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Mafia corsa: l’isola che minaccia l’Europa

Professor Musacchio cosa ci può dire della poco nota “mafia corsa”?

La criminalità organizzata in Corsica, denominata “mafia corsa”, è un fenomeno criminale radicato nella storia dell’isola, legato, soprattutto, alla presenza di gruppi criminali organizzati non verticistici. Questi gruppi sono attivi in vari settori, inclusi omicidi, estorsioni, traffico di rifiuti, armi e droga, con un impatto significativo sulla vita sociale ed economica dell’isola e in parte della Francia meridionale. La nuova guardia e le vecchie cosche si dividono il potere che un tempo apparteneva all’incontrastato boss Jean-Baptiste Jérôme Colonna. Molti clan di origine corsa attualmente hanno investito in attività commerciali come locali notturni, ristoranti, bar e sale di gioco in Corsica e in Francia. Il rischio è che questa mafia possa radicarsi in Francia ed espandersi in Europa.

La Francia, quindi, deve temere l’espansione di questa mafia?

Sì, soprattutto perché mancano i mezzi per combattere questa specifica tipologia di mafia. Manca la formazione delle forze di polizia e della magistratura. Non c’è nel codice penale il delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso. La Francia e la Corsica devono prendere maggiormente coscienza di quanto pericolosa sia l’espansione criminogena di questa mafia.  Siamo di fronte ad un fenomeno a lungo negato e poco studiato, per cui molto pericoloso. 

Quali sono i punti di forza di questa mafia così poco studiata?

Sicuramente le sue connessioni con i mercati legali e illegali. Ha legami con la politica ed è inserita nel tessuto economico e sociale locale. Gestisce sofisticati sistemi di riciclaggio del denaro sporco e investe agevolmente i proventi illegali mediante una rete economica e finanziaria molto coesa. Se non ci si adegua a queste particolari peculiarità si continuerà a combattere con armi impari.

Esistono legami tra la mafia corsa e quelle italiane?

Le nuove mafie fanno ormai rete da molto tempo, per cui, hanno caratteristiche simili alle mafie italiane più tradizionali, condividono con esse l’uso della violenza, il controllo del territorio e l’infiltrazione negli ambienti politici, economici e finanziari. Sicuramente vi sono contatti legati al narcotraffico. Le reti mafiose moderne, tuttavia, gestiscono un sistema criminale molto più complesso e pericoloso. Pertanto, se ci saranno da fare affari, mafie italiane e corse sicuramente collaboreranno tra loro. Il mar centrale mediterraneo, quello davanti alla Sardegna e alla Corsica, ad esempio, è già considerato crocevia dei traffici illeciti come la droga, armi e rifiuti tossici tra mafie corse e italiane. 

La lotta per il potere tra le cosche ha fatto della Corsica, con trecentomila abitanti, il territorio con il più alto tasso di criminalità in Europa, come reagire a questa situazione ancora contingente?

In primis credo che riconoscere l’esistenza di una mafia in loco apra la strada alle possibilità di combatterla efficacemente. La Francia potrebbe ispirarsi al modello italiano. Il sistema giudiziario francese può acquisire nuovi strumenti e strategie, come il delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso, i collaboratori di giustizia, il sistema delle intercettazioni, la confisca preventiva dei beni e gli organismi antimafia ad hoc. La Francia si è già ispirata al nostro modello introducendo nel suo ordinamento giuridico un istituto simile al nostro 41-bis proprio allo scopo di rafforzare la sua lotta contro il crimine organizzato, introducendo così per la prima volta misure restrittive per i detenuti considerati pericolosi. Il ministro della Giustizia francese ha di recente annunciato anche la creazione di un pool antimafia in Corsica che si occuperà soprattutto di estorsioni, traffico di stupefacenti, incendi dolosi e omicidi, questi ultimi spesso collegati a ecoreati e narcotraffico.

La prevenzione potrà avere un suo ruolo?

Assolutamente sì. L’opera di sensibilizzazione sul fenomeno mafioso deve coinvolgere le scuole. Ottima l’idea di inserire uno specifico programma di corsi antimafia, che forniscano agli studenti un’educazione sul fenomeno mafioso, attraverso nozioni storiche e interventi curati da esperti della materia. 

Dal Sito: www.rainews.it     

Vincenzo Musachio, criminologo, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnatzionale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). È ricercatore indipendente e membro ordinario dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra.

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