Premessa
Recupero e salvaguardia della biodiversità e comunità energetiche rinnovabili, insieme alla transizione climatica, rappresentano la sfide e la priorità dei nostri tempi, da affrontare con gli strumenti della ricerca, della sensibilizzazione, del coinvolgimento sociale e delle forze attive sul territorio. Solo creando consapevolezza si potrà reagire in modo concreto ed efficace.
Il riscaldamento globale colpisce il pianeta, ormai con evidenza e con conseguenze devastanti in tema di perdita della biodiversità e di depauperamento di altre risorse dell’ambiente (acqua, terra…). Le comunità energetiche rinnovabili costituiscono un impegno concreto e condiviso per contribuire alla salvaguardia ambientale e sostenere gli equilibri dell’ecosistema; già sono in prima fila nella prevenzione e mitigazione degli effetti drammatici dell’insostenibilità.
Comunità e convenienza
Ribaltare le definizioni, come in una sorta di esercizio anagrammatico, consente di raggiungere punti diversi di visuale, che a loro volta aprono nuovi orizzonti di conoscenza.
Le comunità energetiche rappresentano uno strumento che unisce, autoproducendo energia pulita, nella convenienza di alimentare le utenze, abbattendo i costi. Convenienza che deriva dal risparmio, certamente, ma anche dagli incentivi statali dedicati, legati alla vendita della produzione in eccesso. Richiamano alla mente le forme di automutuo aiuto, che nelle campagne vigevano sino agli anni ’60, fra i contadini, con la condivisione di attrezzature, lavori, conduzione dell’acqua…
In questo senso, dunque, il termine “comunità” va interpretato adeguatamente e non nel suo significato sociologico, ma in quello di “luogo” nel quale le persone condividono strumenti, regole e prodotti, convenienti per tutti.
Il vantaggio economico, in effetti, è stato ed è tuttora la molla determinante nello sviluppo delle comunità energetiche; è l’elemento sul quale puntano gli addetti ai lavori per promuoverne la composizione, convincendo i possibili partecipanti e utenti.
Energia per il futuro
Ma ecco che coloro che sono i protagonisti del percorso, avendo compiuto, quasi ignari, un passo nell’unione, con una finalità ben precisa e tangibile, si trovano al centro di un processo ben più grande, che investe l’ambiente, la biodiversità, gli equilibri ecosistemici, il futuro del pianeta.
Le comunità energetiche dimostrano, oggi, di essere la forma più efficace per favorire la transizione energetica, cogliendo per davvero gli obiettivi del buon impatto ambientale, accanto a quelli del vantaggio economico. È come se l’energia da “sfruttare”, per cui sono nate, le stia trasformando a loro volta in fonti di energia positiva, capace di affrontare e arginare – da una posizione locale, piccola, decentrata – il flusso dell’insostenibilità che investe il nostro ambiente di vita. Energia che si moltiplica, attraverso la crescita della consapevolezza, il desiderio di conoscenza e la conseguente volontà di avviare processi integrati di salvaguardia.
Come una valanga
Mentre il livello centrale delle decisioni mostra tentennamenti ad affrontare un punto cruciale per il futuro della gente, dai “luoghi” arriva l’impulso che può fare la differenza, stimolando pure sensibilità verso la terra, senso di responsabilità di ognuno di noi, sogno di tramandare i valori alle prossime generazioni.
Il processo innescato si comporta come una pallina di neve, che rotolando giù raccoglie altra neve sul percorso e diventa sempre più grande. Le comunità sono coinvolte e le persone, quasi solo spinte lungo la pista, crescono in consapevolezza e si sentono autori del cambiamento. Il crescere delle convinzioni e – si potrebbe dire – il piacere di prendersi cura del proprio ambiente di vita, riconoscendo e proteggendo le diversità e la biodiversità, attraggono gli altri, potenziano le relazioni e le innalzano verso obiettivi altri.
Ecco che le Comunità energetiche, ampliando il coinvolgimento, dai cittadini, alle aziende, agli enti territoriali, diventano di più scelta etica, strumento di cooperazione per una transizione ecologica efficace, perché non artificialmente indotta.
