Tutti conoscono il Teorema del Salario (TdS), secondo il quale risulta che gli ingegneri e gli scienziati non potranno MAI guadagnare tanto quanto gli uomini d`affari. Questo teorema può essere facilmente dimostrato.
Il teorema si basa su 2 assiomi noti a tutti:
Assioma n. 1: La Conoscenza è Potenza;
Assioma n. 2: Il Tempo è Denaro.
Tutti gli ingegneri e gli scienziati sanno che:
Potenza = Lavoro / Tempo
Applicando quindi gli assiomi 1 e 2, abbiamo dunque con una semplice sostituzione:
Conoscenza = Lavoro / Denaro
Otteniamo dunque facilmente che:
Denaro = Lavoro / Conoscenza
Quindi, con delle semplici argomentazioni di analisi matematica si ottiene che:
– se la Conoscenza tende a zero, il Denaro tende verso infinito, qualunque sia la quantità di Lavoro, anche se molto piccola;
– viceversa, quando la Conoscenza tende verso infinito, il Denaro tende a zero anche se il Lavoro è molto elevato.
Conclusioni.
La conclusione è evidente: meno conoscete e più guadagnerete. Se avete avuto qualche difficoltà di comprensione, ci sono delle buone possibilità che prima o poi facciate molti soldi.
Se avete capito tutto, siete fregati.
Una barzelletta: mica tanto. Sono da poco usciti i dati dell’Osservatorio Job Pricing sulle retribuzioni 2016. Queste sembra siano cresciute mediamente del 2,1%. A beneficiarne sono stati soprattutto quadri, impiegati e operai: la RAL media dei dirigenti è infatti in calo del 2,9%. A livello generale, secondo l’Osservatorio, la retribuzione media nazionale è pari a 29.309 € lordi.
I dirigenti hanno guadagnato in media 101.224 €, i quadri 53.779 €, impiegati e operai (che insieme costituiscono il 95% della forza lavoro) rispettivamente € 30.894 e € 24.608. Guardando alla distribuzione del reddito, quasi la metà dei lavoratori dipendenti si colloca in una fascia retributiva tra i 23.000 € e i 31.000 €, solo il 6,9% guadagna una cifra superiore a 40.000 €, e solo l’1,0% dei dipendenti ha una retribuzione globale annua superiore a 100.000 €. Siamo alle solite: retribuzioni nette troppo basse, costo azienda troppo alto. Con queste retribuzioni ci vogliono due stipendi per portare avanti una famiglia: da qui la ricerca di nuova occupazione che non riesce ad essere soddisfatta. D’altro canto le imprese, soprattutto le PMI, hanno poco mercato e costi troppo alti per reggere una competizione globale sempre più agguerrita.
Rimangono sensibili le differenze tra l’alta direzione e la media degli altri stipendi, anche se meno di quanto si creda. Un amministratore delegato guadagna in media 10 volte un operaio. Non è poco ma è molto lontano dai casi estremi che siamo abituati a leggere sulle prime pagine dei giornali economici.
Più in generale, però, le analisi retributive di tutti questi ultimi anni ci presentano un Paese spaccato tra grande impresa e PMI, tra nord e sud, tra privato e pubblico.
Globalmente le retribuzioni sono basse e la scarsa produttività non permette a breve significativi rialzi.
Il lavoro viene inoltre percepito come precario o instabile. Le retribuzioni degli occupati sono comunque abbastanza omogenee e il merito sembra pagare poco, così come l’alta istruzione.
Da qui, purtroppo, la conferma della validità del Teorema del salario.