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Putin e il suo fronte interno

Dal 2000, Vladimir Putin guida la Russia e vuol rimanere a vita (come Brezhnev?). Ha preso un paese umiliato e l’ha portato a sfidare l’occidente su un punto prioritario, non può avere un avamposto in Ucraina, perché la strada da Kiev a Mosca è breve.  L’Ucraina ha sempre guardato a ovest, vuole la Ue (non proprio la Nato, con cui non si mangia) e l’occidente ha commesso l’errore di ascoltarla, né poteva fare altro, ma lo poteva fare diversamente.  

Se l’Ucraina “sfugge”, rischia di scatenare le forze centrifughe della Russia, che ha perso vari pezzi ma rimane troppo grande e multietnica. In Russia, territorio equivale a sicurezza, anche in tempo di missili ipersonici, c’è ancora nostalgia di quando mezza Europa era sotto controllo, e perdere territorio e influenza conduce al disordine. 

I russi, giovani e meno giovani, non amano Putin, però lo ritengono lo zar di turno: ha ridato orgoglio al vecchio orso, è baluardo contro l’anarchia, cioè separatismo, nuovi oligarchi, nuovi boiardi, il caos in un paese nucleare.  Che non ha (e non avrà a breve) un sistema politico funzionante e una società civile, un’alternativa vera. 

Di sicuro i russi non vogliono la guerra con gli ucraini, sono troppo imparentati, ma solo loro possono fermare Putin. Lo ascoltano quando condanna la Nato che ha inglobato tutto, è nel Dna, ma una guerra col vicino significa morti (spesso figli unici), miseria per i poveri e ristrettezze per la classe media. La grottesca riunione dei pupazzi di Putin, in diretta tv, deve aver colpito tutti, e anche il suo strano discorso, una mummia venuta dal freddo.
 
Lui ha imparato che la guerra funziona, Siria etc, quindi anche in Ucraina, e considera gli occidentali poco rispettosi verso lui, che è la Russia. Ha 70 anni, sa solo rilanciare, ma pur nel suo isolamento di ori rococò dovrebbe percepire le crepe del paese. Usare la politica estera per fini interni è trucco antico, non garantito. 

Ora è diventato un duello tra Putin e il rinato (e già litigioso) occidente, ma rimane in silenzio il soggetto più importante, i russi. Non scenderanno in piazza con cartelli, non presto, ma le immagini dei carri armati risveglieranno memorie e paure, geleranno speranze di modesta normalità, nelle città e negli inscrutabili villaggi.  

Putin ha cambiato la costituzione, per rimanere al vertice fino al 2030 o 2036, vuole una Russia surgelata. Ma se il conflitto in Ucraina fa paura, ancora di più spaventa quel che accadrà quando Putin e la piazza russa, ora vuota e silenziosa, si misureranno.

 

 

*da In più, 23/02/2022

 

 

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