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Riforma della scuola, criticità e potenzialità

Il merito più importante del DDLè quello di essere riusciti a riportare la scuola al centro del dibattito pubblico, come un ambito su cui investire e non solo razionalizzare costi e tagliare spese improduttive, ma anche quello di aver chiarito che, come già accade nei principali Paesi Ocse,  gli investimenti nel campo dell’educazione, formazione, ricerca e innovazione rappresentano la leva strategica per uscire dalla crisi e rilanciare lo sviluppo.

Nel testo legislativo si insiste molto sugli aspetti organizzativi, gestionali e  di inquadramento professionale, rilanciando opportunamente il principio dell’autonomia scolastica e garantendo un organico dell’autonomia, a sostegno della programmazione triennale dell’offerta formativa. Un’altra novità positiva potrebbe riguardare la costituzione di ruoli regionali dei docenti e albi territoriali, una modalità organizzativa gestibile più agevolmente.

Non si riscontra però una chiara e precisa visione strategica, la definizione di una nuova mission della scuola nelle nostre società sempre più complesse, globalizzate e competitive.

In realtà, in questo nuovo scenario, serve una vision della scuola come comunità educante coesa ed eticamente  responsabile, dove il dirigente non è semplicemente un manager, ma un leader educativo capace di attivare processi innovativi, governare con il consenso e incrementare la motivazioni del personale e degli stessi studenti, la condizione necessaria per poter migliorare i risultati della singola scuola e del sistema educativo più in generale.

In questa direzione si muovono gli ultimi emendamenti al DDL, puntando ad un maggiore protagonismo dei docenti e una rinnovata partecipazione degli studenti e dei genitori alla vita della scuola, attraverso organismi ad hoc, su una serie di questioni cruciali: selezione dei docenti che compongono l’organico dell’autonomia; elaborazione del Piano triennale dell’Offerta formativa; innovazione tecnologica, didattica e metodologica; valutazione dei risultati; coinvolgimento degli attori sociali presenti sul territorio.

In questa prospettiva, occorre ridefinire un “Patto per lo sviluppo educativo” che coinvolga tutti gli attori e accompagnare il processo di riforma con un consistente programma di formazione rivolto ai dirigenti scolastici e ai docenti, ma anche a studenti e genitori, in modo tale da “creare le condizioni” culturali e professionali per l’effettiva implementazione di quanto indicato nelle norme legislative.

Inoltre, per rilanciare una nuova mission della scuola in Italia, il DDL dovrebbe recuperare due questioni strategiche sulle quali non si trova traccia nel testo presentato, relative al grave fenomeno della dispersione scolastica e all’elaborazione di una seria politica di orientamento scolastico, formativo e al lavoro permanente, che sia in grado di coinvolgere tutti gli attori interessati (dirigenti scolastici, docenti, studenti, famiglie, imprese, istituzioni locali e regionali, ecc.). Si tratta di un coinvolgimento consapevole e responsabile, capace di contribuire ad un progetto comune: far dialogare il mondo della scuola e quello del lavoro e delle professioni. 

Infine, sul versante della spesa e del rilancio degli investimenti per l’istruzione, è necessario recuperare risorse e rilanciare gli investimenti, ricordando che in Danimarca si spende circa l’8% del PIL, in Italia solo il 4%. Rapportato al PIL italiano vorrebbe dire incrementare la spesa per l’istruzione di circa 65 miliardi di euro l’anno. Con queste risorse gli insegnanti sarebbero pagati meglio, le scuole sarebbero interamente digitalizzate e piene di laboratori interattivi. 

Allo stesso modo, sul piano dell’innovazione, in Finlandia stanno sperimentando una didattica basata su “argomenti”, o come dicono i finlandesi sullo studio dei “fenomeni”, con un approccio interdisciplinare e non più per “materie” tradizionali (italiano, storia, matematica, fisica, chimica, ecc.).

Una sfida scientifica, didattica, metodologica, professionale ed organizzativa importante che non può non riguardare anche l’Italia e la modernizzazione del nostro sistema educativo.

 

(*) Presidente Corso di Laurea ”Formazione sviluppo delle risorse umane” – Università degli Studi Roma tre

Coordinatore Osservatorio sulla Scuola dell Autonomia LUISS Guido Carli 

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