La pressione fiscale nel nostro paese è indubbiamente alta (41,8% nel 2018) ma è in linea con quella media dei paesi euro (41,5% esclusa l’Italia). E’ sensibilmente inferiore a quella francese (48,5%) e a quella svedese (44,3%) , di poco superiore a quella tedesca (41,3%). Sensibilmente superiore a quella del Regno Unito (34,9%) e degli Stati Uniti (25%).
Rispetto a questi due ultimi paesi, tuttavia, va tenuto presente che anche il livello della spesa pubblica è molto diverso. In Italia raggiunge il 48,4% del Pil, nel Regno Unito si ferma al 41% e scende al 37,8% negli USA. Vi è chiaramente un legame stretto tra pressione fiscale e spesa dello stato. A un elevato livello di spesa corrisponde un alto livello di pressione fiscale.
Un elevato livello di spesa pubblica, tipico di molti paesi dell’area Euro, deriva da una forte spesa per la protezione sociale. Un welfare esteso e universale comporta una spesa pubblica alta e, quindi, un livello alto di pressione fiscale. Un welfare limitato richiede una minore spesa complessiva e una minore pressione fiscale.
Si può e si deve certamente discutere sull’appropriatezza delle prestazioni e sulla loro efficacia, quello che non si può avere è una spesa sociale elevata e una pressione fiscale contenuta. Nei paesi con sistemi di welfare estesi diminuire la pressione fiscale può comportare la diminuzione della protezione sociale.
I dati macro, tuttavia, possono nascondere verità micro diverse. Il dato sulla pressione fiscale ci dice quanto pesano le imposte su di un’intera economia, non quanto pesano sui singoli contribuenti, persone fisiche o imprese. Quest’ultimo dato dipende dalla struttura del sistema fiscale e dall’ammontare dell’evasione. In un paese con un’elevata evasione, il dato generale sulla pressione fiscale nasconde un maggior peso delle imposte sui contribuenti onesti. Situazione poi aggravata dal fatto che spesso chi evade le imposte, oltre a usufruire degli stessi servizi pubblici dei contribuenti onesti, usufruisce anche di servizi condizionati al reddito dichiarato.
In Italia il livello di evasione è notoriamente molto alto. La Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva allegata alla NADEF 2019 indica che in media nel triennio 2014-2016 si osserva un tax gap complessivo delle entrate pari a circa 109,7 miliardi di euro, di cui 98,3 miliardi di mancate entrate tributarie e 11,4 miliardi di mancate entrate contributive.
Nella tavola 1 sono riportati i dati della Relazione relativi alle diverse imposte. Spiccano in particolate il tax gap dell’Iva (circa 36 miliardi) e quello dell’Irpef del lavoro autonomo (33 miliardi).
A conferma dell’elevato valore del tax gap dell’Iva vi è poi il Rapporto finale della Commissione Europea del 2019, Study and Reports on the VAT Gap in the EU-28 Member States.
Tavola 1. GAP DELLE ENTRATE TRIBUTARIE E CONTRIBUTIVE (MILIONI DI EURO)
Tipologia di imposta |
2014 |
2015 |
2016 |
2017* |
Media** 2014-16 |
IRPEF lavoro dipendente (irregolare) |
5.149 |
5.465 |
5.350 |
N.D. |
5.321 |
IRPEF lavoro autonomo e impresa |
33.396 |
32.661 |
33.936 |
32.062 |
33.331 |
Addizionali locali IRPEF (lavoro dipendente) |
715 |
780 |
696 |
N.D. |
730 |
IRES |
8.875 |
7.424 |
8.584 |
8.162 |
8.294 |
IVA |
36.591 |
34.961 |
36.051 |
37.176 |
35.867 |
IRAP |
8.395 |
5.618 |
5.633 |
5.550 |
6.548 |
LOCAZIONI |
736 |
1.265 |
831 |
655 |
944 |
CANONE RAI |
977 |
1.008 |
240 |
225 |
741 |
ACCISE sui prodotti energetici |
1.306 |
1.430 |
1.611 |
2.077 |
1.449 |
IMU |
5.140 |
5.113 |
4.989 |
4.872 |
5.081 |
TASI |
N.D. |
N.D. |
251 |
247 |
251 |
Totale entrate tributarie (al netto della TASI) |
101.278 |
95.724 |
97.921 |
N.D. |
98.308 |
Entrate contributive carico lavoratore dipendente |
2.602 |
2.800 |
2.780 |
N.D. |
2.727 |
Entrate contributive carico datore di lavoro |
8.688 |
8.830 |
8.412 |
N.D. |
8.643 |
Totale entrate contributive |
11.290 |
11.630 |
11.192 |
N.D. |
11.371 |
Totale entrate tributarie (al netto della TASI) e contrib.
contributive |
112.568 |
107.354 |
109.113 |
N.D. |
109.679 |
* Le stime relative al 2017 sono provvisorie in attesa della pubblicazione dei dati sull’Economia Non Osservata dell’Istat. |
** La media è calcolata per gli anni in cui le stime sono complete per tutte le imposte e contributi considerati (senza considerare la TASI). |
*** Eventuali imprecisioni derivano dagli arrotondamenti. |
Fonte: Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva 2019
Il Rapporto stima per i paesi dell’Unione il Vat Gap, ossia la differenza tra l’ammontare totale dell’IVA teorica (VTTL) e l’ammontare delle entrate IVA effettivamente riscosse. L’Italia è il primo paese in termini di valore assoluto del Vat Gap mentre in termini percentuali si colloca al quarto posto dietro Romania, Grecia e Lituania. Da sottolineare la grande differenza nella percentuale di Vat Gap rispetto ai maggiori paesi europei.
Tavola 2. VAT Gap Estimates, 2016-2017 (EUR million)
|
2016 |
2017 |
||||||
|
Revenues |
VTTL |
VAT Gap |
VAT Gap (%) |
Revenues |
VTTL |
VAT Gap |
VAT Gap (%) |
Italia |
102.378 |
139.422 |
37.044 |
26.6% |
107.901 |
141.530 |
33.629 |
23.8% |
Regno Unito |
163.344 |
183.224 |
19.880 |
10.9% |
161.509 |
180.708 |
19.199 |
10.6% |
Germania |
218.779 |
242.441 |
23.662 |
9.8% |
226.582 |
251.598 |
25.016 |
9.9% |
Francia |
154.490 |
169.784 |
15.294 |
9.0% |
161.932 |
173.962 |
12.030 |
6.9% |
Olanda |
47.849 |
50.755 |
2.906 |
5.7% |
49.900 |
52.644 |
2.744 |
5.2% |
Spagna |
70.705 |
72.729 |
2.024 |
2.8% |
74.107 |
75.913 |
1.806 |
2.4% |
Svezia |
42.770 |
43.484 |
714 |
1.6% |
44.115 |
44.769 |
654 |
1.5% |
EU-28 |
1.043.219 |
1.188.647 |
145.428 |
12.2% |
1.085.899 |
1.223.369 |
137.470 |
11.2% |
Median |
|
|
|
10.3% |
|
|
|
10.1% |
Study and Reports on the VAT Gap in the EU-28 Member States: 2019 Final Report
E’ questo con tutta evidenza il primo problema che una riforma fiscale deve affrontare. Livelli così elevati di evasione colpiscono i contribuenti onesti e rendono inique le prestazioni condizionate dai livelli di reddito dichiarato.