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I giovani e la loro protesta ambientale

Di fronte al problema del degrado ambientale gli adulti, anche i più sensibili, rimangono schiacciati dalla complessità del problema per la varietà delle sue manifestazioni e per la scarsa prevedibilità del suo sviluppo.

E’ vero che le scienze ambientali hanno fornito una cassetta di analisi e di interventi per uno sviluppo sostenibile ma questa cassetta contiene anche aspetti problematici dal punto di vista applicativo. I costi elevati delle nuove tecnologie di intervento sull’ambiente, sul clima sono economicamente sostenibili dai paesi più avanzati, ma non alla portata dei paesi emergenti che si trovano nella fase produttiva delle tecnologie più inquinanti. Vincoli ambientali troppo rigidi potrebbero frenare la crescita in atto rallentando il loro percorso verso condizioni di vita più decenti.
Ma anche nei paesi avanzati modelli di sviluppo sostenibile risponderebbero all’esigenza di rendere compatibile nel medio periodo crescita economica e salute ambientale. Nel breve periodo, però, i processi di ristrutturazione nella produzione e nei consumi peserebbero sull’occupazione e sulle condizioni di vita delle classi più disagiate, uscite malconce dalla grande crisi non ancora risolta. Di fronte a questo ingorgo di problemi gli adulti tendono ad arrendersi. Non così i giovani che, tutelati dal velo di ignoranza per quanto riguard a il loro futuro, mantengono la vitalità del pensare l’impensabile. E scoccano la loro freccia direttamente sull’ambiente, quale obiettivo prioritario che ha qualcosa di mistico.
Chi se ne frega della paralizzante complicazione degli adulti.
Il mondo sta andando in pezzi, bisogna ripararlo prima che sia troppo tardi. Con questo atteggiamento i giovani fanno politica, anzi alta politica perché esprimono quell’idea di futuro che è l’alimento della politica. E fare politica significa attivare la partecipazione politica mantenendo alta la tensione ideale dell’ambientalismo perché i decisori pubblici e privati includano tale variabile nelle loro scelte. Non mancheranno i rischi della manipolazione mediatica, dell’interesse interessato delle volpi della politica, dell’abbandono dei giovani che passeranno ad altro.
A questo proposito è importante l’indicazione emersa dai giovani più adulti, di tenere forte il legame con gli operatori scientifici che studiano i fenomeni ambientali, così da mettersi al riparo dalle informazioni fasulle alimentate strumentalmente nella rete. Infine l’impegno politico non può ridursi nel chiedere ad altri comportamenti corretti. Bisogna anche offrire agli altri la testimonianza della propria coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa nella vita concreta. Lo sviluppo sostenibile richiederà mutamenti negli stili di vita. Non consumare meno ma consumare meglio. Un salto culturale per una società impigrita nei suoi interessi individuali. Una sfida perché questa impensabile speranza possa sopravvivere nel tempo. 

 

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