Prosegue il nostro viaggio tra i film che nel tempo hanno rappresentato il mondo del lavoro e dell’economia. In questa ventisettesima parte ci occupiamo delle pellicole degli anni 1989 e 1990.
Prima della rassegna dei film ricordiamo i principali eventi dell’anno 1989.
L’89 non è solo l’anno della caduta del muro di Berlino, ma dello sfaldamento di tutta l’URSS e di quasi tutti paesi comunisti.. A febbraio c’è il ritiro dell’esercito sovietico dall’Afghanistan; in aprile in Polonia, Solidarnosc viene riconosciuta ufficialmente e ad agosto nasce una coalizione di governo formata da Solidarnosc ed altri due partiti; a settembre l’Ungheria apre la frontiera con l’Austria, creando così il primo varco nella cortina di ferro per i fuggitivi dalla DDR; il 9 novembre a Berlino cade il muro che divideva la città dal 1961; il 7 dicembre viene abolito l’articolo 6 della Costituzione sovietica sul ruolo del Partito comunista. Nel frattempo, Papa Giovanni Paolo II riceve la visita di Michail Gorbačëv. A dicembre, in Romania, dopo una settimana di scontri e la fuga di Ceauşescu, Ion Iliescu diventa presidente, chiudendo l’era comunista; il dittatore Ceauşescu e la moglie Elena dopo un processo lampo vengono uccisi. Vaclav Havel diventa Presidente della Cecoslovacchia.
A febbraio l’Iran di Khomeini condanna a morte lo scrittore Salman Rushdie, per aver scritto “I versi satanici”.
A marzo monsignor Paul Marcinkus lascia, dopo diciotto anni, lo IOR vaticano, mentre al di qua del Tevere si conclude il processo d’appello per la Strage di Piazza della Loggia: tutti gli imputati sono assolti, secondo il solito copione per i processi di strage. In USA è presentato da Tim Berners-Le il documento “World Wide Web: Summary” e nasce così il WWW di Internet.
Ad aprile a Pechino cominciano le proteste studentesche in piazza Tienanmen: continueranno nel sangue dei dimostranti fino a giugno.
A giugno fallisce un attentato al giudice Giovanni Falcone; a luglio alcune lettere provenienti dalla procura di Palermo, definite del corvo, tendono a screditare il lavoro del giudice; contemporaneamente a Roma molte lettere anonime tese a screditare Falcone sono recapitate a vari uffici giudiziari.
Ad agosto a Villa Literno sono aggrediti lavoratori africani assunti per la raccolta dei pomodori e viene ucciso uno di loro, Jerry Masslo.
A settembre in Sudafrica c’è un’apertura del nuovo presidente de Klerk nei confronti dell’abolizione dell’apartheid.
A novembre il segretario del PCI Achille Occhetto, in un discorso tenuto alla Bolognina, annuncia il cambiamento del nome, simbolo e programma politico del partito.
A dicembre è costituita la Lega Nord, con la fusione di Lega lombarda e di altri gruppi autonomisti.
Vediamo quali sono i vincitori, per l’89, dei principali Premi per il cinema a livello internazionale.
Vincitori Premi Oscar
Miglior film Rain Man – L’uomo della pioggia (Rain Man), regia di Barry Levinson
Migliore regia Barry Levinson – Rain Man – L’uomo della pioggia (Rain Man)
Vincitori del Festival di Cannes
Palma d’oro: Sesso, bugie e videotape (Sex, Lies, and Videotape), regia di Steven Soderbergh (USA)
Grand Prix Speciale della Giuria: Nuovo cinema Paradiso, regia di Giuseppe Tornatore (Italia/Francia).
Vincitori del Festival di Venezia
Leone d’oro: Città dolente (Beiqing chengshi) di Hou Hsiao-Hsien
Coppa Volpi al miglior attore: Marcello Mastroianni e Massimo Troisi per Che ora è? (ex aequo)
Vincitore del Festival Internazionale del Cinema di Berlino
Barry Levinson (Orso d’oro per Rain Man – L’uomo della pioggia)
Il 1989 è un anno misero per le pellicole sul tema del lavoro, addirittura pessimo per l’Italia.
