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Una riforma con vizio d’origine

Non si cambia con i colpi di mano di una finta maggioranza quella che è la Costituzione di tutti gli italiani, con un vizio d’origine che un referendum non potrà certo sanare: in via generale sono questi i primi aspetti su cui Forza Italia fonda le proprie ragioni del NO, la scelta di voto che portiamo avanti rispetto al referendum costituzionale d’autunno. Noi di Forza Italia abbiamo individuato almeno dieci motivi per esprimersi in questo senso. Tre li ho già sostanzialmente detti, ma ce ne sono altri. Ed eccolo, allora, il nostro decalogo del NO:

1.NO perché non si cambia la costituzione col colpo di mano di una finta maggioranza

2.NO perché quella italiana era la Costituzione di tutti

3.NO perché il referendum non potrà compensare il vizio d’origine della mancanza di legittimazione di questa riforma

4.NO perché la Costituzione deve unire, e non dividere, poiché rappresenta l’identità politica di un popolo

5.NO perché la riforma costituzionale, in combinato disposto con la legge elettorale, porta a un premierato assoluto che noi non vogliamo. L’Italicum, infatti, indebolisce la rappresentatività della Camera dei deputati, e ciò va ad aggiungersi all’azzeramento della rappresentatività del senato e al depotenziamento del pluralismo istituzionale. Il risultato è quello, evidente, dell’uomo solo al comando.

6.NO perché, di conseguenza, saltano pesi e contrappesi

7.NO perché il nuovo Senato è solo un pasticcio, con funzioni ambigue e modalità di elezione confuse. Non potrà funzionare.

8.NO perché il riparto delle competenze tra Stato, Regioni e autonomie locali non porterà affatto all’abbattimento del contenzioso, tutt’altro. Le elencazioni sono imprecise e incomplete, e resta intatta – anzi su certe materie si amplifica – la concorrenza tra norme generali e leggi regionali.

9.NO perché mentre il centralismo si sostituisce al pluralismo e alla sussidiarietà, si finisce per creare inefficienza. Il taglio dei costi, così fatto, andava perseguito per altre vie, forse magari anche con scelte più drastiche ma chiare.

10.NO perché non si valorizza il principio di responsabilità, con uno Stato che diviene potenzialmente libero di accentrare qualunque competenza regionale anche laddove si siano tenuti comportamenti gestionali virtuosi. Questo contraddice un percorso di decenni, oltre che il principio autonomistico sancito nell’articolo 5 della Costituzione.

 

*Coordinatore Forza Italia Toscana

 

 

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