Generatori di valore
L’aggregazione per l’energia genera valore oltre quello meramente finanziario:
– impulso alla qualità ambientale: favorisce la riduzione di emissioni di anidride carbonica, grazie all’utilizzo di impianti che producono energia rinnovabile, e la progressiva indipendenza dei territori in campo energetico;
– metodologia per l’equilibrio della crescita: genera un modello innovativo di relazioni e partecipazione, per gli obiettivi dello sviluppo sociale ed economico sostenibile;
– ritorno alla sussidiarietà: recupera l’approccio tipico del mutuo sostegno delle comunità rurali di metà secolo scorso, includendo concretamente nel processo persone fisiche, famiglie, gruppi e associazioni, enti del terzo settore, mondo delle imprese, autorità locali, e favorendo l’accessibilità alle fonti rinnovabili anche in caso di basso reddito;
– coesione e sviluppo sociale: genera benefici per l’ecosistema, proteggendo e restituendo vigore alla biodiversità, valore condiviso per la collettività, innalzamento della qualità della vita comune, stimolando senso di appartenenza e nascita di altri percorsi di contrasto all’insostenibilità.
La constatazione
In un momento epocale come quello che stiamo vivendo, in cui i paradigmi crollano e le prospettive sono offuscate, recuperare l’equilibrio naturale e spirituale sembra essere la strada verso il futuro. La comunità energetica è fondata su una constatazione forte e su una volontà decisa, che ormai viene dalla gente; traccia un percorso di innovazione per offrire una risposta precisa ed efficace.
Ogni modificazione degli equilibri modifica le loro gerarchie interne; fa scomparire alcuni antagonisti; fa proliferare gli esseri divenuti liberi di espandere, qualora trovino un vettore idoneo, per l’assenza di quegli antagonisti. La perdita di biodiversità aumenta la vulnerabilità del territorio ai disastri naturali, diminuisce il livello della salute all’interno della comunità, contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali.
Dalle comunità energetiche riemerge la consapevolezza di come il territorio, in un passato tutto sommato recente, fosse ricco di biodiversità, che si sta rapidamente perdendo, ma che ancora in gran parte potrebbe essere riscoperta.
Questa è la constatazione: le colture agroalimentari della tradizione locale, varie ma ormai dimenticate, possono rappresentare oltre che un emblema dell’identità dei luoghi, un elemento determinate per la tutela dell’ambiente e della salute delle persone, e un tassello importante per la crescita culturale, sociale ed economica dell’area.
La volontà
L’energia delle comunità consente di riscoprire e valorizzare la biodiversità, che significa intraprendere una strada sostenibile per migliorare le condizioni ambientali, ridare colore ai luoghi di vita e fiducia alle persone, produrre benessere economico, sull’esempio di molte aree del pianeta, attraverso lo sviluppo di forme di produzione e di turismo veramente sostenibili. La volontà è il ripristino della conoscenza, nonché l’applicazione di modelli innovativi per il concreto recupero di biodiversità e per la valorizzazione in chiave di sviluppo locale e turismo sostenibile. Per un mondo misurato sulla qualità e non sul PIL.
Il respiro
La biodiversità è il respiro del mondo. La biodiversità colturale, agricola non è solo una esigenza naturalistica, ma è la chiave per recuperare l’equilibrio del pianeta, dell’uomo, delle comunità sociali. È la sostanza che ha dentro di sé gli anticorpi alla vulnerabilità dell’ambiente e soprattutto degli individui. Tema drammaticamente attuale in questo momento storico.
La produttività di un qualsiasi ecosistema, sia esso un suolo per la coltivazione agricola o un’area naturalistica è rafforzata dalla biodiversità. Che, inoltre, esprime le bellezze delle civiltà locali e ne incrementa l’attrattività rispetto all’esterno.
La “rivoluzione”
Le comunità energetiche rappresentano una rivoluzione. Sono la soluzione innovativa in grado di attivare risorse economiche, attirare persone, stimolare nuove attività. Possono essere una risposta concreta e democratica per combattere la povertà energetica, in alcune parti del mondo, e convertire i processi produttivi insostenibili, in altre. Sono la chiave per squarciare il velo sugli occhi e indurre consapevolezza.
Sono realmente l’energia per il futuro del pianeta.