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Le scuole in Europa non ci hanno imitato*

In Svezia, dove non c’è mai stato (unico caso in Europa) lockdown, ovviamente anche le scuole non hanno mai chiuso. In Danimarca hanno riaperto per prime sia asili che scuole elementari il 15 aprile e dal 18 maggio sono tornati in aula anche gli studenti delle superiori ma solo per dare l’esame di maturità. In Norvegia hanno riaperto gli asili nido dal 20 aprile e a seguire materne, elementari e medie (sono stati rinviate le superiori e l’Università). In Olanda hanno riaperto dall’11 maggio scuole d’infanzia ed elementari a part-time, mentre dal 1° giugno sono previste le riaperture delle   scuole secondarie. I figli dei lavoratori essenziali hanno però sempre potuto andare a scuola. Anche la Finlandia ha seguito un percorso simile. Dall’11 maggio in Francia le famiglie possono scegliere se mandare o meno i propri figli (la decisione verrà esaminata ogni 3 settimane); le scuole medie verranno riaperte dal 18 maggio solo però nei Dipartimenti dove i contagi saranno bassi; sui Licei si deciderà a fine maggio (la presenza massima in aula sarà di 15 alunni). In Austria sono tornati a scuola gli studenti dell’ultimo anno delle superiori; dal 18 maggio riaprono le scuole elementari e medie e da giugno anche gli altri anni delle superiori. In Belgio (dove c’è il record mondiale di deceduti in rapporto agli abitanti) le lezioni riprendono il 18 maggio; le superiori con turni alternati di 2 giorni alla settimana (un turno il lunedì e il giovedì, l’altro turno il martedì e il venerdì). In Inghilterra sono sempre state aperte per i figli dei key workers (cioè i lavoratori dei servizi essenziali), così come anche in Alto Adige (provincia autonoma di Bolzano) dove le scuole d’infanzia ed elementari sia tedesche che ladine sono aperte, mentre sono ancora chiuse quelle italiane. Le maestre d’infanzia anche delle scuole italiane hanno continuato a lavorare presso la scuola dando ai genitori delle “buste” per i compiti-gioco a casa che poi ricevevano indietro in modo da valutare i progressi o meno dei bambini.

Le scuole tedesche (comprese le scuole materne) sono state chiuse per tutti dal 16 marzo (in alcune regioni solo dal 17) fino al 30 Aprile. In questo periodo veniva garantito l´insegnamento a scuola in presenza di insegnanti solo per gli studenti di età inferiore ai 13 anni (ossia fino alla scuola media) i cui genitori lavorassero entrambi nei cosiddetti settori chiavi: salute, trasporto, polizia, etc.. Alcune scuole (come le scuole speciali per bambini con handicap) sono tuttavia rimaste aperte, così come alcune scuole professionali. La percentuale di studenti, che in questo primo periodo di chiusura delle scuola ha approfittato di questo “servizio di emergenza“, dovrebbe aggirarsi intorno al  3-5%. Non esistono tuttavia dati affidabili. Tutti gli altri studenti hanno frequentato la scuola in home schooling. Dal 4 maggio hanno ripreso le ultime due classi delle superiori, gli studenti che in questo o nel prossimo anno scolastico hanno un esame. Ciò riguarda sia l’esame di maturità al liceo (4^ e 5^ classe) sia la cosiddetta “maturità media” (le scuole che terminano con la fine dell’obbligo scolastico, verso i 16 anni). Anche i figli di genitori, per i quali il datore di lavoro certifica la presenza al lavoro, hanno diritto di frequentare la scuola. Probabilmente circa il 15-20% degli studenti è attualmente a scuola. Una ulteriore apertura delle scuole ci sarà probabilmente a giugno. Attualmente però non vi sono piani concreti. La discussione sul “come“  riaprire vede due linee di argomentazione. Da un lato vi sono timori di nuovi contagi per cui si tende a lasciare i più piccoli, che si ritiene abbiano più difficoltà ad applicare le norme d’ igiene, il più lungo possibile a casa. Dall’altro lato vi è il timore, che l´home schooling possa svantaggiare quegli studenti, che non dispongono di un sistema familiare adeguato, in cui i genitori in parte si sostituiscono agli insegnanti (genitori non di madrelingua tedesca, famiglie numerose con poche “risorse informatiche”, etc…). E visto che il sostegno scolastico è tanto più importante quanto più giovane è lo studente, c’è` effettivamente il rischio, che lasciando a casa i più piccoli vengano soprattutto svantaggiati coloro che avrebbero più bisogno di frequentare la scuola per compensare alcuni svantaggi sociali a livello familiare.

