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L’inedita funzione sociale dell’ IA

Finalmente abbiamo dei servitori fedeli, volenterosi ed estremamente efficienti, capaci di accollarsi tutte le parti routinarie del lavoro, di fare calcoli ed elaborazioni lasciandoci il tempo per studiare, pensare, formare cultura, elaborare teorie, filosofie, innovazioni, praticare e seguire arti e mestieri.

Dopo secoli bui di ‘studi chi può’, abbiamo trovato chi ci permetterà, a parità di salario, di portare il lavoro di routine a 20 ore settimanali e dedicare tutto il resto del nostro tempo alla formazione sociale e individuale, alla pratica delle arti e dei mestieri, alla riscoperta del piacere dell’attività sensibile e dello studiare.

Il lavoro intellettuale, lo studio, la ricerca, la formazione, avranno tempo e spazio per non essere più appannaggio di pochi; si esprimeranno in un continuo cenacolo, in un moderno rinascimento in cui il tempo dello studio sarà finalmente superiore al tempo dell’esecuzione e soprattutto sarà a disposizione di tutti. 

Riusciremo a legare il termine “operaio” non solo al termine opera sottintendendo realizzata manualmente, ma riconsegneremo il termine e gli uomini che lo rappresentano al valore del lavoro, come categoria generale che produce le culture e le storie dell’uomo.

Quindi: grazie servitori fedeli! Finalmente gli individui come singoli e come società si potranno permettere una formazione continua. Grazie, sia che vi chiamiate robot o intelligenza artificiale: pigliatevi la noia della ripetizione, delle elaborazioni routinarie figlie dei tanti dati di cui vi abbiamo riempito e corredato, e lasciateci il piacere dello studio, della nostra formazione, dell’esercizio culturale figlio dell’intelligenza umana e padre di nuove conoscenze, di nuove culture, di nuovi lavori.

Tranquilli cari servitori fedeli! Vi riempiremo ancora di nuovi dati e delle nostre nuove conoscenze; voi continuerete a elaborare i nuovi dati che vi saranno consegnati e noi a studiare ciò che ancora non si conosce: che pacchia!

Forse sto andando troppo avanti? Senz’altro sì, ma cent’anni di taylorismo, di produttività o morte, di formazione della ricchezza senza coglierne i frutti ma solo i torsoli, ci fanno sperare che avremo tutti il piacere di formarci, di studiare, di produrre cultura e di produrre il lavoro figlio delle nostre culture.

Come le tecnologie meccaniche della modernità ci hanno liberato dalla fatica fisica e muscolare, così le nuove tecnologie oggi possono liberarci dall’elaborazione dei dati consegnandoci risultati compiuti capaci di farci intuire, proporre e produrre nuove conoscenze.

E non è solo questo; tutti potranno e dovranno formarsi perché, una volta liberati dalle routine elaborative ed esecutive del fare ripetitivo, ci sarà una grande riqualificazione del lavoro umano.

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NEWSLETTER NUOVI LAVORI – DIRETTORE RESPONSABILE: PierLuigi Mele – COMITATO DI REDAZIONE: Maurizio BENETTI, Cecilia BRIGHI, Giuseppantonio CELA, Mario CONCLAVE, Luigi DELLE CAVE, Andrea GANDINI, Erika HANKO, Marino LIZZA, Vittorio MARTONE, Pier Luigi MELE, Raffaele MORESE, Gabriele OLINI, Antonio TURSILLI – Lucia VALENTE – Manlio VENDITTELLI – EDITORE: Associazione Nuovi Lavori – PERIODICO QUINDICINALE, registrazione del Tribunale di Roma n.228 del 16.06.2008

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