Il sistema d’istruzione e formazione in Italia compie passi in avanti: si consolida il modello di valutazione delle scuole, migliorano le competenze di base, la partecipazione a percorsi educativi della prima infanzia è quasi universale tra i bambini di età compresa tra i quattro e i sei anni e il tasso di abbandono scolastico (seppur ancora elevato rispetto alla media Europea) mostra una lieve (ma progressiva) diminuzione. Si apre dipingendo questo scenario il rapporto “Education and Training monitor” (2015) della Commissione europea che annualmente offre uno sguardo di sintesi sul percorso intrapreso dai paesi europei verso gli obiettivi individuati nel programma ET 2020. Uno scenario che mostra alcuni segnali che avvicinano l’Italia alle performance medie europee, ma che al contempo mette in luce anche il persistere di vincoli strutturali già evidenziati nel più recente passato.
Tra le note positive va segnalato lo sviluppo di pratiche di insegnamento innovative che stanno agevolando il percorso di “modernizzazione” dell’istruzione scolastica. In proposito, nel rapporto è citata l’indagine internazionale sull’insegnamento e apprendimento 2013 (TALIS) dell’OCSE che evidenzia come la percentuale di insegnanti che assegnano compiti diversi agli studenti a seconda delle loro necessità individuali sia più elevata rispetto alla media UE (58% rispetto al 46%). Cresce, fino ad allinearsi al dato medio europeo, anche la quota di insegnanti che ricorrono all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per progetti o lavori di classe (31%) e che sono coinvolti in attività di formazione sulle TIC (53%).
La partecipazione degli studenti della scuola secondaria superiore a percorsi di istruzione tecnica o professionale rimane superiore alla media UE (59,4% rispetto al 48,9% nel 2013), ma l’apprendimento basato sul lavoro non è ancora sufficientemente sviluppato: solo il 10,7% degli studenti della scuola secondaria superiore ha partecipato a percorsi di alternanza scuola-lavoro nel 2013/2014, sebbene questa percentuale registri una tendenza all’aumento negli ultimi anni (INDIRE 2014).
Il tasso di studenti che transitano dalla scuola all’università è in linea alla media UE (ANVUR, 2014) e cresce la percentuale di studenti che ha conseguito la laurea di primo livello entro i tre anni del corso di studi. Resta, tuttavia, ancora al di sotto del dato medio europeo la percentuale di studenti che completa il ciclo di studi universitari (55% per le lauree triennali nel 2012) e – in generale – il tasso d’istruzione terziaria è tra i valori più bassi dell’UE (23,9% nel 2014 per i giovani di età compresa tra 30 e 34 anni) e al di sotto dell’obiettivo nazionale del 26-27% previsto da Europa 2020.
Tra le principali criticità, vanno rilevati in particolare due aspetti. Il primo riguarda il divario nei livelli di spesa pubblica per l’istruzione, che già nel precedente rapporto apparivano tra i più bassi in Europa (4,2% del PIL nel 2012). L’ultimo dato conferma questa tendenza: la spesa pubblica per l’istruzione, sia in rapporto al PIL (4,1% nel 2013), sia in rapporto alla spesa pubblica complessiva (8,0% nel 2013), è fra le più basse dell’UE. Ciò vale in particolare per la spesa per l’istruzione terziaria che è la più bassa dell’UE (0,4% del PIL; 0,7% della spesa pubblica complessiva del 2013). A mitigare questo impattato, si legge nel rapporto, la legge di stabilità 2015 è intervenuta riducendo i tagli ai finanziamenti pubblici all’istruzione superiore previsti da norme precedenti. Per finanziare la riforma in atto del sistema scolastico la legge ha anche istituito un fondo specifico, nel quale verranno investiti un miliardo di EUR nel 2015 e tre miliardi di EUR a partire dal 2016.
Il secondo aspetto attiene, invece, al tasso di abbandono scolastico. Come segnalato in apertura, l’Italia presenta un trend in progressiva diminuzione: nel passaggio dal 2013 al 2014 è stato il Paese europeo in cui il tasso di abbandono scolastico è calato maggiormente, consentendo il raggiungimento dell’obiettivo nazionale (16%) fissato nel quadro della strategia Europa 2020. E questo è un dato di certo un dato positivo. Ma la distanza dal dato medio europeo resta ancora ampia (15% nel 2014 rispetto alla media UE dell’11,1%), con tassi di abbandono scolastico che sono ancora più elevati al Mezzogiorno e tra la componente femminile della popolazione (il tasso di abbandono scolastico è pari al 17,7% tra i maschi contro il 12,2% tra le femmine).
Il tasso di abbandono scolastico (17%, 2013) resta ben al di sopra della media UE (12%), soprattutto tra le persone di origine straniera (34,4%) e tra gli abitanti delle regioni meridionali. Si tratta di una delle percentuali più alte d’Europa, seconda solo a Grecia (23%), Malta (21%), Portogallo (19%) e Romania (18%). Anche se il trend di abbandono scolastico sembra essere lievemente in calo rispetto al 2013 e non distante (17%) dall’obiettivo nazionale fissato per il 2020(15%-16%), si tratta di una percentuale ancora decisamente lontana dalla soglia europea del 10% e su cui incide pesantemente il background educativo della famiglia di origine.