Il settore del benessere continua a crescere, e a offrire dunque interessanti opportunità di lavoro, con una varietà di competenze nelle diverse posizioni del comparto. In questo articolo guardiamo alle principali attività che alimentano l’economia del benessere e alle basi della sua solidità.
Prima di tutto: la domanda di benessere
Cosa fai nel tempo libero? Mi dedico al benessere psico-fisico. È questa la risposta data da molti consumatori, interpellati nel corso di sondaggi sugli stili di consumo. Anzi, a essere precisi, la parola d’ordine è “equilibrio psico-fisico”. Lo ribadisce l’Osservatorio Compass, che in una recente indagine mostra come il 55% degli italiani dedichi tempo libero allo sport e al fitness, il 37% alla cura di sé, e come il 53% ponga molta attenzione all’alimentazione. Tre indizi che certificano la crescita dell’intero settore, che sembra non aver subito battute d’arresto negli ultimi anni e che ha visto affermarsi profili professionali con competenze specialistiche e un forte appeal sul mercato.
Fitness, trattamenti estetici, sport, Spa, Beauty Farm sono tra le principali attività che riempiono il tempo libero di molti italiani, alimentando un’economia che spazia in ambiti molto diversificati, fino a raggiungere le forme di turismo esperienziale volte alla ricerca del benessere attraverso la riscoperta dei territori e delle loro tradizioni, attraverso il recupero del proprio tempo e del proprio spazio.
I dati dell’economia del benessere in Italia
Verrebbe da dire che l’attenzione degli italiani per la cura di sé e del proprio benessere metta in moto un’economia dai volumi certamente non trascurabili. Viene da confermarlo leggendo alcuni dati. Solo nei primi quattro mesi del 2017 (secondo dati elaborati dall’Osservatorio Acquisti CartaSì) gli italiani hanno speso (con carta di credito) in fitness e wellness 258 milioni di euro (+8,1% rispetto allo stesso periodo del 2016), con una ricaduta in termini di incremento del tessuto di imprese davvero rilevante.
Anche i dati forniti da Unioncamere-Infocamere sono chiari: dal 2012 al 2017 le imprese che operano nel settore sono cresciute del 4%, con una solida base rappresentata da saloni di barbiere e di parrucchiere, con 104 mila imprese presenti nel settore (68% del totale). A guidare questa crescita c’è l’aumento di:
- servizi di manicure e pedicure (+46%)
- istituti di bellezza (+15%)
- palestre (+12%)
- centri benessere (+12%)
Le Regioni e Province che trainano la crescita
Lombardia (26.000 imprese), Lazio (quasi 15.000) e Veneto (oltre 13.000) sono le Regioni in cui le imprese che operano nel settore del wellness hanno maggiore diffusione. Ma negli ultimi 5 anni sono molte le Regioni che mostrano il segno “+” nell’andamento delle imprese nate nel settore. Ecco le variazioni più evidenti:
- Lazio (+9,7%)
- Sardegna (+7,6%)
- Friuli Venezia-Giulia (+5,9%)
- Calabria (+5,9%)
- Toscana (+5,8%)
A livello provinciale, salgono sul podio Roma, dove l’industria della bellezza conta quasi 11.000 attività, Milano (con oltre 8.000 imprese) e Napoli (con più di 6.000). Le tre province sono ai vertici della classifica anche considerando l’aumento delle attività tra il 2012 e il 2017:
- Roma (+977 imprese), grazie soprattutto alla diffusione dei saloni di barbiere e parrucchiere (+824)
- Milano (+583) e Napoli (+193) dovuto, in particolare, all’aumento degli istituti di bellezza (rispettivamente +342 e +151)
Ma la diffusione delle attività specializzate nel wellness interessa anche realtà provinciali più piccole. Nella Provincia di Pisa, ad esempio, si registra quasi l’11% di imprese in più rispetto al 2012; nella Provincia di Frosinone le imprese sono cresciute del 10,3%; nell’area provinciale di Cagliari del 10%. Aumenti prossimi al 10% interessano, oltre alla Provincia della Capitale, anche quelle di Pordenone, Latina, Sassari, Benevento.
L’articolo originale è in WeCanBlog
Autore: We Can Job. Per approfondimenti su formazione e lavoro visita il sito Wecanjob.it.