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Riforma Fornero tra crisi e precarieta’

L’ISFOL ha pubblicato la “dinamica degli avviamenti dei contratti di lavoro” per l’anno 2012, che costituisce un secondo monitoraggio degli effetti della Riforma Fornero. Si tratta in di un’analisi della dinamica degli avviamenti dei contratti di lavoro ricavate dal sistema informativo sulle comunicazioni obbligatorie del Ministero del Lavoro, che consente la fruizione di dati molto freschi e utili per le analisi sul mercato del lavoro. Tale analisi, infatti, fu inizialmente voluta proprio dall’ex ministro per monitorare gli effetti della legge sul mercato del lavoro.

 

I dati Isfol sono stati presentati dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini martedì 14 maggio nella sua audizione al Senato ed ampiamente ripresi dalla stampa il giorno successivo. Il ministro ha sottolineato l’importanza del monitoraggio della Riforma del lavoro come strumento di supporto ai decisori politici, sostenendo che le correzioni alla riforma Fornero devono essere fatte con attenzione, soprattutto ora che, secondo Giovannini, sembrerebbe dare luogo a primi effetti positivi.

In estrema sintesi, il rapporto evidenzia che nel quarto trimestre del 2012 il quadro economico generale si è appesantito ulteriormente, poiché il livello dell’occupazione ha raggiunto il suo minimo dall’inizio della crisi economica. Tuttavia, si è sostanzialmente arrestata la forte riduzione delle nuove assunzioni registrata nella parte centrale dell’anno. Tale dato è la sintesi di una ripresa delle assunzioni mediante contratti a tempo determinato (+3,7% sul terzo trimestre, pari a 1.642.015 avviamenti), di una riduzione dei contratti di collaborazione (-9,2% su base congiunturale) e soprattutto di quelli riferiti al lavoro intermittente (-22,1%), ma anche l’attivazione di contratti a tempo indeterminato è diminuita del 5,7%.

Figura 1: avviamenti mensili di rapporti di lavoro (anno 2012 – dati destagionalizzati)

Fonte: elaborazioni Isfol su Sistema informativo CO, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

L’ISFOL evidenzia che l’aumento dei contratti a tempo determinato appare legato all’incertezza del periodo congiunturale. Rispetto all’inizio del 2012, la quota di avviamenti realizzati attraverso contratti a tempo determinato è salita dal 62,1% al 66,8% dell’intero volume di assunzioni. E’ interessante notare come l’aumento abbia riguardato soprattutto contratti di durata più lunga (tra 4 e 12 mesi, ma anche quelli di durata superiore a 12 mesi), mentre, al contrario, sono diminuiti quelli a durata massima trimestrale.

Per quanto riguarda il contratto di apprendistato, l’incertezza derivante dal passaggio definitivo al nuovo regime, avvenuto nell’aprile del 2012, ha rallentato fino al terzo trimestre la diffusione di questi contratti, ma a partire dal mese di agosto (una volta stipulati gli accordi collettivi che hanno consentito il pieno dispiegarsi della nuova disciplina), le assunzioni con contratto di apprendistato hanno ripreso un andamento crescente. Nel quarto trimestre 2012 la variazione congiunturale è stata pari a +5,2%.

 

Figura 2: composizione degli avviamenti mensili di rapporti di lavoro secondo il tipo di contratto (anno 2012 – dati destagionalizzati)

 

Fonte: elaborazioni Isfol su Sistema informativo CO, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Le cessazioni dei rapporti di lavoro, infine, sono aumentate dello 0,6%, come sintesi tra una diminuzione costante del numero di cessazioni richieste dal lavoratore e la crescita di quelle dovute alla volontà del datore di lavoro, segno di un perdurare della situazione di crisi produttiva.

Alla luce di tali dati, l’ISFOL commenta in maniera positiva la ripresa dell’attivazione dei contratti di lavoro, seppure a termine. Questo basterebbe per indurre a pensare che la riforma Fornero non ha aumentato la rigidità in entrata a tal punto da scoraggiare le assunzioni ma, al contrario, ha scoraggiato l’instaurazione di contratti a tempo determinato di breve durata e ha determinato la flessione degli avviamenti con contratto di collaborazione a progetto a causa dei maggiori vincoli imposti dalla riforma, la quale esclude la possibilità di stipulare contratti di lavoro a progetto per lo svolgimento di mansioni esecutive o ripetitive simili a quelle del lavoro dipendente.

Le affermazioni dell’ISFOL sono sicuramente fondate. Tuttavia, non si può fare a meno di notare l’aumento del tasso di incidenza delle assunzioni a tempo determinato a discapito di quello a tempo indeterminato, fenomeno che appare apertamente in contrasto con la ratio della riforma Fornero, che consisteva nel contrastare la precarietà dei lavoratori.

In definitiva, ciò che continua a mancare sono gli interventi finalizzati alla detassazione del lavoro e quelli di tutela dei lavoratori per i periodi di discontinuità lavorativa, di promozione delle politiche attive e di riforma dei servizi al l’impiego, seppure ultimamente tali provvedimenti siano al centro del dialogo politico.

 

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