Nella relazione conclusiva del proprio settennato ed a trent’anni dalla nascita dell’Autorità per l’energia (Arera) il suo Presidente Besseghini ha fornito suggerimenti al prossimo Collegio. Elemento chiave deve essere ovviamente l’indipendenza nel promuovere il dialogo multilivello tra i numerosi attori: utenti (prezzi e competitività), imprese (remunerazione) e società civile (ambiente e sicurezza).
La regolazione ha tra i suoi obiettivi: promuovere investimenti e individuare gli incentivi per far fronte al cambiamento climatico (sia nell’idrico, che per la resilienza delle reti in tutti i settori, ecc) e facilitare la transizione energetica: qualunque sia la prospettiva del nucleare, il suo impatto sul sistema energetico “si misura sulla scala di anni, per cui i temi dell’approvvigionamento e del costo dell’energia nei prossimi anni rimangono aperti, fermo restando l’impegno alla decarbonizzazione del nostro sistema energetico”.
Arera deve intervenire per migliorare il funzionamento dei mercati e portare al consumatore i benefici delle rinnovabili che pur essendo al momento la fonte più economica secondo le parole del Presidente, non ha contribuito a dare “segnali di prezzo sufficientemente stabili e prevedibili e quindi adeguati ad investimenti in capacità”. Anzi, il consumatore domestico e le pmi, che pagano in bolletta i sussidi alle rinnovabili, le percepiscono ancora come obiettivo costoso della transizione! Dall’indagine per il periodo 2023-2024 risulta poi che “è necessario rafforzare l’attività di monitoraggio continuo dei mercati, in grado di dare segnali, anche sanzionatori” per contenere comportamenti collusivi ed abusi di potere di mercato.
Il nuovo Collegio riceve in eredità la riforma della remunerazione delle reti: il ROSS, ispirata al modello britannico. Si passa da una remunerazione Capex based a una per obiettivi concordati con il regolatore. Ne esce una esigenza di negoziazione continua, il modello britannico all’italiana manca però totalmente degli strumenti che ha il regolatore britannico per contrastare l’asimmetria informativa con le imprese regolate (con oltre 200 persone dedicate a valutare i conti delle imprese regolate e le loro prospettive d’investimento in coerenza con gli obiettivi).
Il Presidente ne è consapevole e mette in guardia dai rischi: “La fase di completamento richiederà cautela al fine di limitare gli effetti negativi che potrebbero derivare dall’asimmetria informativa, soprattutto nella fase inziale e di rafforzare contestualmente gli strumenti di controllo e verifica di impatto della regolazione”.
Nella Relazione manca una riflessione specifica sul comparto del gas nella transizione. La sovrabbondanza di infrastrutture, il cui sviluppo è ancora in atto invocando la sicurezza, emergerà con il progredire della transizione. Quanto graverà sul consumatore e come se ne dovrà tener conto? Il nuovo Collegio dovrà ripensare il disegno dei mercati e verificare come la regolazione sia di supporto alla transizione ed alle sfide del cambiamento climatico. Sono necessarie capacità tecniche per valutare i pro e dei contro delle diverse soluzioni e conoscenza storica dei danni che il groviglio di provvedimenti sta creando.
*da In Più, 19/06/2025