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Landini: ” Certo che è uno sciopero politico”

Maurizio Landini dagli anni Ottanta non ricordo un fuoco di sbarramento preventivo contro uno sciopero paragonabile a quello che si sta riversandosi su di lei, segretario della Cgil e su Pier paolo Bombardieri, della Uil .Vi accusano di irresponsabilità per aver proclamato 8 ore di astensione dal lavoro dopo domani,16dicembre. Come lo spiega?

E’ il segno di una insensibilita’ che rischia di diventare maggioranza nel Palazzo. Di fronte a un disagio sociale crescente questo è pericoloso, ma ci mette nella scelta di chiamare alla lotta chi ha visto deluse le sue aspettative di equità fiscale in un Paese con oltre 100 miliardi di evasione. E’ un tema sindacale, ma è anche una questione politica di salvaguardia della democrazia

La vostra protesta contro il governo sembra percepita come atto di lesa maestà.

Diciamo che la stagione infausta della disintermediazione ha provocato una tale rimozione della questione sociale da far apparire dirompente quello che è un atto di vera autonomia sindacale. Questa è la nostra natura confederale, non siamo un sindacato solo di mestiere. Rivendichiamo la necessità di una trasformazione sociale, ineludibile in un Paese colpito dalla pandemia, che acuisce le disuguaglianze e riduce in povertà tanti lavoratori.

La mancata adesione della Cisl delinea una contrapposizione fra sindacato “buono” e sindacati “cattivi”

Si finge di ignorare che scioperiamo sulla base di una   piattaforma unitaria, condivisa anche dalla Cisl. Non andiamo in piazza con proposte diverse e se la Cisl ha scelto di manifestare due giorni dopo è la conferma che il Governo non ha tenuto conto delle nostre richieste. L’ intero movimento sindacale chiede sia riconosciuto il suo ruolo in una fase cruciale che prevede il buon impiego degli investimenti del Pnrr, transizione ecologica, riconversione industriale e nuove politiche di tutela della dignità del lavoro.

Forse scommettono sul fallimento dello sciopero

Peggio, rimuovono il malessere nel Paese che noi abbiamo percepito in un mese e mezzo di assemblee, prima di deciderci allo sciopero. Questo tema interroga anche la sinistra e le forze progressiste. Le ripeto: non temo l ‘accusa di fare politica, è nella natura del sindacato confederale promuovere istanze che richiedono una profonda trasformazione sociale. II sindacato ha il dovere di rappresentare il disagio e scongiurare lacerazioni sociali, ha il compito di tutelare il lavoro e rafforzare la democrazia. 

Le forze politiche sembrano concentrate nella tutela del ceto medio, anche a scapito dei bassi redditi. Forse perchè le periferie ormai non votano ?

Se la politica non si pone il problema di riportare al voto la maggioranza di quelli che stanno peggio, saranno guai per tutti. Invece hanno posto il veto perfino a quel minimo contributo di solidarietà proposto da Draghi a carico degli alti redditi per compensare il caro bollette dei piùù poveri. Era un minimo sacrificio di 270 euro all’anno, che non cambiano la vita a chi ha un reddito sopra i 75 mila euro.

Come lo spiega? I partiti si battono per il super bonus sulle ristrutturazioni edilizie, ma non per gli sgravi fiscali ai lavoratori poveri.

Non a caso le forze di governo che hanno rifiutato il contributo di solidarietà sulle bollette sono le stesse che ora chiedono la rottamazione delle cartelle fiscali, cioè un’altra forma di condono. 

Perché, secondo lei?

Restano aggrappati alidea sbagliata che il mercato possa affrontare da sé storture che invece si aggravano. Una vera giustizia sociale passa attraverso il patto di cittadinanza fondato sull’equità fiscale, come previsto dalla Costituzione. Ciò che questa legge di Bilancio ha disatteso.

Lei insiste nell’additare le responsabilità dei partiti . Ma il premier le ha assecondate.

So bene che le decisioni alla fine le prende Draghi. Serve un metodo fondato sul confronto preventivo. Non solo informarci dopo che la sua maggioranza ha imposto le decisioni. Se Draghi fa il premier, dipende da una crisi della politica. In altre circostanze, nonostante la pandemia e il Pnrr, saremmo andati a elezioni. lo ho trovato giusta la scelta di Mattarella. Draghi può svolgere una funzione importante per il Paese, con il suo prestigio internazionale. Ma noi lo giudichiamo per quello che fa.

Vi ha delusi?

Non si può tacere che la destra di governo lo ha messo in minoranza, una responsabilità collettiva su una manovra iniqua e non certo di giustizia sociale. Lui ha ceduto, per me questo è un elemento da rendere esplicito.

Come risponde a chi vi accusa di dividere il Paese in un momento difficile?

Lo capirete giovedì dalle cinque piazze delle nostre manifestazioni. Nella storia di questo Paese il sindacato ha dato contributi fondamentali alla tenuta della democrazia. Lo sciopero è uno strumento finalizzato a unire, non a dividere. Ma la democrazia si tutela se la politica riconosce lavoro, che invece oggi viene svalorizzato.

 

*intervista al Fatto Quotidiano del 14/12/2021

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