1. Le problematiche relative all’accesso e alla fruizione del servizio sanitari nazionale in Lombardia erano in parte già sollevate nella rete di sportelli sociali che la CISL lombarda ha avviato in tempi recenti. In particolare la questione più rilevante (non recente ma ormai universale in tutta Italia) è stata quella dei lunghi tempi di attesa per le prestazioni. Di vario genere.
Anche da queste spinte è nata la scelta di avviare un’indagine concernente l’esperienza – esperienza concreta e non percepita – della base associata cislina nell’interazione con il servizio pubblico e sulle modalità di soluzione della questione tutela della salute. Le problematiche emerse o confermate dall’indagine hanno consolidato l’insieme delle richieste di riorganizzazione della sanità in Lombardia da parte del sindacato.
2. I risultati
Ricorso a strutture pubbliche, ovvero convenzionate, ovvero private e oneri conseguenti.
Sono state sottoposte agli intervistati le prestazioni da loro effettuate in strutture pubbliche, convenzionate o private nell’ultimo anno, quali visite specialistiche, esami di diagnostica e ricoveri verificandone la partecipazione economica.
Per le visite specialistiche (effettuate nell’ultimo anno da otto intervistati su dieci) è significativo il ricorso a strutture private (solo private o convenzionate). Oltre la metà a pagamento. Gli altri hanno utilizzato la libera professione nelle strutture pubbliche.
Per l’esame di diagnostica nel 2023, uno su tre si è rivolto a strutture private convenzionate con il Servizio Sanitario e quasi uno su quattro ha svolto esami in strutture private. Per le prestazioni di diagnostica strumentale a pagamento più di otto su dieci intervistati sono ricorsi a strutture private.
I ricoveri sono stati fruiti in maggioranza in strutture pubbliche (7 su 10). I ricoveri in struttura privata convenzionata in regime di SSN sono stati in numero inferiore così i ricoveri a pagamento in strutture private.
I tempi di attesa.
Area di interesse sono stati i tempi di attesa per visite, esami, ricoveri.
il tempo massimo d’attesa previsto dal codice di priorità (urgente, breve, differibile, programmabili) indicato nell’impegnativa dal medico è stato rispettato in percentuali differenti nelle varie prestazioni con ritardi fino al 40% delle erogazioni.
Il tempo d’attesa in Pronto soccorso tra la presa in carico e il ricovero in reparto e stato in media di otto ore, con picchi fino a 48 ore.
La rinuncia alle cure
La rinuncia alle cure (“qualche volta” o “spesso”) nel corso dell’ultimo è un fenomeno rilevato, anche in rapporto al reddito familiare e all’età. Motivi più frequenti sono stati I lunghi tempi d’attesa, seguito dalle ragioni economiche. Ma anche legate alla scomodità fisica o organizzativa delle strutture sanitarie.
Anche nell’area della cronicità (un intervistato su cinque ha due o più cronicità) la rinuncia alle cure e numerosa: si confermano come motivi la scomodità delle strutture, le ragioni economiche ed i tempi di attesa.
In merito all’assistenza domiciliare le valutazioni sono positive, tranne per quanto riguarda i tempi di attesa.
Spesa per l’assistenza sanitaria.
Livello del reddito e maggiore età fanno crescere Il valore medio della spesa per l’assistenza sanitaria di ogni famiglia. Con andamento diverso per tipo di prestazione: per visite, esami e ricoveri la spesa media nel 2022 è stata pari a 951 euro, per le altre spese farmaceutiche, odontoiatriche, fisioterapiche, e stata di 1.184 euro. Senza rilevanti differenze nella distribuzione su base provinciale.
3. La “survey” fornisce un contributo nella discussione, ormai persistente, sulla questione sanitaria in Italia. Con alcune particolarità.
Innanzitutto si tratta del contesto lombardo che non risulta svantaggiato rispetto ad altri sistemi regionali (e ciò introduce la questione più generale degli eventuali sviluppi divaricanti nella realizzazione di percorsi regionali di autonomia differenziata).
In secondo luogo è largamente partecipato ed espressione di esperienze concrete di accesso alle prestazioni e non solo di opinioni o percezioni.
E le questioni sollevate si riferiscono a fenomeni che sono da tempo all’ordine del giorno. Anche ante pandemia. Con tentativi di intervento da parte centrale e regionale complessivamente inefficaci.
Le liste di attesta per le prestazioni, ad esempio, sono state già oggetto del Piano Nazionale di Governo delle liste d’attesa 2019-2021, con risultati non soddisfacenti. E di recente il governo ha varato nuovo decretocon alcune misure per garantire lo smaltimento delle prestazioni sanitarie, visite ed esami, nei tempi previsti dalle priorità indicate nella ricetta.
Da più parti si evidenzia che, in assenza di finanziamenti aggiuntivi – non prevedibili in un decreto legge, si tratta di riproposizioni di misure già previste e non gestite o gestibili. Comunque che non cambiano il rispetto dei tempi di accesso alle prestazioni da parte dei cittadini.( Persiste ancora in qualcuno la speranza che non sia una ennesima “moina”).
Ancora significativo è il fenomeno rilevato del mancato ricorso alle cure per motivi economici, per i tempi di attesa, per collocazione impraticabile delle strutture sanitarie.
E l’intreccio tra ricorso a strutture private a pagamento o convenzionate – che caratterizza l’assistenza sanitaria in modo ormai oneroso da parte delle famiglie – inficia la scelta del principio universalistico verso quello selettivo.
1 I Punti Salute. Vedi La CISL nel territorio con i Punti Salute,
2 L’indagine è stata effettuata congiuntamente dalla CISL Lombardia e dall’Associazione Bibliolavoro. Strutturata da 60 domande di diversa natura somministrate ad un campione numericamente rilevante e comunque rappresentativo per fasce di età, di reddito e distribuzione territoriale.
Alcune aree tematiche quali : — Rinuncia alle cure— Cronicità— Esperienze e criticità nell’esecuzione di visite specialistiche ambulatoriali— Esperienze e criticità nell’esecuzione di esami — Esperienze e criticità nell’esecuzione di ricoveri programmati e dal pronto soccorso — Esperienze e criticità legate all’Assistenza Domiciliare Integrata
3 L’insieme delle richieste sono contenute nella stessa pubblicazione dell’indagine e riguardano: innanzitutto un piano di intervento per il governo delle liste di attese che intervenga in maniera sistematica:
sui ricoveri, sul decongestionamento della rete di emergenza, sulle visite di specialistica e di diagnostica strumentale, la valorizzazione del Distretto sociosanitario, disabilità e progetto di vita della persona, sullo sviluppo delle cure domiciliari, residenzialità socio sanitaria, potenziamento dei servizi di salute mentale territoriale, rete ospedaliera e delle alte specialità e Istituti di ricerca scientifica.
4 Sui limiti delle percezioni degli Italiani in merito al SSN vedi I dilemmi del Servizio
Sanitario Nazionale presente e futuro di Massimo Bordignon e Gilberto Turati
Maggio 2023
5 Si veda a riguardo Liste d’attesa sanità: il nuovo decreto non migliora la situazione. Altroconsumo.