Non è di percezione comune, nemmeno nella sinistra, che in campo fiscale si giochino pezzi della regolazione del capitalismo mondiale. Ed è sfuggito a molti che – sempre in campo fiscale – è stata varata l’unica vera regola mondiale da molti anni a questa parte, siglata da un concerto di paesi a ottobre 2014 a Berlino, quella che porta allo scambio automatico di informazioni tra amministrazioni fiscali (di cui dirò). Pur essendo una rivoluzione (da non sottovalutare e da portare a ulteriore compimento), che pone qualche serio problema ai grandi patrimoni, a evasori e al denaro sporco, è una regola incompleta. Non pone, infatti, altrettanti problemi alla capacità delle multinazionali di sfuggire legalmente alla tassazione, di sottrarre quest’ultima al paese in cui hanno prodotto reddito e sostanzialmente tenerla per sè. Non solo un danno di gettito, ma un’alterazione conseguente della concorrenza a proprio favore. Dovrà pure essere affrontata una situazione che vede imprese come Amazon, Apple, Starbucks e numerosissime altre riuscire a pagare, si e no, il 2% sui propri profitti,mentre altre sono soggette a tassazione piena e il lavoro è ipertassato. Si tratta di perdite enormi di gettito, che la precedente Commissione europea stimava in 1000 miliardi di euro (incluso quello perso, oltre che per elusione e concorrenza, per evasione). Per proseguire la lettura in pdf cliccare il link:
(*) Economista e Professore di economia internazionale
Da: ”Regole, Stato, Uguaglianze” Ed.Luiss