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Reddito di Inclusione, si stava svezzando, soffocato in culla.

L’Osservatorio statistico dell’INPS ha fornito l’aggiornamento dei dati sullo stato di attuazione del Reddito di inclusione (ReI). In particolare le informazioni essenziali statistiche sui nuclei familiari percettori del beneficio economico.  I dati riguardano il periodo che va da gennaio a dicembre 2018. Registrano gli effetti delle modifiche intercorse dal luglio 2018 in termini di allargamento della platea dei beneficiari e dell’ammontare del contributo. 

1. E’ aumentato nel corso del 2018 il numero dei beneficiari (462 mila nuclei familiari; 1,3 milioni di persone). La maggior parte dei benefici sono stati erogati nelle regioni del Sud. La distribuzione percentuale per aree geografiche non ha subito modifiche.

 

 

 

Persiste l’addensamento maggiore di nuclei beneficiari e di persone coinvolte nel sussidio nelle due regioni Campania e Sicilia.

Il numero dei nuclei percettori per cittadinanza, distinti tra comunitari ed extra comunitari, non è modificato con l’allargamento della platea dei beneficiari su base annua. 

 

Delle 179 mila domande del periodo luglio-dicembre 2018, il 40% è imputabile a nuclei di un sola componente. Infatti l’eliminazione dei precedenti requisiti familiari ha avuto ricadute sulla distribuzione dei nuclei percettori per numero di componenti: è prevalente la classe con un solo componente. In precedenza, fino a luglio, risultava quella con tre componenti. Ciò ha determinato una diminuzione dell’importo medio mensile erogato: dal valore massimo di maggio 2018 pari a 312 euro si è scesi a dicembre a 282 euro.

 

E’ confermata la distanza tra l’importo medio erogato e quello massimo erogabile; incide a riguardo la presenza di trattamenti assistenziali. 

Dai dati risulta che solo il 43% del contingente iniziale, pari a 82 mila nuclei, ha percepito 12 mesi del beneficio; indica ciò la presenza di interruzioni della durata di erogazione. Inoltre esiste un elevato “turn over” della popolazione beneficiaria. 

Nel periodo in esame non vi sono significative modifiche nei numeri assoluti e nelle percentuali dei nuclei con minori: sono 243 mila, rappresentano il 53% dei nuclei beneficiari, coprono il 71% delle persone interessate. La maggioranza dei nuclei con minori è quella con quattro componenti, che rappresenta il 32% del totale. 

Aumentano in assoluto i nuclei con disabili (82 mila, rappresentano il 18% dei nuclei beneficiari, coprono il 17% delle persone interessate). La maggioranza dei nuclei con disabili è quella con un solo componente, che rappresenta il 28% del totale.

 

 

 

Osservazioni

I dati, come già affermato, testimoniano innanzitutto lo sforzo dei comuni nella fase di acquisizione e valutazione delle domande ReI e configurano la struttura dell’Osservatorio. E’ questo un aspetto che può essere valorizzato all’interno dell’esperienza dei patti per l’Inclusione sociale, nel costituendo Sistema informativo sociale proprio della normativa del RdC.

La base annuale dei dati evidenzia solo i primi (e ultimi) passi di un’esperienza specifica di contrasto alla povertà assoluta di segno universalistico. Interessanti, ma che non si avrà tempo di approfondire, sono fenomeni quali il non completamento del periodo di durata dei sussidi e l’alto “turn over” dei beneficiari del ReI. 

Da fine febbraio non è più possibile presentare la domanda ReI, pertanto l’attuale è un report, almeno per i dati presentati, conclusivo dell’esperienza. Mancano infatti le informazioni relative ai piani personalizzati definiti, avviati e conclusi.

Nel frattempo, il governo è impegnato, da una parte alla conversione del decreto legge limitando le modifiche, e dall’altra,  a fare  tutti gli sforzi per il  decollo degli aspetti relativi alla prima fase applicativa del RdC: – la presentazione delle domande a partire da marzo 2019 (anche se mancano al momento che scriviamo alcuni atti quali il modulo per la domanda, la convenzione con i CAF); – la verifica dei requisiti da parte dell’INPS (con qualche dubbio sul rispetto dei giorni fissati per l’accertamento dei requisiti), – la comunicazione alle Poste e al beneficiario al fine della consegna della Carta).  L’obbiettivo è quello di far pervenire entro aprile-maggio la denominata Carta di Cittadinanza.  Più complicato è il decollo della messa in atto degli aspetti relativi all’attivazione verso il lavoro ma anche verso l’inclusione sociale, per sottovalutate questioni istituzionali (rapporto con regioni e comuni), di implementazione (rafforzamento dei servizi per il lavoro, servizi sociali, tutor di accompagnamento, i cosiddetti “navigator”, i sistemi informativi e le piattaforme tecnologiche), le questioni successive di coinvolgimento e di appeal delle imprese (la convinzione sottostante della dominanza del mismatching, dell’efficacia dell’incentivazione all’imprese al fine occupazionale, la presunzione punitiva).

Sembra confermarsi   l’ipotesi di voler consegnare le Carte a partire da aprile, prima delle elezioni e consentirne l’utilizzo per il periodo che precede le fasi di attivazione del beneficiario, anche per la non soluzione delle difficoltà citate di implementazione del sistema di governance e gestionale.

 

[I]I dati pubblicati si basano sulle domande trasmesse all’INPS dai comuni di residenza dei nuclei richiedenti; viene fornito il numero di nuclei beneficiari e il numero dei soggetti interessati per: regione di residenza, numero di componenti il nucleo familiare, presenza di minori nel nucleo, presenza di soggetti disabili nel nucleo e cittadinanza del richiedente.

 Il presente articolo aggiorna i dati dell’Osservatorio presentati in una precedente Newsletter di novembre 2018.

[II]Vedi grafico seguente.

 

 

[III]Vedi tabella 1

 

 

[IV]Vedi grafico seguente.

 

 

Il valore del beneficio massimo mensile è ridotto dell’importo mensile degli eventuali trattamenti assistenziali percepiti dalla famiglia nel periodo di fruizione del REI, esclusi quelli non sottoposti alla prova dei mezzi, come ad esempio l’indennità di accompagnamento.

[V]Vedi tabella seguente.

 

 

[VI]Nel momento che scriviamo non sono state presentate in Aula gli emendamenti concordati dal governo. Notizie stampa riportano interventi che modificano: – le modalità di attestazione del patrimonio da effettuare da parte delle autorità di origine e in lingua italiana, previa verifica dei consolati. Attestazioni che non sarebbero necessarie per Paesi, successivamente indicati, ove sussistenti riconosciute difficoltà; – la decorrenza della data di separazione o divorzio, onde evitare dichiarazioni elusive. 

 

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