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Questa è la nostra proposta fiscale

 

Cgil, Cisl e Uil da tempo denunciano che la pressione fiscale in Italia è insopportabile per i lavoratori dipendenti e pensionati che contribuiscono al gettito Irpef per il 94,8% dell’imposta netta. 

È assolutamente prioritario ridurre il peso delle imposte che grava su queste categorie, per questo Cgil Cisl e Uil chiedono che si operi una riforma complessiva del fisco italiano improntata ad una piena progressività su redditi e ricchezze, la quale operi per tutti i contribuenti italiani superando le attuali disparità. 

Le politiche fiscali sono strumento importante di redistribuzione e di sviluppo, utili per diminuire le diseguaglianze ed indirizzare le politiche industriali. 

Cgil, Cisl e Uil chiedono che si operi, quindi, una riduzione della pressione fiscale a partire da un aumento delle detrazioni specifiche per i redditi da lavoro dipendente e da pensione con delle misure che rafforzino la progressività nel nostro sistema fiscale. 

Allo stesso tempo troviamo che sia necessario riordinare le troppe e non sempre efficienti spese fiscali. 

Per un fisco realmente equo Cgil, Cisl e Uil sono convinte che sia necessario un netto cambiamento nel contrasto all’evasione fiscale con una messa in campo di una reale e forte volontà politica di curare questo vulnus fiscale e democratico del nostro Paese. 

INCREMENTO DELLE DETRAZIONI PER IL LAVORO DIPENDENTE E PENSIONATI E RIMODULAZIONE DI ALIQUOTE E SCAGLIONI 

CGIL, CISL e UIL chiedono che siano incrementate le detrazioni Irpef spettanti sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, poiché in questo modo si darebbe una maggiore liquidità a milioni di cittadini e famiglie italiane sostenendo concretamente la crescita della domanda interna, fondamentale per il rilancio dell’economia del nostro Paese; l’aumento 

delle detrazioni avrebbe anche l’effetto positivo di ampliare la no tax area

Per questo proponiamo che prioritariamente vengano aumentate in modo significativo le detrazioni per lavoro dipendente e pensione innalzando al contempo la soglia reddituale dei beneficiari. 

Bisogna inoltre ridefinire le aliquote IRPEF, gli scaglioni e le basi imponibili rispettando la progressività prevista dalla Costituzione per tutte le tipologie di reddito. 

In concreto andrebbero rimodulate detrazioni, aliquote e scaglioni in modo da migliorare la progressività e l’equità del tributo senza eliminare l’intervento strutturale degli 80 euro le cui risorse dovranno essere preservate nella loro destinazione (a favore di lavoratori dipendenti con redditi medio/bassi). Tali risorse, infatti, non dovranno in alcun modo costituire una forma di copertura per una eventuale nuova riforma fiscale. 

Cgil Cisl e Uil ritengono inoltre necessario ridurre l’imposizione tributaria sugli incrementi contrattuali a sostegno di una nuova stagione di rinnovi e consolidare la detassazione della contrattazione di secondo livello che avrebbe un effetto positivo sul reddito dei lavoratori. 

RIMODULAZIONE DELLE SPESE FISCALI 

CGIL, CISL e UIL ritengono che sia necessario avviare e concludere in tempi celeri una rimodulazione delle centinaia di spese fiscali che ad oggi operano nel nostro sistema. Misure che a volte sono obsolete o che hanno perso di efficacia, per questo crediamo che sia necessario utilizzare anche il lavoro già svolto dalle commissioni istituzionali operando un riordino complessivo di tutte le agevolazioni, procedendo ad una contestualizzazione e ad una verifica della reale efficacia rispetto agli scopi che ne hanno generato l’introduzione. 

Bisogna, poi, rimodulare il sistema delle agevolazioni alle imprese che deve essere orientato a comportamenti meritori sull’occupazione, la sostenibilità ambientale, la formazione, gli investimenti, salute e sicurezza. 

Per Cgil, Cisl e Uil è opportuno che questo necessario lavoro di riordino sia fondato sul rispetto anche dei principi di sostenibilità sociale ed ambientale a cominciare dalla ridiscussione di quelle agevolazioni che rientrano nel “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi”. 

Per CGIL, CISL e UIL è però fondamentale che da questo lavoro non si generi un indiretto aumento della pressione fiscale per i contribuenti, per questo riteniamo che sia necessario preservare quelle di rilevanza sociale. 

FISCO LOCALE 

La fiscalità locale incide in modo considerevole sul potere d’acquisto e sul reddito di lavoratori e pensionati, per questo è da tenere all’interno del dibattito. Per Cgil, Cisl e Uil è necessario rivedere in maniera organica la tassazione locale scongiurando ulteriori aggravi di tassazione. 

