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Osiamo sperare

Alla domanda che cosa aspettarsi dal pontificato di Leone XIV sulle donne, rispondiamo con tremore e deferenza, data la complessità del governo della Chiesa cattolica, cioè universale. 

Quindi, immaginiamo che leggiate quanto segue sottovoce, perché scritto in punta di piedi!

Osiamo sperare…

…che l’attenzione al tema delle donne – un plurale da usare con cautela, poiché le donne non sono un gruppo sociale omogeneo per condizione e interessi – non sia solo uno degli ambiti del nuovo magistero di Leone XIV, ma possa rappresentare lo stile, l’impronta di un’attenzione trasversale a valorizzare tutte le differenze. Infatti, laddove la Chiesa non le custodisce, non solo non è credibile, ma deforma il volto di Dio: una Chiesa che esclude è una Chiesa, non solo meno dialettica e afona, ma una Chiesa mutilata.

…che venga data priorità alle generazioni di donne più giovani, perché imparino a coltivare la propria interiorità. Quanto bisogno ha il nostro tempo di persone spirituali, che dedicano tempo e valore alla profondità, senza accontentarsi di specchiarsi sulla superficie del mondo. La spiritualità coltiva quelle qualità dello spirito umano – la compassione, l’empatia, il senso di responsabilità, la pazienza, la tolleranza, il perdono, la fortezza – che rendono la vita più umana e profetica, cioè attenta ai segni dei tempi. Siamo fiduciosi che il carisma agostiniano di papa Prevost ha molto da dare, con l’attenzione a farsi pellegrino a fianco di chiunque sia alla ricerca della spiritualità evangelica. 

…che si trovino nuovi spazi di corresponsabilità (e non solo di collaborazione) tra le pieghe del diritto canonico, osando ciò che è già possibile oggi. Perché donne e uomini sono uguali nella dignità, nei diritti e nell’uguaglianza battesimale. Talvolta accade che nelle comunità ecclesiali si ricercano donne che collaborino, che siano disponibili per molteplici servizi, senza tuttavia investire nella corresponsabilità, cioè nell’abilità a dare risposte insieme, anche superando l’organizzazione a compartimenti stagni (iniziazione cristiana, pastorale giovanile, Caritas…) e aprendosi all’integrazione generazionale. 

Osiamo sperare… 

…che si abbia il coraggio di investire in percorsi di formazione alla leadership, femminile e maschile e ai modelli di potere. Perché il Vangelo ha molto da dire sullo stile di leadership, oggi! Modelli di potere che favoriscano esperienze reali di dialogo, di gestione del dissenso e dei conflitti, che aiutino a far emergere leadership femminili e maschili non necessariamente individuali, ma collettive e diffuse, dove il “noi” prevalga sull’”io”, perché ciascuna comunità sogni un futuro di speranza.

…che papa Leone XIV sia testimone credibile di un nuovo stile di potere pacificato e disarmato. Pacificato con le contraddizioni insite nella società e nella Chiesa, con i propri limiti e con quelli degli altri. Un potere pacificato consente di sviluppare relazioni non prigioniere del mito dell’eccellenza, dell’essere sempre e a ogni costo dei vincenti. È un potere esercitato in maniera equilibrata che, riconoscendo il senso del limite, riduce lo stress e l’ansia di tutti i coinvolti. Un potere disarmato non si abitua alla violenza come reazione inevitabile alla complessità. In situazioni di tensione è consigliabile né cedere né attaccare, ma disarmare l’altro – e prima di tutto noi stessi – con delle mosse spiazzanti. Piuttosto che reazioni di forza e prove muscolari abbiamo bisogno di quell’apparente debolezza che sola può interrompere la spirale delle rivendicazioni e delle prepotenze, anche nelle relazioni tra donne e uomini nella Chiesa. 

Osiamo sperare: 

…che la Chiesa, popolo di Dio, non resti paralizzata in attesa di pronunciamenti pontifici chiari, trasparenti e calati dall’alto, ma abbia il coraggio di osare, ogni giorno, un protagonismo secondo i carismi che lo Spirito continua sempre a rinnovare. 

…che si valorizzino quei laboratori pastorali già attivi nelle chiese locali periferiche – tanto più vive quanto più lontane dal centro – come esperimenti di alleanze dinamiche, che danno forma al cambiamento;

…che si superino le resistenze alle novità, proprie delle istituzioni più preoccupate di conservarsi che di evolvere, perché solo creando le condizioni di possibilità ci si allontanerà da goffi e sterili tentativi di assimilazione e omologazione, separatismi e intolleranze.

Osiamo sperare che Leone XIV e tutta la Chiesa restino in ascolto della Storia, tempo e luogo di un futuro tutto ancora da scrivere.

*Politologa e scrittrice 

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