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Linee di indirizzo strategico per l’inclusione sociale

Con la strategia Europa 2020, il Consiglio Europeo ha voluto rafforzare la dimensione delle politiche economiche europee volte a favorire l’occupazione, inserendo tra gli obiettivi la lotta alla povertà e all’esclusione sociale che interessa circa 20 milioni di persone da far uscire da tali condizioni disagiate entro il 2020. 

Inoltre, la Commissione Europea ha sostenuto la necessità di rafforzare il legame fra l’uso dei fondi strutturali e il perseguimento degli obiettivi di Europa 2020; in tale contesto (nel 2011) la Commissione ha proposto che almeno il 20% del Fondo Sociale Europeo di ciascun Paese membro fosse destinato all’inclusione sociale e alla lotta alla povertà. 

L’Italia nei propri Piani Nazionali di Riforma si è posta l’impegno di ridurre entro il 2020 di 2,2 milioni le persone che vivono in condizioni di povertà o esclusione sociale.

 

 

Dei circa 42 miliardi di euro previsti dall’Accordo di partenariato, circa 4 miliardi sono destinati all’obiettivo tematico 9: “Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione”. 

Incisiva è stata la Raccomandazione del 2014 da parte del Consiglio dell’Unione Europea al nostro Paese in tema di lotta alla povertà. L’Italia è stata sollecitata ad una maggiore efficacia dei trasferimenti sociali con una particolare attenzione alle famiglie povere con bambini (Raccomandazione 4: Ensure effectiveness of social transfers, notably through better targeting of benefits, especially for low-income households with children)

Le azioni previste nell’ambito dell’obiettivo tematico 9 saranno finanziate nel merito delle seguenti linee di indirizzo strategico

 

 

1.Inclusione attiva

 

 

 

 

“l’inclusione attiva, anche per promuovere le pari opportunità e la partecipazione attiva, e migliorare l’occupabilità”

  • ¬Dispone il supporto alla sperimentazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva (nuova Social Card), misura che prevede l’erogazione di un sussidio economico a nuclei familiari in condizioni di povertà, condizionale all’adesione ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa sostenuto da una rete di servizi.

 

Tale priorità è coerente con la Raccomandazione UE 3/19/2008 sull’”inclusione attiva”, avente ad oggetto una strategia basata su 3 pilastri:

  • -Supporto al reddito adeguato;
  • -Mercati del lavoro inclusivi;
  • -Accesso a servizi di qualità.

 

  • ¬Prevede il miglioramento dei servizi sociali , con l’obiettivo di realizzare servizi innovativi e interventi multidisciplinari di presa in carico di soggetti particolarmente svantaggiati e di nuclei familiari con diversi problemi.

 

  • ¬Inoltreriguarda il rafforzamento e il consolidamento dell’economia sociale e della responsabilità sociale di impresa. Tale azione promuove il sostegno alle attività economiche (profit e no-profit) a contenuto sociale, favorendo la costruzione di reti tra pubblico, privato e terzo settore e promozione di un’azione amministrativa socialmente responsabile.
2. Integrazione delle comunità emarginate

 

l’integrazione socioeconomica delle comunità emarginate quali i Rom

 

  • ¬Strategia ROM: Accessibilità ai servizi da parte della popolazione ROM (con riferimento alle aree dell’istruzione, salute, partecipazione sociale e lavorativa, condizione abitativa) in collegamento con la Strategia nazionale di inclusione dei ROM
  • ¬Persone senza fissa dimora: potenziamento della rete dei servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora e sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
3. Accesso ai servizi

 

Miglioramento dell’accesso a servizi accessibili, sostenibili e di qualità, compresi servizi sociali e cure sanitarie di interesse generale”

 

Le azioni disposte riguardano un “migliore accesso a servizi sostenibili e di qualità, compresi i servizi sociali e cure sanitarie di interesse generale” (priorità d’investimento FSE). La parte finanziata dal FESR riguarda gli “investimenti nell’infrastruttura sanitaria e sociale che contribuiscono allo sviluppo nazionale, regionale e locale”. In tal caso si intende operare in linea con le seguenti direttrici:

  • ¬Migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi di cura rivolti alla non autosufficienza e all’infanzia, promuovendo la conciliazione tra lavoro e cura e favorendo la partecipazione femminile al mercato del lavoro.
  • ¬Potenziare l’infrastruttura della rete dei servizi sanitari e socio-sanitari non ospedalieri
  • ¬Potenziare il patrimonio pubblico esistente per incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi rivolti a famiglie costrette a vivere in una condizione di disagio sociale.
  • ¬Supportare l’implementazione di un sistema informativo dei servizi e delle prestazioni sociali utilizzabile dalle pubbliche amministrazioni per la programmazione, monitoraggio e valutazione delle politiche sociali
4. Capacità istituzionale

 

“investimento nella capacità istituzionale e nell’efficacia delle amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici nell’ottica delle riforme, di una migliore regolamentazione e di una buona governante”

 

Attivazione di interventi finalizzati a ridurre l’eterogeneità sul territorio delle misure di politica sociale. Le azioni seguenti intendono accompagnare il processo di definizione di livelli e standard comuni dei servizi, proprio di decisioni politiche, in particolare:

 

  • ¬Istituzione di un presidio partenariale di confronto tra i diversi livelli di governo
  • ¬Miglioramento dei processi organizzativi per una migliore integrazione e interoperabilità delle basi informative, statistiche e amministrative, con particolare riferimento ai Servizi Sociali.

Allocazione delle risorse comunitarie per Obiettivo Tematico e Fondo (milioni di euro)

Fonte: Accordo di Partenariato 2014-2020. Italia sezione 1A

 

Risorse finanziarie per Assi

 

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