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Per un futuro di riduzione delle disuguaglianze salariali 

Le questioni salariali sono fondamentali per la riduzione delle disuguaglianze e per la realizzazione della giustizia sociale. 

La riduzione delle disuguaglianze e della povertà lavorativa sono un traguardo fondamentale per la realizzazione della giustizia sociale. Affrontare le disuguaglianze di reddito nel mercato del lavoro, compresi i divari retributivi di genere e i divari retributivi subiti dai lavoratori in situazioni di vulnerabilità, è un percorso necessario per ridurre le disuguaglianze e la povertà lavorativa. Il reddito da lavoro è la principale, se non l’unica, fonte di reddito per la maggior parte dei lavoratori e delle loro famiglie. Già nel 1919, la Costituzione dell’OIL richiamava la necessità di formulare delle “politiche in materia di salari … per dare a tutti la possibilità di godere equamente dei frutti del progresso e per garantire un salario minimo dignitoso a coloro che hanno bisogno di siffatta protezione”. Anche la Costituzione della Repubblica italiana sancisce il diritto del lavoratore “a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Il ruolo dei salari nel contrastare la disuguaglianza è stato riaffermato più di recente dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, incluso l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 10 che chiede di ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i paesi. 

La crescita economica trainata dai salari e accompagnata da politiche redistributive, da incrementi del salario minimo e dalla contrattazione collettiva si traduce in una maggiore domanda di consumi e una maggiore crescita della produttività, che a sua volta porta a maggiori investimenti. 

Quando i salari aumentano, i lavoratori hanno più reddito disponibile e consumano di più. La maggiore spesa per consumi spinge le aziende a produrre di più e potenzialmente ad assumere più lavoratori che, a loro volta, spendono i loro guadagni e stimolano ulteriormente l’economia. Questo effetto domino legato ad un aumento dei salari e accompagnato dall’effetto del moltiplicatore porta ad un aumento complessivo dell’attività economica e del reddito nazionale. 

L’andamento negativo dei salari del 2022 è stato seguito da un ritorno a valori positivi su scala globale.

 Questo, tuttavia, non ha prodotto un livello di crescita dei salari tale da assorbire la spirale inflazionistica determinando in Italia e in quasi la metà dei paesi una perdita del potere d’acquisto dei lavoratori e delle loro famiglie. Quasi la metà dei paesi analizzati dal Rapporto mondiale dell’OIL ha assistito ad aumenti salariali al di sotto dei tassi di inflazione, il che ha prodotto una riduzione di potere d’acquisto per un gran numero di lavoratori e per le loro famiglie. 

Nonostante la diminuzione delle disuguaglianze salariali durante il primo quarto di questo secolo, la situazione attuale delle disuguaglianze salariali — e in maggior misura i livelli di disuguaglianza dei redditi da lavoro — rimane inaccettabile. 

Inoltre, l’analisi della distribuzione salariale a livello globale mostra che, sebbene la disuguaglianza salariale sia diminuita dall’inizio del secolo, le disuguaglianze sono aumentate tra i salari classificati nell’estremità inferiore della distribuzione. Le stime mostrano inoltre che per circa due terzi dei paesi analizzati dal Rapporto mondiale, la disuguaglianza salariale è diminuita dall’inizio del ventunesimo secolo. Nonostante questo re-cente miglioramento, tuttavia, a livello globale, il 10 per cento dei lavoratori meno pagati riceve solo lo 0,5 per cento della massa salariale totale, mentre il 10 per cento dei lavoratori più pagati ottiene quasi il 38 per cento della stessa massa salariale. 

Le strategie nazionali dovrebbero andare oltre la fissazione dei salari e includere un insieme di fattori come la crescita sostenibile e la trasformazione strutturale per aumentare la produttività. 

Le circostanze specifiche di ciascun paese richiedono misure di politica differenti per ridurre le disuguaglianze salariali. Allo stesso tempo, istituzioni del mercato del lavoro efficaci, insieme al dialogo sociale, possono contribuire a garantire che la crescita della produttività si traduca in un aumento dei salari, soprattutto per coloro che si trovano nel segmento inferiore della distribuzione salariale. Questo obiettivo può essere raggiunto, ad esempio, attraverso la creazione di un ambiente favorevole all’iniziativa imprenditoriale e alle imprese sostenibili, degli investimenti in innovazione tecnologica e supporto alla formazione dei lavoratori. 