Dagli USA arriva un film documentario di un regista, Michael Moore, che firmerà altri interessanti documenti sulla realtà americana e sui guasti di un capitalismo sfrenato. Si tratta di:
Roger & Me USA 1989 regia di Michael Moore
Il “me” è il regista, mentre Roger è il presidente della General Motors: Moore, figlio di un operaio della GM, vuole sapere perché in una cittadina del Michigan la GM ha voluto chiudere ben 11 stabilimenti, provocando trentamila disoccupati. Moore con populismo e grande umorismo filma gli Stati Uniti, gli americani, il libero mercato e il capitalismo. Sarà demagogico, ma ci descrive la faccia peggiore degli USA e del capitalismo senza regole e sfacciatamente padrone. Il film, in edizione originale, è con i sottotitoli. E’ il film documentario che ha incassato maggiormente nella storia del cinema.
Dall’allora URSS arriva un film che ebbe scarsissima diffusione da noi:
Sta fermo, muori e resuscita URSS 1989 regia di Vitali Kanevskij con gli attori Pavel Nazarov, Dinara Drukarova, Elena Popova, Valeri Ivtchenko.
Il regista, premiato a Cannes 1990 con la Caméra d’or dell’opera prima, è un 54enne, reduce da 8 anni di carcere (anche per violenza carnale). Ci racconta del campo di prigionia e di lavoro di Suchan in Siberia nel 1947, dove vive un dodicenne, Valerka, capace dei peggiori scherzi e nefandezze. Quella del regista – dice il Morandini – “è una discesa all’inferno, quello della sua adolescenza. Un film anomalo, irregolare, in un bianconero così sporco che mette tristezza, duro come il diamante, tenero come la guancia di un bimbo, affidato a una scrittura registica sincopata, ellittica, nervosa, con la cinepresa in mano a un regista così rozzo, geniale e vergine che sembra di assistere alla reinvenzione del cinema”.
Dalla Finlandia arriva il terzo film di un regista che sarà molto prolifico:
La fiammiferaia Fin.-Sve. 1989 regia di Aki Kaurismäki con gli attori Kati Outinen, Elina Salo, Esko Nikkari, Vesa Vierikko, Silu Seppälä.
E’ il 3° film di una trilogia proletaria, dove Kaurismaki prosegue la sua indagine all’interno del proletariato con il ritratto di Iris, un’operaia di cui racconta senza retorica la vita in fabbrica e le delusioni sentimentali, compreso un aborto. Compra un veleno, uccide alcune persone e nell’indifferenza attende la polizia.
Dall’Inghilterra arriva un film che consacra un attore, Daniel Day-Lewis che vince l’Oscar, e che ritroveremo ancora oggi con la magistrale interpretazione di Lincoln:
Il mio piede sinistro GB 1989 regia di Jim Sheridan e con gli attori Daniel Day-Lewis, Brenda Fricker, Ray McAnally, Hugh O’Connor, Fiona Shaw, Cyril Cusack, Ruth McCabe.
Si narra la storia realmente vissuta da Christy Brown (1932-81) nato in una famiglia operaia irlandese che, paraplegico, riuscì a esprimersi col piede sinistro, diventando pittore e scrittore. L’opera prima del regista irlandese Sheridan ha, tra gli altri, il merito di descriverci l’ambiente operaio di quegli anni, con frequenti rinvii alla Dublino di Joyce.
Dalla Germania arriva il film:
Rosalie va a far la spesa RFT 1989 con la regia di Percy Adlon e gli attori Marianne Sägebrecht, Brad Davis, Judge Reinhold, William Harlander, Erika Blumberger.
Il regista Percy Adlon tratta i temi del consumismo, della finanza, della pubblicità con le spericolate esibizioni di Rosalie e del suo modo di far quadrare i conti in casa, con un marito e sette figli. Giocando con le sue trentasette carte di credito e con assegni in bianco sa che più è alta l’entità della truffa, più è probabile farla franca. Per Rosalie c’è sempre, per sistemare la coscienza, l’istituto cattolico della confessione, che sistema tutto come un’igienica doccia calda.
