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“Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?”

Si è ironizzato sulle slides utilizzate dal Presidente del Consiglio per illustrare il suo Programma e in particolare sulla sua predilezione per gli annunci a futura memoria. Annunci – e questo è il punto – che riguardano quasi esclusivamente innovazioni legislative a prevalente impatto sul contenimento della spesa pubblica.

Nel frattempo, in amara coincidenza con le commemorazioni di Enrico Berlinguer ( a proposito ma quanti erano i comunisti italiani che militavano “altrove”?), riemerge – beninteso ad opera delle Procure della Repubblica – la “questione morale” connessa alla corruzione dilagante.

Queste due notizie di attualità mi suggeriscono un appello al Presidente del Consiglio e ai suoi Ministri.

Per favore data l’estrema urgenza, non fate altre leggi e provate ad “arrangiarvi” con quelle, “numerosissime” che già esistono e spesso aspettano di essere applicate.

D’altra parte è quello che sta facendo la Magistratura che stana i corrotti e i corruttori utilizzando la normativa in vigore.

E’ (anche) questa la Funzione del Potere esecutivo, quella di far applicare le leggi e di renderle applicabili.

E quindi nell’immediato e senza scoraggiare il miglioramento della legislazione si pongono due compiti improcrastinabili, l’adozione delle normative delegate e/o di secondo livello per dare concreta attuazione alla legislazione e la funzionalità della macchina amministrativa.

 

Le leggi son, ma chi pon mano ad esse Si chiedeva Dante e questo Renzi lo sa sicuramente.

Prima domanda: dobbiamo attendere l’ennesima riforma epocale della Pubblica Amministrazione per punire, rimuovere, licenziare i dirigenti inadeguati o forse – e qui sì con grande coraggio – utilizziamo la normativa esistente ?

E questo non solo per combattere la corruzione, ma anche per cercare di dare un po’ di efficienza alle strutture pubbliche; altrimenti non si farà mai nessuna riforma.

Un esempio per tutti: il 30 giugno prossimo entrerà in vigore il “processo telematico” per consentire la trasmissione telematica agli Uffici giudiziari degli atti processuali e le comunicazioni fra gli stessi uffici e gli Avvocati.

Può darsi avvio a questa rivoluzione utilizzando le cancellerie, specie quelle delle grandi città, così come sono ? Credo di no, a meno che – senza appaltare il servizio all’esterno – non si agisca, ad esempio sulla leva del lavoro straordinario o del lavoro giovanile. 

Senza deportazioni, si può stabilire che il cancelliere (di qualsiasi  Magistratura) che voglia fare lavoro straordinario, lo va a fare presso le cancellerie impegnate nel progetto. Meglio sarebbe se si trovasse il modo – a legislazione vigente – di utilizzare occupazione giovanile. Lo stesso per la delicata attività di front office in favore degli utenti (e solo degli utenti) e così via.

Sembra che siano numerose le leggi esistenti che non possono trovare applicazione perché non vengono adottate le normative applicative previste dalle stesse leggi (decreti delegati, decreti legislativi, regolamenti ecc.).

Sarebbe apprezzabile un’agenda della Presidenza del Consiglio con esplicite scadenze per monitorare tale attività e individuare il Responsabile del procedimento, che, ovviamente, risponda pagando le conseguenze dell’inadempimento .

E infine la mobilità dei dipendenti, considerati tali in quanto pubblici impiegati e non in quanto dipendenti da questa o quella Amministrazione. 

La fretta del Presidente del Consiglio è più che giustificata, ma allora occorre sapersi muovere nella situazione data, dal momento che nuove buone leggi sicuramente non accelerano i tempi, ma anzi riproporranno la domanda dantesca, chi pon mano ad esse ?

 

P.S. Un ultimo suggerimento da estendere al Ministro della Giustizia: non è arrivato il momento di trasferire l’intero contenzioso del Pubblico impiego (magari con pochissime giustificate eccezioni) al Giudice del Lavoro, sottraendolo alla Magistratura amministrativa ?

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