Le misure destinate a ridurre le disuguaglianze dovrebbero mirare al rafforzamento delle politiche salariali e delle istituzioni deputate a governare queste politiche, come pure affrontare le cause profonde all’origine dei bassi salari. 

Le conclusioni della recente Riunione tripartita di esperti sulle politiche salariali, incluso il salario dignitoso (living wage) propongono di: 

Fissare i salari attraverso la contrattazione collettiva e il dialogo sociale. I salari dovrebbero essere fissati e aggiornati attraverso la contrattazione collettiva o dei meccanismi concordati di salario minimo, con il coinvolgimento di governi e rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori. La fissazione dei salari è uno degli obiettivi principali della contrattazione collettiva. Attraverso la negoziazione salariale, le parti sociali possono concordare dei livelli salariali, aggiornarli periodicamente e definire la struttura e composizione del salario. La contrattazione collettiva può aiutare le parti sociali a adattarsi alla domanda fluttuante e alla capacità produttiva durante tutto il ciclo economico e il ciclo di vita dell’impresa. 

Adottare un approccio globale per la determinazione dei salari che tenga conto sia delle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie che dei fattori economici. Per garantire che la crescita della produttività si traduca in una crescita dei salari, sono necessarie delle istituzioni del mercato del lavoro e un dialogo   sociale efficace. La riduzione della disuguaglianza del reddito familiare richiede anche la ridistribuzione del reddito attraverso il sistema di tasse e trasferimenti sociali. L’entità della redistribuzione tramite la tassazione e i trasferimenti dipende da molti fattori, tra cui l’ammontare delle imposte riscosse e distribuite, la progressività dei sistemi di tassazione e la misura in cui i trasferimenti avvantaggiano le famiglie a basso reddito più di quelle ad alto reddito. 

Affrontare le cause alla radice dei bassi salari. Le basse retribuzioni sono spesso associate a lavori di scarsa qualità. I livelli bassi di retribuzione generano una grande vulnerabilità e rischio di povertà per i lavoratori, come pure una forte instabilità e volatilità del reddito. Per assicurare l’equità sociale e la giustizia distributiva, insieme alle politiche e alle istituzioni del lavoro sono necessarie misure di politica economica (p.e. tassazione) e di protezione sociale che debellino le cause all’origine dei bassi salari e prevengano la povertà lavorativa, mantenendo i salari al passo con gli andamenti del costo della vita e ad un livello che permetta ai lavoratori e alle loro famiglie di condurre una vita dignitosa. 

Promuovere l’uguaglianza e le pari opportunità in materia di trattamento salariale con politiche a sostengo dell’uguaglianza, dell’equità e della non discriminazione di genere e di gruppi diversi di lavoratrici e lavoratori (disuguaglianze orizzontali). Le disuguaglianze di genere sono spesso radicate negli stereotipi legati al ruolo delle donne nella società e nel lavoro. Da qui la necessità di: (i) promuovere pari opportunità e parità di trattamento, inclusa la parità retribuzione per lavoro di egual valore; (ii) favorire una condivisione più equilibrata delle responsabilità familiari; e (iii) promuovere investimenti nell’economia della cura. Infine, particolari dinamiche di disuguaglianza sorgo- no quando le persone appartengono a più gruppi (ad esempio, donne che sono anche lavoratrici migranti). Questa intersezionalità richiede degli interventi mirati per l’eliminazione degli svantaggi cumulati da lavoratrici e lavoratori. 

Avvalersi di dati e statistiche affidabili che consentano di prendere decisioni sulla base dell’evidenza empirica. In futuro, sarà necessario continuare a comprendere meglio gli andamenti delle disuguaglianze salariali e dei redditi da lavoro. In gran parte dei paesi, gli istituti nazionali di statistica raccolgono dei dati utili per analizzare le disuguaglianze, ad esempio attraverso indagini sulla popolazione attiva, sule imprese e/o sui redditi e sulle spese delle famiglie. Queste fonti forniscono informazioni utili per lo studio delle disuguaglianze, anche se spesso presentano delle limitazioni. Per questo sono necessari degli investimenti che permettano di migliorare la qualità e/o la frequenza di raccolta dei dati.

*da Conclusioni del Rapporto mondiale sui salari 2024/25  segue file del testo completo

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