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Italy Climate Report 2016: la nuova strategia energetica

L’Europa deve tracciare una nuova e più impegnativa road map climatica per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, firmato a New York il 22 aprile scorso, che prescrive di puntare a un contenimento dell’aumento della temperatura ben al di sotto di 2° C, raggiungendo una soglia di 1,5° C.
Nel quadro continentale l’attuazione dell’Accordo richiede l’aggiornamento del pacchetto clima al 2030, con target più ambiziosi. Lo scenario compatibile con l’obiettivo 1,5° C sarebbe in Europa ben più impegnativo di quello a 2° C e richiederebbe entro il 2030 una riduzione delle emissioni del 50-55% rispetto al 1990 (contro il 40% del pacchetto 2030 corrispondente al target dei 2° C) e quindi anche un aumento significativo dei target del 27% per le rinnovabili e per l’efficienza energetica. 
Per quanto concerne l’Italia, per  l’attuazione dell’Accordo di Parigi, è necessaria una nuova Strategia Energetica Nazionale. Questo è quanto emerge dal Climate Report, elaborato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Nel 2015, dopo anni di calo (-20% al 2014 rispetto al 1990) le emissioni di gas serra in Italia sono aumentate di circa il 2,5%. Tra il 2005 e il 2012 l’Italia, nello sviluppo delle fonti rinnovabili, ha realizzato ottimi risultati sia pure con incentivi significativi, aumentando dall’8% a circa il 16% del consumo nazionale, facendo meglio della media europea e collocandosi fra i leader mondiali.
Ma nell’ultimo triennio, il quadro è notevolmente peggiorato: le rinnovabili sono passate dal 16,7% nel 2013 al 17,3% del 2015, con una crescita modestissima, dello 0,2% all’anno ed è diminuita la quota di elettricità da fonti rinnovabili passando dal 43% al 38% tra il 2014 e il 2015.
Con questo passo l’Italia, pur avendo già raggiunto l’obiettivo europeo del 17% al 2020, sarebbe ben lontana dall’obiettivo europeo del 27% al 2030 e ancora di più dalla più impegnativa attuazione dell’Accordo di Parigi. Collocando l’obiettivo della variazione di temperatura in una posizione intermedia – fra i 1,5°C e 2°C – con l’Accordo di Parigi, l’Italia al 2030 dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra intorno al 50% rispetto al 1990: ciò richiederebbe un forte impegno nel risparmio e nell’efficienza energetica con una riduzione dei consumi attesi di circa il 40% e un raddoppio della quota di fonti rinnovabili, dal 17,3% a circa il 35% del consumo energetico finale al 2030. Nel solo comparto elettrico, le rinnovabili dovrebbero soddisfare almeno 2/3 della domanda di elettricità.
Il Rapporto indica anche le politiche e le misure necessarie per attuare l’Accordo di Parigi:
•    avviare una riforma della fiscalità in chiave ecologica, introducendo una carbon tax e un processo di riallocazione degli incentivi ambientalmente dannosi senza aumentare il carico fiscale complessivo e riducendo la tassazione sulle imprese e sul lavoro;
•    introdurre un sistema di carbon pricing, riconoscendo i costi effettivi dei combustibili fossili e consentendo, così, di incentivare le fonti rinnovabili senza pesare sulle bollette;
•    rivedere gli strumenti a sostegno dell’efficienza energetica per favorire interventi strutturali ad alta efficacia, a cominciare dalla riqualificazione del pieno edificio, varando un piano nazionale di riqualificazione del parco edilizio pubblico;
•    mettere in atto politiche efficaci e concrete per lo sviluppo di una mobilità sostenibile, dando priorità di intervento alle aree urbane.

Per approfondire rinviamo alla pagina dedicata al rapporto.

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