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Perché l’Italia ha bisogno di un Ecosistema Futuro 

L’Italia e l’Europa si trovano al crocevia di una trasformazione profonda, attraversati da megatrend globali che stanno ridefinendo in maniera repentina economia, società e geopolitica. Non solo l’evoluzione della struttura demografica del Paese, con l’invecchiamento della popolazione, ma anche l’impatto del cambiamento climatico, con i danni all’agricoltura, alle infrastrutture, alla salute umana, e i rischi connessi alla produttività, sollecitano la necessità di investire a tutto campo e con rapidità in transizione ecologica e digitale. 

Non solo l’accelerazione tecnologica, con le rivoluzioni nei campi dell’intelligenza artificiale, dell’automazione, della digitalizzazione, della genomica. Ma anche la crescente polarizzazione sociale che spesso si traduce in mancanza di fiducia nelle istituzioni, e in generale nel futuro. Infine, in campo internazionale, le difficoltà del multilateralismo e l’emergere di un mondo multipolare a leadership diffusa. 

Allo stesso tempo, sappiamo che ci sono delle incredibili opportunità davanti a noi. L’opportunità, per la prima volta nella storia umana, di costruire una società in cui ci sia benessere diffuso per tutti e per tutte all’interno dei limiti del pianeta, anche grazie a nuove fonti di energia; l’opportunità di sconfiggere la povertà nel mondo e di raggiungere la parità di genere, di trasformare i sistemi educativi e sanitari, di utilizzare le nuove tecnologie per migliorare la qualità della vita. 

La trasformazione è tale che sfide e opportunità non possono essere viste in isolamento, come spesso succede nel nostro Paese, ma richiedono una visione di sistema, che immagini scenari alternativi, complessivi e interconnessi di una società che cambia. Una visione, cioè, che vada al di là delle previsioni di settore per disegnare scenari che permettano di fare scelte consapevoli e di guidare il cambiamento, anziché farsi trovare impreparati. Le trasformazioni sopra indicate non possono essere governate con un’ottica di breve periodo, secondo quello shortermismo che spesso affligge la politica – costretta dal ciclo elettorale – e le imprese – pressate dagli obiettivi annuali (o trimestrali) di bilancio. 

Parafrasando la celebre formula Not in My Backyard (NIMBY), siamo chiamati tutte e tutti a superare la sindrome del Not in My Term of Office (NIMTO), quella cioè di rinviare le scelte a “tempi migliori” o a chi verrà dopo di noi. Un approccio che, mutantis mutandis, si applica alla stragrande maggioranza dei cittadini, schiacciata dalla necessità di far fronte alle difficoltà della vita quotidiana e quindi priva, suo malgrado, di risorse materiali e mentali per pensare al futuro. 

È ora di creare un luogo per ragionare in un’ottica di lungo periodo. Per questo motivo è nato Ecosistema Futuro (www. ecosistemafuturo.it), una partnership promossa dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) che nei prossimi anni vuole mettere il futuro – o meglio, i futuri – al centro del dibattito in Italia, producendo analisi e ricerche, promuovendo dialoghi ed esperienze di partecipazione, specialmente dei giovani, educando le persone, a partire dalla scuola, a comprendere i megatrend e costruire il futuro che ritengono desiderabile. 

In altri termini, Ecosistema Futuro intende contribuire a dotare il Paese di una cultura e di una governance basata sul “pensiero anticipante”, condizione essenziale per definire una direzione strategica, verso la quale convogliare investimenti, risorse, aspirazioni ed entusiasmo. Il futuro è oggi e non è un orizzonte lontano.  Si tratta di integrare la capacità di costruire scenari nelle politiche pubbliche, così come avviene da anni con successo altrove; di stimolare l’innovazione, tecnologica, sociale, culturale, nei modelli di business e nelle politiche economiche, all’interno di una visione integrata e più consapevole di società; di riconoscere – come richiesto dalla Costituzione dopo la riforma del 2022 fortemente promossa dall’ASviS – che la Repubblica (non solo lo Stato) deve tutelare anche i diritti delle future generazioni, quindi non solo chi è giovane oggi, ma anche chi non è ancora nato. 

Lanciata a maggio 2025, Ecosistema Futuro è una partnership aperta che coinvolge centri di ricerca, media, società civile e imprese, e che dialoga con chi nel Paese ha responsabilità politiche e amministrative. Fin dalla sua nascita, ha visto la partecipazione e il contributo importante di Harvard Business Review Italia, da anni impegnata nella divulgazione di Progetto Macrotrends. L’Italia ha il potenziale per diventare una best practice in questo campo, grazie ai tanti soggetti che si occupano di queste tematiche, se solo riuscisse a farle interagire, come un vero ecosistema. Il futuro non è un luogo a cui arrivare, ma un processo da costruire. Con il giusto approccio, possiamo fare in modo che il nostro futuro e quello delle future generazioni siano pieni di opportunità per generare un vero benessere equo e sostenibile. 

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