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L’orientamento tra bisogni conclamati e carenze di sistema

1.L’Orientamento: un servizio  essenziale  nella “società liquida”

Appare evidente la condizione  di “disorientamento”  che affligge coloro  che si trovano  a dover affrontare  scelte fondamentali  riguardanti  la vita professionale  (dalla scelta dei percorsi  di studio  a quella relativa  alla ricerca  di una prima  o di una nuova occupazione).

I cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro a seguito della grave  e perdurante crisi economica hanno messo  in discussione  molte delle certezze consolidate nel tempo e tramandate di generazione in generazione. E’ dunque più che mai  sentita l’esigenza di accompagnare i giovani  e le loro famiglie  verso scelte formative  più coerenti  con i fabbisogni espressi  dal sistema  delle imprese. Un’azione  simile  ed altrettanto  incisiva va offerta  ai disoccupati  in cerca di lavoro ed in specie  a quelli  che più appaiono  smarriti  di fronte alla nuova  realtà produttiva (penso in particolare  ai NEET, alle donne  meno professionalizzate ed ai lavoratori  più anziani). 

Più aumenta il livello  di difficoltà dei cittadini  nel comprendere  i nuovi tratti del mercato del lavoro e più assume  rilievo  il loro diritto  ad essere  informati ed accompagnati  nell’assumere  con consapevolezza ed autonomia, le decisioni  riguardanti il loro futuro.

Nella società moderna, infatti il processo di socializzazione e le traiettorie di carriera del singolo individuo sono sempre più caratterizzati da irregolarità, interruzioni e deviazioni; “gestire la propria storia formativa e professionale significa, per la persona, imparare a governare possibili cambiamenti di ruolo e di responsabilità che si presentano non sempre in modo prevedibile e attrezzarsi per costruire o riorganizzare in itinere un progetto professionale soddisfacente che possa dare continuità e senso, nel cambiamento, alla propria identità personale e sociale”.

 

 

2.La debolezza del “sistema”

A  fronte del bisogno conclamato di servizi di orientamento corrisponde un quadro istituzionale ed organizzativo palesemente inadeguato. 

I dati emersi dai Rapporti Isfol sull’Orientamentoci consegnano tutta la complessità del mondo dell’orientamento in Italia. Tale complessità è immediatamente percepibile sol che si presti attenzione ad alcuni tratti che lo caratterizzano:

  • -le competenze legislative ed amministrative sono spalmate su più livelli istituzionali (Stato, Regioni, province  e Comuni);
  • -l’Orientamento è chiamato ad operare in diversi comparti  del sistema formativo (Università, Istruzione, Istruzione e formazione professionale) e dei servizi per il lavoro (servizi rivolti alla fascia dei giovani in cerca di prima occupazione, servizi rivolti alla fascia dei lavoratori in cerca di nuova occupazione, servizi per l’inclusione sociale di soggetti in condizione di grave svantaggio) e perseguendo obiettivi specifici;  
  • -si registra una forte articolazione delle strutture che operano nel  settore (basti pensare alle 15.782 strutture censite).

Questa realtà si offre dunque alle nostre analisi, per un verso, con tutta la ricchezza delle esperienze realizzate dai molti soggetti che operano nel campo dell’orientamento e, per altro verso, con l’oggettiva difficoltà di trasformare  questo insieme di attività in un “sistema” nazionale (vi sono, infatti, evidenti disomogeneità e l’identità dei singoli comparti  sembra a volte prevalere sul quadro d’insieme).

Il “sistema” nazionale di Orientamento non è, dunque, un dato acquisito ma un obiettivo da raggiungere mediante un’opera paziente, frutto di particolare attenzione alle condizioni  di partenza  e di sensibilità nei confronti di competenze e ruoli che non possono essere  definiti   a piacimento. 

Ciò va sottolineato perché alcuni tentativi operati in passato  non hanno raggiunto   la meta desiderata proprio in quanto caratterizzati dalla volontà  di individuare un solo soggetto istituzionale destinato ad “assorbire” ogni competenza e volto  a  sostituire gli  altri soggetti  competenti per i  singoli comparti (a volte  mediante  l’elaborazione di audaci disegni di ingegneria istituzionale destinati, se attuati, ad entrare in  conflitto con il quadro  di poteri delineato dagli artt. 117 e 118 della Costituzione).

