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In crescita la povertà assoluta, soprattutto nel Mezzogiorno

L’Istat ha pubblicato a fine giugno le sue stime per il 2017 su povertà assoluta e relativaInteressanti, in questa fase di valutazione delle misure di contrasto alla povertà, sono soprattutto le prime. Chiarito che per l’anno in corso rimangono norme e coperture previste per il reddito di inclusione sociale con la Finanziaria 2018. Le stime registrano un incremento rispetto al 2016. 

Aumentano le famiglie in povertà assoluta (1 milione e 778 mila famiglie residenti, con un’incidenza del 6,9% rispetto al 6,3% nel 2016) ed il numero di persone interessate (5 milioni e 58 mila individui, con un’incidenza dell’8,4% dal 7,9%). L’Istat valuta che parte della crescita sia dovuta all’inflazione registrata nel 2017[i]. Ed evidenzia che entrambi i valori sono i più alti della serie storica, che prende avvio dal 2005.

minori in povertà assoluta nel 2017 ammontano ad 1 milione 208 mila. La percentuale è del 12,1% (12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%)[ii]. 

L’incidenza della povertà assoluta aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%). Il peggioramento più elevato è registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). Comunque l’aumento della povertà si registra anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord[iii].

L’età della persona è una variabile significativa: l’incidenza della povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età[iv]. 

Viene confermato il ruolo centrale del lavoro e della posizione professionale: la povertà assoluta diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati[v]. 

Altra variabile incidente è il livello d’istruzione: cresce rispetto al 2016 l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie con persona di riferimento con al massimo la licenza elementare (dall’8,2% del 2016 si porta al 10,7%); l’incidenza è più contenuta per le famiglie con persona di riferimento almeno diplomata[vi]. 

Le famiglie straniere presentano un indice più elevato delle italiane. Tale indice è in crescita rispetto al 2016.[vii]

Osservazioni

L’aumento della povertà assoluta si registra in una fase di crescita, anche se lenta, del PIL e dell’occupazione interpellando così la necessità di specifiche politiche di contrasto.

L’occupazione rimane la strada necessaria ma non sufficiente, vista la presenza di povertà tra gli stessi occupati. Intervengono infatti, oltre alla qualità occupazionale, altre variabili incidenti (numero familiari, età, territorializzazione). E’ da sottolineare la rilevante presenza di minori in condizioni di povertà con lo svantaggio nei confronti delle aspettative per il loro futuro. 

Le stime relative alla copertura percentuale dei beneficiari rispetto agli stanziamenti in Finanziaria 2018 vanno, seppur parzialmente, ridimensionati vista la crescita della povertà assoluta.

La diversificazione territoriale introduce con forza interventi articolati di rafforzamento e qualificazione dei servizi territoriali oltre che nelle strategie di inclusione attiva sociale e lavorativa.

 

 



[1]Vedi Prospetto 1. Istat. La povertà in Italia. 2017

 

[1]Vedi Prospetto 2. Istat. Citato.

 

[1]  Vedi Prospetto 6. Istat. Citato.

 

[1]Vedi Prospetto 4. Istat. Citato.

 

[1]Vedi Incidenza della povertà assoluta per condizione professionale. In Istat. Istat. Citato.

 

[1] Vedi  Incidenza della povertà assoluta per titolo di studio. In Istat. Istat. Citato.

 

[1]Vedi Prospetto 7. Istat. Citato.

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