Dalla Francia arrivano due film:
Un mondo senza pietà Fr. 1989 con la regia di Eric Rochant e gli attori Hippolyte Girardot, Mireille Perrier, Yvan Attal, Jean-Marie Rollin, Cécile Mazan.
E’ il primo film per il regista che ci racconta la vicenda di un giovane sciupa femmine, che oggi chiameremmo NEET, che si rifiuta di lavorare e studiare, attratto solo da una sua personale ideologia: quella dell’irresponsabilità.
Romuald & Juliette Fr. 1989 con la regia di Coline Serreau e con gli attori Daniel Auteuil, Firmine Richard, Pierre Vernier, Maxime Leroux, Gilles Privat.
E’ una simpatica commedia dove la nera Juliette, madre di 5 figli, fa le pulizie in una fabbrica di yogurt. Salva e sposa il Direttore con cui ha tre altri figli.
Non esistono sul tema film italiani nel 1989, che valgano una citazione.
Anche per il 1990 vediamo i principali avvenimenti.
Dopo gli sconvolgimenti del 1989, anche il 1990 è un anno molto rilevante per i paesi ex-comunisti. A gennaio migliaia di berlinesi assaltano la Stasi per poter aprire gli archivi della DDR; a marzo si svolgono in Germania Est libere elezioni; a Bonn viene firmato il Trattato istitutivo dell’Unione economica, monetaria e sociale tra la Repubblica Federale di Germania e la ex Repubblica Democratica Tedesca. A luglio a Houston nel Texas si svolge il vertice dei G7, i 7 paesi più industrializzati, che dovrà decidere se sostenere economicamente la perestrojka di Gorbačëv. A ottobre a Berlino si svolge la cerimonia ufficiale per la riunificazione. Le regioni della Germania Orientale vengono annesse alla Repubblica Federale Tedesca. Infine a dicembre in Polonia Lech Wałęsa, leader di Solidarnosc, è eletto presidente della Repubblica.
In Sudafrica a febbraio il Presidente de Klerk permette all’African National Congress di riprendere legalmente le proprie attività e viene liberato Nelson Mandela dopo 28 anni di carcere.
A marzo viene approvata la mozione del segretario Occhetto, che da origine al Partito Democratico della Sinistra.
A maggio l’Organizzazione Mondiale della Sanità elimina l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.
Ad agosto l’Iraq invade il Kuwait; la risposta è la prima Guerra del Golfo. Infatti, George H. W. Bush avvia l’operazione Desert Storm, che arrivò a impegnare in Iraq fino a 510.000 soldati USA. Il governo italiano decide di inviare nel Golfo alcune unità in appoggio a quelle della marina statunitense.
In dicembre si conclude a Palermo il maxiprocesso d’appello contro la mafia: vengono confermati 12 ergastoli su 19 e 258 condanne.
Vediamo i vincitori, per il 1990, dei principali Premi per il cinema a livello internazionale.
Vincitori Premi Oscar:
Miglior film A spasso con Daisy (Driving Miss Daisy), regia di Bruce Beresford
Miglior regia Oliver Stone – Nato il quattro luglio (Born on the Fourth of July)
Miglior film straniero Nuovo cinema Paradiso, regia di Giuseppe Tornatore (Italia)
Vincitore del Festival di Cannes:
Palma d’oro: Cuore selvaggio (Wild at Heart), regia di David Lynch (USA)
Vincitore del Festival di Venezia:
Leone d’oro: Rosencrantz e Guildenstern sono morti (Rosenkrantz And Guildenstern Are Dead) di Tom Stoppard
Vincitore del Festival Internazionale del Cinema di Berlino
Constantin Costa Gavras (Orso d’oro per il film Music Box – Prova d’accusa)
Anche il 1990 non è esaltante per i nostri fini, e in Italia la situazione continua ad essere desolante. Come sempre partiamo da un film che arriva dagli USA:
Lettere d’amore USA 1990 con la regia di Martin Ritt e con gli attori Jane Fonda, Robert De Niro, Martha Plimpton, Swoosie Kurtz, Fëdor Scialiapin.