Il metodo corretto sembra invece quello volto a ricercare intese tra le istituzioni interessate (ed in primo luogo tra Stato e Regioni)  nell’intento di  porre le basi per una politica integrata di governo del sistema “Orientamento”, nel cui ambito incastonare l’azione dei  diversi comparti. 

 

3.Un passo importante nella direzione auspicata: gli accordi del periodo 2012-2014

A fronte di uno scenario che evidenzia una marcata differenziazione delle politiche, e della pratica professionale nei diversi territori e nei diversi contesti dell’education e del lavoro, recentemente sono stati approvati documenti a livello nazionale che rappresentano una significativa apertura verso la costituzione di un sistema nazionale di orientamento.

Più in dettaglio possiamo ricordare che  il 20 dicembre 2012 la Conferenza Unificata ha approvato l’accordo che sancisce la definizione di orientamento, la governance multilivello e costituisce, presso la propria sede, il  gruppo nazionale  interistituzionale sull’orientamento. A seguire il 5 dicembre 2013 la stessa Conferenza Unificata ha approvato le linee guida sull’orientamento e, infine, 13 novembre 2014  ha approvato  gli standard dei servizi e delle competenze degli operatori di orientamento.

Nello specifico sono state identificate anche 5  macro funzioni orientative (Accordo sulle linee guida del 5.12.2013): 

  • Educativa: indica le attività per lo sviluppo di risorse/competenze e condizioni favorevoli al processo di auto-orientamento della persona per favorirne il benessere, l’adattabilità ai contesti, il successo formativo e la piena occupabilità
  • Informativa: caratterizzata prevalentemente da attività inerenti l’accoglienza e assistenza alle persone, la raccolta e gestione delle informazioni, la promozione e l’allestimento di iniziative per l’orientamento, la partecipazione a reti di servizi dedicati all’orientamento;
  • Accompagnamento e/o monitoraggio/tutoring di percorsi orientativi: caratterizzata prevalentemente da attività inerenti il  monitoraggio delle fasi di passaggio tra cicli di studio e/o tra canali formativi diversi, il monitoraggio dei percorsi formativi/orientativi individualizzati,  l’individuazione di situazioni di disagio, l’attuazione di progetti di prevenzione dell’insuccesso scolastico;
  • Consulenza orientativa: caratterizzata prevalentemente da attività inerenti la consulenza alle persone e alle istituzioni, le attività di educazione e prevenzione, la  lettura di analisi dei problemi;
  • di Sistema: intesa come analisi di politiche e servizi di orientamento caratterizzata prevalentemente da attività inerenti l’assistenza tecnica alle istituzioni e ai sistemi, la promozione e sviluppo di reti territoriali, la progettazione di interventi, il coordinamento di servizi dedicati.

 

Il terzo accordo, quello che approva gli standard dei servizi e delle competenze degli orientatori (Accordo del 13.11.2014) declina ognuna delle cinque funzioni identificate dalle Linee Guida, in aree di attività (ADA) e azioni specifiche.

 

 

4.I nuovi scenari 

Siamo quindi ad un punto cruciale nel cammino per la costruzione del sistema nazionale di orientamento. La concreta prospettiva di una “Agenzia nazionale per l’occupazione” è un ulteriore stimolo a sviluppare attività di orientamento che si configurino come autentici servizi agli utenti, accantonando quelle forme che, in specie nell’ambito del sistema formativo e di istruzione, assumono prevalenti finalità di marketing per l’acquisizione di utenti. La grande sfida che si apre è dunque riconducibile alla nostra capacità di creare un sistema di orientamento fortemente integrato con le istituzioni formative e scolastiche e con i servizi per l’impiego. Il cammino che resta da fare non è certo breve ma alcuni primi traguardi raggiunti fanno ben sperare.

 

  (*) Presidente Isfol

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