 

FISCO PER LA FAMIGLIA 

Cgil, Cisl e Uil chiedono che sia introdotto un nuovo assegno familiare universale, aggregando in un unico istituto l’attuale assegno al nucleo familiare e le detrazioni per familiari a carico. 

UNA SVOLTA NELLA LOTTA ALL’EVASIONE 

L’Italia ha la maglia nera in Europa per l’evasione fiscale.
La Commissione governativa sull’economia non osservata ha quantificato in oltre 107miliardi di euro l’evasione annuale, di cui 35 miliardi di euro di sola imposta Iva. Questi numeri spiegano innanzitutto che il problema del debito italiano, più che derivante da eccesso di spesa sociale come spesso viene raccontato, è un problema di mancate entrate. È evidente, quindi, che combattere l’evasione sia un passo imprescindibile per giungere ad una vera riforma del fisco italiano. 

Cgil, Cisl e Uil propongono una soluzione di sistema articolata in 10 punti: 

1.Operare una svolta politica alla lotta all’evasione attraverso strumenti di indagine innovativi e revisionare, rafforzare ed inasprire il sistema sanzionatorio e delle pene accessorie.

2.Costituire un ufficio dedicato presso l’Agenzia delle Entrate con compiti esclusivi di accertamento e di profilazione del rischio dei contribuenti, attraverso l’incrocio di tutte le banche dati disponibili, elaborando un meccanismo che ne tuteli la privacy; il tutto al fine dare piena possibilità alle agenzie fiscali di individuare prontamente comportamenti illeciti. Inoltre è imprescindibile rafforzare l’organico dell’Agenzia delle Entrate in particolare con professionalità legate alla digitalizzazione e al trattamento dei dati, per garantire l’aumento della compliance e della riscossione come testimoniato dai positivi esiti dell’introduzione della fatturazione elettronica.

3.Elevare a rango costituzionale lo Statuto del Contribuente.

4.Incentivare i pagamenti tracciabili anche con accordi col sistema bancario, al fine di non far gravare eventuali maggiori costi sui cittadini e le imprese e abbassare la soglia massima del contante.

5.Estendere il meccanismo della ritenuta alla fonte anche ai redditi di lavoro autonomo implementando meccanismi che consentano il versamento diretto dell’Iva e di anticipi su le altre imposte.

6.Prevedere l’obbligo di presentazione della dichiarazione ISEE contestualmente alla dichiarazione dei redditi per fruire di detrazioni e bonus.

7.Individuare forme di contrasto di interessi per servizi alle famiglie, anche temporanei ed in settori specifici, adeguando per i successivi anni fiscali gli indici sintetici di affidabilità delle categorie coinvolte.

8.Valorizzare il ruolo dei centri di assistenza fiscale come strumenti di innovazione del sistema e di semplificazione per il cittadino e contribuente. 

9.Varare una “regola d’oro” che preveda controlli su i redditi dichiarati almeno una volta ogni 5 anni.

10.Per combattere l’evasione internazionale ed il tax gap bisogna contrastare i paradisi fiscali, soprattutto quelli interni all’Unione procedendo ad una unificazione in ambito europeo delle basi imponibili, all’introduzione di una web tax che ponga fine alle pratiche elusive, alla piena applicazione della TTF la tassa sulle transazione finanziarie ad altissima frequenza e una carbon tax continentale.

LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE E PER LA SOLIDARIETÀ FISCALE 

Le diseguaglianze, nel nostro Paese, hanno raggiunto negli ultimi anni dimensioni preoccupanti, anche per effetto dei 10 anni di crisi, generando un enorme ingiustizia sociale. L’indagine di Banca d’Italia pubblicata lo scorso anno sottolineava come il 5% delle famiglie possiede il 40% della ricchezza privata totale del Paese. Se poi ci concentriamo sulle ricchezze finanziarie, troviamo che il 10% delle famiglie possiede quasi il 53% di tale ricchezza (in crescita del 5% negli ultimi 10 anni). 

Cgil, Cisl e Uil ritengono che bisogni attuare politiche sociali ed economiche che colmino queste diseguaglianze e utilizzare anche la leva fiscale. 

Per Cgil, Cisl e Uil tutte le maggiori entrate derivanti dall’attuazione di queste misure e dal contrasto all’evasione fiscale dovranno essere automaticamente destinate alla riduzione della pressione fiscale per i lavoratori dipendenti e i pensionati, ad investimenti pubblici finalizzati allo sviluppo, alla creazione di lavoro, alla modernizzazione delle infrastrutture materiali, immateriali e sociali. 

 

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