Caro direttore, la Cisl ha detto con chiarezza no allo sciopero generale del 16 dicembre proclamato da Cgil e Uil. Una decisione che noi riteniamo sbagliata e controproducente perché rischia di indebolire il mondo del lavoro in un momento difficile della vita del Paese, in cui abbiamo bisogno di unità e maggiore dialogo tra istituzioni e corpi intermedi, come ha ricordato ieri il Presidente Mattarella.
Per questo la Cisl ha scelto di organizzare una manifestazione sabato prossimo a Roma nel segno della responsabilità, che punta a valorizzare i risultati raggiunti, a migliorare ulteriormente i contenuti della manovra e ad impegnare il governo sulle stringenti priorità economiche, senza esasperare il conflitto nei rapporti sociali e industriali.
La pandemia ha allargato le diseguaglianze, il divario nord- sud, l’area della povertà e della precarietà. Dobbiamo ancora recuperare circa 300 mila posti rispetto al pre -crisi ed evitare che altre imprese chiudano o delocalizzino all’estero le produzioni, lasciando a casa migliaia di persone. Bisogna cogliere i primi evidenti segnali di risveglio nell’ economia, negli indici di produzione industriale e di occupazione, nelle ore lavorate, nella produttività.
Per consolidare tutto questo occorre remare uniti, verso un “patto sociale” che colleghi crescita, lavoro e coesione, dando alle risorse europee forti condizionalità occupazionali, incrementando le opportunità d’inclusione, specialmente per giovani e donne. Per arrivare a traguardi equi e duraturi non serve fomentare le piazze e le fabbriche: rischiamo di spezzare le solide interlocuzioni avviate con il governo e di recidere i fili del dialogo con le associazioni di impresa, isolando il sindacato nel momento in cui è chiamato ad esercitare il massimo protagonismo.
Nel caso della legge di Bilancio, abbiamo ottenuto significativi risultati con la mobilitazione unitaria, conquistando molte delle nostre rivendicazioni su ammortizzatori, abbassamento delle tasse su lavoratori e pensionati, sanità e contratti pubblici, non autosufficienza, politiche sociali, fondo sul caro bollette.
Riteniamo fondamentali questi passi, come pure gli impegni del Governo ad aprire il confronto per superare le rigidità della Legge Fornero e ad accelerare l’apertura della discussione sulla riforma complessiva del sistema fiscale. E’ importante il taglio dell”lrpef per sette miliardi ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati, sapendo che l’85 per cento di questa riduzione interesserà le fasce di reddito basse e medio basse da 15 a 50 mila euro. Inoltre i lavoratori dipendenti con retribuzioni fino a 35 mila euro potranno contare su una decontribuzione in busta paga che vale 1,5 miliardi aggiuntivi. ll governo si è poi impegnato, su nostra sollecitazione, ad allargare la no tax area fino a 8.500 euro per i pensionati e lo sblocco degli adeguamenti pensionistici, che da solo vale 4,7 miliardi.
Un sindacato pragmatico non può non cogliere questi importanti risultati, arrivati a seguito di una mobilitazione unitaria, responsabile e costruttiva. Per questa via oggi dobbiamo proseguire, dentro e fuori il perimetro della manovra, puntando a nuovi avanzamenti su lavoro e pensioni, politiche industriali e scuola, sostegno al reddito e caro-bollette, formazione e politiche attive. Bisogna consolidare l’interlocuzione con il governo in vista della fitta agenda di riforme che abbiamo di fronte.
Cgil e Uil ci ripensino, non compromettano il clima di unità costruito in questi mesi. Abbiamo di fronte a noi il compito della ricostruzione, un’opera paragonabile a quella della generazione del dopoguerra. Ãllora fu decisivo il Piano Marshall e il ruolo degli Stati Uniti; oggi possiamo contare su un nuovo spirito europeista e sulle risorse del Pnrr (e non solo) che dobbiamo saper spendere bene, con una governance partecipata.
Davvero un’occasione irripetibile per unire il paese, ridurre i divari, rilanciare investimenti pubblici e privati, creare lavoro sicuro, stabile e di qualità. E costruire un nuovo modello di sviluppo partecipativo, che dia protagonismo al mondo del Íavoro nelle grandi scelte del Paese.
*Segretario Generale Cisl, lettera pubblicata da La Repubblica 14/12/2021