Un cuoco viene licenziato in quanto analfabeta. Un’operaia vedova gli insegna a leggere e scrivere. Alla fine ritrova lavoro e la sposa. E’ uno dei pochi film di Hollywood sulla classe operaia. Il film vuole anche denunciare la situazione dei 27 milioni di analfabeti negli USA.
Dalla Russia di Gorbaciov e del suo (fallito) socialismo dal volto umano arriva un film coprodotto con la RAI:
La madre URSS-It. 1990 con la regia di Gleb Panfilov e con gli attori Inna Ciurikova, Liubomiras Liautsiavicius, Viktor Rakov.
Dal romanzo di Gor’kij, il film narra l’inizio delle lotte operaie tra il 1894 e il 1902 in epoca zarista. Il regista ha voluto un film storico, e non di propaganda politica. Non c’è la rivoluzione bolscevica sullo sfondo, ma solo la libertà, la democrazia e la lotta all’autoritarismo.
Dalla Finlandia torna una pellicola dell’autore che abbiamo conosciuto attraverso il suo film del 1989:
Ho affittato un killer Fin.-Sve. 1990 con la regia di Aki Kaurismäki e gli attori Jean-Pierre Léaud, Margi Clarke, Kenneth Colley, Nicki Tesco, Joe Strummer, Serge Reggiani.
Un impiegato è licenziato dopo 30 anni di anzianità. Disperato tenta più volte inutilmente il suicidio, finché decide di assumere un killer professionista per essere certo di morire. Nel frattempo però s’innamora di nuovo della vita…
Dolce è la vita GB 1990 con la regia di Mike Leigh e con gli attori Alison Steadman, Jim Broadbent, Claire Skinner, Stephen Rea, Jane Horrocks, Timothy Spall.
Una famiglia inglese con due figlie esuberanti, amici ubriaconi, giovani incapaci di un progetto, più una rappresentazione al vetriolo della classe operaia ai tempi della Thatcher: questo è il quadro che ci consegna il regista Mike Leigh, un Ken Loach più cinico e grottesco.
Allodole sul filo Cecosl. 1990 (1969) con la regia di Jiří Menzel e con gli attori Rudolf Hrusinsky, Václav Neckar, Vladimir Pracek.
Questo film vinse l’Orso d’oro a Berlino nel 1990; è un lavoro sui campi di rieducazione in Cecoslovacchia che il regista finì nel 69, ma che rimase bloccato dalla censura fino al 1990. Il Morandini ne parla come di una “satira con gli artigli di velluto, tragicommedia che ha la finezza di un merletto e la grazia quieta di un acquerello, apologo dal passo leggero sull’assurdo quotidiano e la stupidità burocratica di un regime stalinista”.
Anche quest’anno si caratterizza per l’assenza di opere italiane dedicate al lavoro e all’economia, con l’eccezione di due film, peraltro con poca attenzione da parte del pubblico:
Pummarò It. 1990 con la regia di Michele Placido e con gli attori Thywill A.K. Amenya, Pamela Villoresi, Franco Interlenghi, Jacqueline Williams.
Una storia realistica, che parte da alcuni episodi razzistici avvenuti in Italia alla fine degli anni ’80, racconta l’amore impossibile tra Kwaku, proveniente dal Ghana, ed Eleonora, una maestra di Verona; la ricerca da parte di Kwaku del fratello Giobbe detto Pummarò, raccoglitore di pomodori; la difficoltà di trovare un lavoro dignitoso per un africano. Il protagonista ha preso da poco la laurea in medicina e vorrebbe andare in Canada per specializzarsi. Scoprirà che suo fratello è stato ucciso.
Esordio di Michele Placido nella regia; Placido è stato uno dei primi in Italia ad affrontare il tema dell’immigrazione. Film attento anche ad elencare tutte le varie forme del razzismo quotidiano. Musiche di Lucio Dalla e Mauro Malvasi.
La famiglia Buonanotte It.-Can. 1990 con la regia di Carlo Liconti e con gli attori Kim Cattrall, Lina Sastri, Giancarlo Giannini, Daniel De Santo, Tony Nardi.
Storie di immigrazione italiana in Canada raccontate da un fanciullo di casa Buonanotte: la madre vedova e operaia, la zia spregiudicata, il nonno, i parenti, gli amici.