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Gli assets strategici e il controllo sociale

Tra varianti e vaccini, tra corsa all’accaparramento, per sé, delle risorse dello Stato ad opera dei tanti interessi lobbistici, sta passando in secondo piano la questione essenziale: l’assetto futuro del Paese.

Proprio mentre si programma la “Transizione Digitale”, si rischia di passare ad un Fondo di Investimento americano, la dorsale comunicativa del Paese.

Oggi sappiamo, meglio di ieri, quanto sia importante la proprietà e il controllo della Rete di connessione, vero sistema nervoso del Paese, per l’insieme della economia, per il suo assetto democratico, per la sua Unità, tra i tanti Centri e le tante Periferie, tra il Nord ed il Sud.

L’Italia non può mettere la sua infrastruttura di base in mano agli interessi di un Fondo Finanziario Esterno.

In dieci anni, dal 1992 al 2000 – la grande stagione della privatizzazione delle aziende a partecipazione statale – si è svenduto la parte migliore del Patrimonio industriale pubblico.

 La Tim fa parte di questa storia.

La Unitarietà ed il controllo pubblico della rete è fondamentale per garantire la trasparenza ed il controllo del flusso dei dati, la sovranità del Cloud nazionale e più in generale il controllo delle informazioni relative al comportamento dei cittadini e alle strategie pubbliche di Unita’ del Paese.

La costruzione del Campione nazionale delle Telecomunicazioni, da integrare nel Campione Europeo, è la condizione di base primaria per produrre servizi e prodotti nel mondo digitale e globale, a partire da quelli basati sulla Intelligenza Artificiale.

Il destino degli asset strategici non è solo un problema aziendale o di mercato. Gli Assets Strategici sono il problema del Paese, Sono il problema di tutti.

La Rete delle Telecomunicazioni rappresenta il primo asset strategico, oggi di assoluta rilevanza per lo sviluppo del Paese; l’integrità dei 600 mila Kilometri di Fibra ottica sottomarina della controllata Sparkle, la candidatura di Tim a gestire, con altri partner nazionali il Cloud dove saranno conservati tutti i Dati degli Italiani e la Interconnessione della Intera Pubblica Amministrazione rappresentano il cuore della questione.

Un altro Asset Strategico è rappresentato dalla presenza di una Banca pubblica per i Capitali Pazienti, come avviene in Francia ed in Germania. Insieme hanno costituito una Banca pubblica   con la presenza di ENA e Fraunhofer che spiega molto della forza competitiva di questi due paesi.

Un Terzo Asset Strategico è dato dal Sistema Sanitario Pubblico, come sottolineato inequivocabilmente dall’insorgere sempre più sistematico delle epidemie mondiali.

Sul tavolo, abbiamo tre grandi occasioni, emblematicamente rappresentate dalla vicenda Tim, dalla vicenda Monte dei Paschi, dalla vicenda del Servizio Sanitario Pubblico.

Su queste tre Vicende si decide il futuro di tutti, si costruisce il Profilo del nuovo ruolo dello Stato, dello Stato Innovatore. Ma si decide anche il nuovo profilo confederale del Sindacato italiano.

Perché non proporre e sostenere come Sindacati Confederali – mi chiedo e qui sta la mia proposta – che con tutte le risorse dei Fondi pensione integrativi che fanno capo appunto ai Sindacati Confederali ed alle Controparti datoriali, un grande progetto di investimento pubblico, a redditività garantita, sui tre grandi Assets indicati? Si tratta di trasformare una parte delle le risorse, oggi frammentate, sparse, disperse e quindi facile preda degli Animals Spirits del mercato finanziario, in Capitali pazienti, da investire su settori dell’economia reale e che riguardano il Futuro civile e sociale oltre che economico del Paese.

 

Serve il coraggio di uscire dalla trincea sterile degli interessi particolari e operare un grande balzo in avanti. La Storia, per una formidabile concatenazione di eventi, mette davanti alla Sinistra politica e alla Sinistra sociale, una straordinaria occasione irripetibile 

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