Stefano Massini nel corso dell’ultimo Piazza Pulita ha mostrato un disegno giuntogli da Como. La mano è quella di tre bambini che ritraggono i propri piedi in primo piano, come appoggiati quando si siede sul divano e si guarda la tv, e nello schermo due sagome di umani, Massini stesso e Formigli che lo rimira nello studio dove lo sfondo l’offre il tricolore.
Il gesto dei tre bimbi ci fa pensare a una rivoluzione del costume casalingo indotta dall’epidemico flagello. Mai avremmo pensato, altrimenti, che i figli piccoli verso le 23 non fossero o già a letto oppure a chattare dandosi appuntamento fuori scuola coi compagni. Invece, niente scuola né compagni, è inutile dannarsi l’anima per metterli a dormire e allora tanto vale fornirgli gli insegnamenti che la tv, se vista bene, può fornire.
Ovviamente c’è dietro la mano di genitori accorti, che i figli li assistono oltre a riservargli la postazione d’onore del divano. Tutti insieme a vedersi non qualche canzone e neppure il filmetto d’occasione, ma proprio uno dei talk show più politici e impegnati, dove si susseguono tra le poltrone vuote dello studio, gli eroi di questi tempi: gli epidemiologi, i medici e gli infermieri visti nella trincea delle terapie intensive, gli economisti preoccupati, i sindaci assediati, i governatori che non riescono a dare i resti, i sindacati, i politici con le proposte, l’Europa che ci aiuta e ci preoccupa, lo stato delle cose attualmente in Cina e USA.
Noi supponiamo che tutto quel vedere e quel parlare siano per i bambini, come peraltro anche per gli adulti, il miglior rimedio al rischio di accumulare dosi fatali di spavento. Perché il linguaggio, anche quando dice del dolore, fornisce il rifugio del nido di parole.
Aggiungi che, alla fine della fiera, quei bambini avranno la loro prima idea di facce e parole della politica e dintorni. A modo e con i filtri loro, ovviamente, ma quanto basta per vaccinarsi contro il virus che rende ciechi: il “chi se ne frega”.
*da Onda su onda, La Repubblica 28/03/2020