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A Gianni De Michelis, caro e grande Ministro

Nel momento che hai deciso di lasciarci voglio ricordarTi con tutta la stima, l’affetto e la riconoscenza che ti ho sempre riservato, per la fiducia che mi hai accordato trascinandomi in una avventura meravigliosa come dirigente al servizio dello Stato.

Abbiamo cominciato dalla ristrutturazione delle imprese a partecipazione statale che hai guidato con una lungimiranza straordinaria, da vero socialista riformista. Abbiamo attraversato i territori (Pomigliano d’Arco, Porto Vesme, Porto Marghera) e incontrato gli uomini, gli operai, che soffrivano sul serio i cambiamenti ma, grazie a te, li capivano.

Poi il Ministero del Lavoro con la politica dei redditi e il superamento di rigidità teoriche (come la scala mobile) ormai incompatibili con la globalizzazione, fenomeno che hai compreso ed affrontato per primo. Dalla tua parte sindacalisti del calibro di Pierre Carniti, Ottaviano Del Turco, Giorgio Benvenuto, tra gli altri. Ma anche il rispetto degli altri.

Come direttore della formazione professionale mi hai dato (35 anni fa) tre direttive di attività: alfabetizzazione informatica di massa, formazione a distanza, e avvio di un sistema moderno di orientamento professionale per andare incontro ad un mondo del lavoro che cambiava radicalmente (con l’incarico all’ISFOL di realizzare il primo Repertorio delle professioni, nucleo iniziale dell’Osservatorio del mercatodel lavoro). 

Grazie Gianni, mi hai insegnato ad essere uomo con il coraggio della verità senza l’ipocrisia, correndo i rischi che la vita propone a tutti. E con la tua presenza morale e la tua amicizia sulla quale si poteva sempre contare.

La mia vita professionale è iniziata con te, certo, ma anche quella Politica. Il Partito socialista ha vissuto con te, e sotto la guida di Bettino Craxi, una grande stagione di presenza nell’Italia da riformare profondamente, nell’Europa da reinventare dopo il 1989 (dalla caduta del Muro a Maastricht) in un mondo non più bipolare ma multilaterale e infine nel Mediterraneo dove l’Italia non poteva che svolgere una vera politica estera di cooperazione e controllo dei fenomeni sociali.

Ero fiero di essere socialista con uomini come te perché affrontavano i problemi senza pregiudizi ideologici ma con pragmatismo. La tua intuizione sui giacimenti culturali come il vero petrolio dell’Italia!

Attenzione, pragmatismo e riforma non hanno mai voluto dire “carpe diem”, vivere a un palmo dal nostro naso, cavalcare le emozioni e il consenso giornalieri……al contrario tu ci dicevi che trovare la strada e la soluzione migliore dei problemi, esige di guardarsi intorno a 360 gradi e di guardare lontano.  Questo il tuo vero e indimenticabile insegnamento: conoscere a fondo la realtà per poi poterla governare. Prevedere gli scenari a medio termine per valutare le scelte del presente.

Ciao Gianni, mi mancherai ma resti la mia guida anche oggi!

 

*Già Direttore Generale del Ministero del lavoro e del Welfare

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