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RdC. Aggiustamenti di diritto. Aggiustamenti delle attese?

Tre sono gli aggiornamenti  sulla costruzione concreta del Reddito di Cittadinanza (RdC): l’approvazione definitiva della norma, che parzialmente, ma non in maniera significativa, modifica l’impianto del Decreto legge (e di cui documentiamo il testo coordinato); i dati sulle richieste di RdC che evidenziano le prime tendenze in atto; l’intesa tra Stato, Regioni e Province autonome su “Potenziamento dei Centri per l’impiego”  su quantità, ruolo e distribuzione dei cosiddetti “navigator”. 

E’ utile aggiungere alcune informazioni rispetto alla Carta Acquisti e al Reddito di Inclusione (ReI).

 

Le richieste di RdC

Secondo i dati INPS al 26 aprile sono state 946.569 le domande di RdC presentate. Agli inizi di aprile erano state 806.878.

Nella distribuzione regionale il maggior numero delle richieste proviene dalla Campania (160.333), seguita dalla Sicilia (150.590). Poi Lazio, Puglia e Lombardia (rispettivamente 87.500, 83.190 e 82.696).

Le domande sono state effettuate prevalentemente tramite il canale dei CAF (con 709.521 richieste), seguiti dalle Poste (222.645) e dai Patronati (14.403). Questo andamento risulta confermato in tutte le regioni. 

Le richieste provengono prevalentemente dalle donne: 513.571 contro le domande 432.998 degli uomini. L’andamento è analogo in tutte le regioni e per tutti i canali di presentazione (CAF, Poste, Patronati). 

Nei dati INPS di inizio aprile veniva illustrata la distribuzione per età. La fascia d’età prevalente dei richiedenti risultava tra 45 e 67 anni: 494.213 domande (poco più del 61%); di seguito quelli con un’età compresa tra i 25 e i 40 anni, con 182.100 domande (di poco inferiore al 23%). Il resto è distribuito tra gli ultra 67enni (105.699 domande, leggermente superiore al 13%) e poco più del 3% tra i minori di 25 anni. Questo andamento risulta confermato anche se non è esplicitato dai dati forniti.

Le richieste pervenute da cittadini comunitari ed extracomunitari sono 116 mila, quelle di extra Ue residenti in Italia da dieci anni sono 86 mila. Entrando più specificamente nella provenienza di questi ultimi, sono 23.335 le domande dei cittadini rumeni, 21.198, le domande di cittadini di nazionalità marocchina, 9.724 quelle di cittadini albanesi.

Fonti istituzionali, ma non dati statistici, indicano una percentuale di rigetto delle domande che si aggira intorno al 25%.

Si propone in questo modo la capacità del provvedimento nell’obiettivo di contrastare la diffusione della povertà, soprattutto per quanto riguarda la platea stimata (1,3 -1,7 milioni) in fase di presentazione.

 Altro aspetto non ancora monitorato compiutamente per i tempi di distribuzione delle card è la effetiva capacità di spesa riconosciuta ai beneficiari. 

Le card approvate dall’Inps e in distribuzione degli uffici postali sono circa 490 mila. La dotazione media è di 520 euro. Per un terzo sono pari o inferiori a 300 euro, per circa sessantamila card il plafond di spesa è inferiore a 100 euro.

Ridimensionamento degli obiettivi di copertura e dotazione delle card introducono le riflessioni, ancora incomplete sul limitato contrasto alla povertà e sulle  conseguenze relative all’utilizzo del risparmio dei fondi stanziati.

 

 La sigla dell’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni relativa al Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’Impiego e delle politiche attive del lavoro mette fine al conflitto sorto in merito alle competenze istituzionali in materia di politiche attive del lavoro, alle modalità di assunzione dei cosiddetti “navigator” e al loro ruolo nelle politiche attive collegate al RdC. 

Il ruolo dei “navigator”, a seguito dell’intesa con le regioni, non corrisponde a quanto originariamente previsto: non gestiranno direttamente la presa in carico del soggetto nell’accompagnamento alla ricerca del lavoro; piuttosto affiancheranno gli operatori dei centri per l’impiego a cui forniranno assistenza tecnica.

In una prima fase saranno 3 mila i “navigator” selezionati da ANPAL Servizi -agenzia di natura privata ma completamente controllata da capitale pubblico – e che verranno messi a disposizione delle Regioni mediante specifici accordi bilaterali.

 Altri 3 mila operatori saranno selezionati in una seconda fase dalle Regioni.

Le 6 mila nuove unità si aggiungono alle 4 mila già previste dalla Legge di Bilancio varata a fine anno e ai 1.600 precari per i quali la stabilizzazione era stata promessa – ma finora mai realizzata – nel dicembre 2017. 

