Pensioni, il Governo replica a Boeri. Sale la tensione con il vertice INPS
INPS scontro sulla riforma Boeri. Il Direttore si appella a Poletti.
Sono i due titoli della pagina dedicata all’Economia del Corriere della sera della fine di ottobre.
In realtà a quanto è dato capire si tratta di un conflitto creatosi fra il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’INPS, il Direttore Generale e il Presidente Tito Boeri, autore di un Regolamento di organizzazione dell’Istituto non condiviso con gli altri due Organi.
Ovviamente a tale iniziativa si accompagna anche la decadenza della Dirigenza dell’Istituto che dovrebbe concorrere ad una nuova complessa selezione per un numero di posti inferiori a quello attuale.
Non è dato sapere nei dettagli il tema del contendere, se di natura formale (rapporti fra gli Organi) o sostanziale. Certo sorprende che questo conflitto – che non è stato smentito dai diretti interessati, anzi sembra che il CIV abbia già proposto un ricorso al TAR del Lazio – sorga nel momento in cui si sta concretizzando la riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche prevista dalla legge delega 7.8.2015 n. 124 (c.d. Riforma Madia).
D’altra parte, il Dipartimento della Funzione pubblica ha sollecitato al Presidente Boeri alcune modifiche al Regolamento in questione. Fatto sta che nella Determinazione dello stesso Presidente che ha recepito le modifiche suggerite dai Ministeri vigilanti fra i vari “visto” del preambolo indicanti le fonti normative prese in esame, non compare la predetta legge delega concernente la riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni fra le quali, ovviamente, è ricompreso l’INPS come Ente pubblico non economico.
A parte ogni altra considerazione, quindi, anche la dirigenza dell’INPS dovrebbe confluire nel Ruolo Unico dei Dirigenti dello Stato di cui all’art.11, comma 1, lett. a) e b) e selezionata secondo regole e criteri omogenei (cfr. art. 11, comma 1, n.2 lett.g).
E’ ben vero che è vigente la normativa che ha abolito i Consigli di Amministrazione degli Enti pubblici non economici, affidando i relativi compiti e responsabilità al Presidente-legale rappresentante, ma sembra urgente e indispensabile un armonizzazione con lo ius superveniens in materia, ad evitare il formarsi de facto di specificità che annullerebbero la positività dell’introduzione dei ruoli unici.
E tuttavia il Dipartimento della Funzione pubblica non sembra di questo avviso se ha inviato all’INPS nel settembre scorso un parere che si limita a richiedere delle modifiche al Regolamento predisposto dal Presidente dell’INPS (vedi determinazione n. 132 del 12.10.2016). Nessun riferimento al criterio della disciplina transitoria di cui all’art. 11, comma 1 lett. O (Dirigenza pubblica) della legge 124/2015.
Mentre su tutta la materia incombe l’art.17 della legge 23.8.1988 n. 400 (Disciplina dell’attività di Governo) che affida a un D.P.R., previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato, la disciplina dell’organizzazione e del funzionamento delle amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate dalla legge.
Il principio di leale collaborazione fra organi e istituzioni pubbliche si pone in maniera particolarmente pressante in un momento in cui la leva del welfare è sicuramente fondamentale per mantenerlo nell’ambito pubblico e razionalizzarne la gestione secondo i ben noti criteri costituzionali di buon andamento e imparzialità.