.php/il-lavoro-domestico-cresce-va-strutturato-meglio/

 2 – Vedi Grafico seguente

3 – Vedi grafico seguente

4 – Vedi grafico seguente

5 – Vedi grafico seguente

6 – Vedi grafico seguente

7 – Vedi grafico seguente

8 – Vedi grafico seguente

9 – Vedi grafico seguente

 10 – L’indagine articolata su 20 domande a risposta multipla ha ottenuto 542 risposte dai datori di lavoro e 428 dai lavoratori,

11 – Vedi grafico seguente

12 – Vedi grafico seguente

13 – Vedi grafico seguente

14 – Vedi grafico seguente

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