La ripartizione dei 3 mila “navigator” vede al primo posto la Campania seguita dalla Sicilia e la Lombardia (329). Seguono Lazio (273), Puglia (248), Piemonte (176), Calabria (170), Emilia Romagna (165), Toscana (152), Veneto (142), Sardegna (121), Liguria (66), Marche (55), Abruzzo (54), Friuli Venezia Giulia (46), Umbria (33), Basilicata (31), Molise (13), Valle d’Aosta (6).

 

Sopravvive nel frattempo la Carta Acquisti. Ne è in vigore tuttora la normativa ed il finanziamento, anche se i dati dei beneficiari non sono aggiornati. Allo stato attuale secondo l’interpretazione del governo  è cumulabile con il RdC, pur proponendosi la questione della sua destino futuro per la sovrapposizione dell’intervento.

 

L’Osservatorio INPS sul ReI ha inoltre fornito i dati aggiornati al mese di marzo 2019.

Sono stati erogati benefici economici a 506 mila nuclei familiari con 1,4 milioni di persone beneficiarie. Il Sud conferma di essere destinatario della maggior parte dei benefici Sud (68%), con il 71% delle persone coinvolte.

di ReI, che rappresentano il 50% delle persone coinvolte, risiedono In sole due regioni (Campania e Sicilia) risiede  il 46% dei nuclei beneficiari. A seguire Puglia, Lazio, Lombardia e Calabria coprono un ulteriore 29% dei nuclei e il 28% delle persone coinvolte.

L’11% dei beneficiari risulta essere un extracomunitario; al Nord tale incidenza sale al 29%.

Le prestazioni decorrenti nel periodo gennaio – marzo 2019, significative per l’imminenza dell’entrata in vigore del RdC, risultano 38 mila.

L’importo medio varia sensibilmente passando da 176 euro per i nuclei monocomponenti a 428 euro per i nuclei con 6 o più componenti. L’abrogazione da luglio dei requisiti familiari ha determinato una diminuzione dell’importo medio mensile erogato: dal valore massimo di maggio 2018 pari a 311 euro si è scesi a marzo 2019 a 280 euro.

I nuclei con minori sono 258 mila: essi rappresentano il 51% dei nuclei beneficiari e coprono il 70% delle persone interessate. La classe maggioritaria dei nuclei con minori è quella con quattro componenti, che rappresenta il 32% del totale. 

I nuclei con disabili sono 93 mila e rappresentano il 18% dei nuclei beneficiari, coprendo il 18% delle persone interessate. La classe maggioritaria dei nuclei con disabili è quella con un solo componente, che rappresenta il 29% del totale.

 

 

Osservazioni.

La conversione del decreto sul RdC non ha introdotto significative modifiche nell’impianto.  Non ha rivisto, per esempio, la sperequazione nel trattamento delle famiglie numerose, delle persone disabili, delle persone senza dimora. Restano quindi quei rilievi evidenziati nella illustrazione del Decreto Legge . 

Dai dati quantitativi presentati è ipotizzabile una limitazione del numero di card rispetto alle cifre stimate. I confronti con ReI non sono attendibili, trattandosi di tempi, requisiti e percorsi di accesso diversi e completamente territorializzati (ReI) a fronte della comparazione centralizzata propria del RdC.

Risulta tra i beneficiari del RdC una maggiore presenza di donne o di persone in età matura o avanzata rispetto alle classi di età giovanili. Ciò comunque potrebbe essere collegabile alla configurazione di reddito familiare. E alla opportunità di divisione dei ruoli nell’esposizione del beneficiario, rispetto all’incertezza nella valutazione delle convenienze. E’ allo stato attuale prematuro l’approfondimento della questione intestatario della card, accesso a servizi e prodotti tra familiari e successivo patto di attivazione.

Da valutare la significativa percentuale di persone non italiane: è da mettere in relazione alle particolari condizioni che rendono non facile l’accertamento di alcuni requisiti di accesso? E l’eventuale questione di riconosciuta incostituzionalità dell’anzianità di permanenza in Italia non ne incrementerà il numero dei beneficiari? 

Stiamo ancora nella “zona franca” dalle condizioni di attivazione lavoristica (accompagnamento al lavoro, accettazione o rifiuto delle offerte congrue) ovvero sociale (le otto ore settimanali, incrementabili, da dedicare a lavori socialmente utili dei Comuni).  Non è quindi possibile calcolare l’efficacia del sistema RdC a riguardo. Tenendo presenti: stato dei Centri per l’Impiego e dei Comuni, tempi di maturazione dell’operazione “navigator”, disponibilità di offerte congrue.

Emergono non quantificati statisticamente, ma sollevati da alcuni CAF, alcuni casi di richiesta di revoca delle domande. Probabilmente da collegarsi a cattiva informazione sul dispositivo.

Non pare compiuta l’operazione di integrazione degli interventi relativi alla povertà, mantenendosi in vita la carta acquisti.

Non è ancora il tempo di bilanci, seppur provvisori. Ma prima il tempo delle elezioni europee.

 

 

 

 

 

 

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