 

In Italia, dove permane il divieto del Governo, alcuni Comuni, dal Piemonte (Borgosesia,…) alla Puglia (Biccari,…), si stanno inventando servizi rivolti ai figli dei lavoratori (o di genitori in difficoltà) per bambini dai 3 ai 10 all’interno delle scuole in forma di servizio non scolastico con pranzo, per una modica tariffa (10 euro al giorno) o portando la scuola nel bosco (Biccari).In tutti questi Paesi non c’è stato alcun contagio dovuto ai bambini a scuola, anche perché le misure di sicurezza sono state seguite scrupolosamente: distanza di due metri tra i banchi e ricreazione in piccoli gruppi. L’Austria ha fatto un lavoro prezioso anche per gli altri Paesi andando a ritroso su tutti i casi di infezione per identificare almeno 169 focolai, a cui si possono ricondurre 3.822 casi (26%) dei quasi 14.700 registrati nel Paese. L’analisi dei tipi di focolai può fornire indicazioni utili per vari aspetti e in particolare dove si è originato il contagio. La maggior parte dei contagi viene dalle case di riposo o di cura (30,5%), dalle attività del tempo libero (e dalle relazioni amicali), dai rapporti familiari (28%), dai luoghi di lavoro (12%), da cori, club di musica o palestre (5%). Neppure uno era nelle scuole o negli asili, anche prima che venissero chiusi. Ci sono stati sì bambini contagiati, ma hanno contratto Covid-19 dai loro familiari: non ce n’è neppure uno che sia stato l’origine dell’infezione. In base ai dati disponibili ci vogliono in media 15 minuti perché una persona infetti un’altra, quando ce ne sono tre il tempo si abbassa a cinque. Questi dati sono stati confermati dagli studi svolti a Vò Euganeo (Padova) su tutti gli abitanti che hanno dimostrato che nessun bambino fino a 10 anni è risultato infetto, sebbene in casa convivesse con persone infette. Anche lo studio nell’Alta Savoia (Francia) ha dato conferme in tal senso; infettivologi ed epidemiologi francesi hanno seguito 172 persone entrate in contatto con un bambino di 9 anni contagiato da Covid-19 e hanno appurato (dopo settimane) che il bambino non ha contagiato nessuno (e lui stesso non ha avuto alcun problema), mentre invece ha trasmesso l’influenza e la rinofaringite (ma non il Covid-19).Conferme in tal senso si sono avute anche in Svizzera che per questa ragione ha permesso che i nonni potessero incontrare i nipoti.

Un problema di molte scuole è stato quello di garantire il distanziamento sociale. La soluzione però era semplice; in molti Paesi si è scelto la via di andare fuori dalla porta della scuola nei cortili, nelle aree verdi adiacenti o meno. Nei centri delle città ci sono spesso parchi, musei, stadi…, che sono stati utilizzati per ospitare i bambini delle scuole con lezioni all’aperto. Le scuole che adottano questa metodologia (all’aperto) sono, peraltro, molto diffuse nei Paesi nordici, nonostante il clima sia più freddo e piovoso di quello dell’Italia (per non dire del Sud). Se i risultati sono buoni in periodi normali, gli esperti dicono che sono ottimi dopo un periodo di lockdown. Un’idea che piace anche in Francia dove si applica la “classe dehors”, spiega Moïna Fauchier-Delavigne co-autrice del libro “Il bambino nella natura”, portando i bambini nei parchi in città e in campagna nelle zone rurali. Non solo rinforza il sistema immunitario ma diminuisce lo stress con il movimento, stando al sole, a contatto con l’aria, vento, acqua. Lo sostiene Crystèle Ferjou, pioniera della materna “en plen air”. 

Le scuole all’aperto sono molto diffuse anche in Scozia e Germania e in Italia si è avviato dal 2015 un network di circa una quarantina di scuole presenti in sei regioni. La classeall’aperto è già bella di per sé, ma diventa davvero unica quando un bimbo dell’asilo esce dall’incubo del lockdown da coronavirus non per tornare in un’aula ma per ritrovare i suoi compagni di classe in un grande parco divertimento, allo stadio di calcio, allo zoo.

*Consulente GEW,Sindacato scuola e Università, Germania) 

 

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