Nel futuro dei territori, così come dell’intero pianeta, le comunità si trovano di fronte a un tema da risolvere, tutto nuovo: ristabilire un rapporto di equilibrio tra le trasformazioni prodotte, gli ecosistemi locali e l’ecosistema Terra. Stabilire questo equilibrio è un grande obiettivo, al quale ognuno di noi deve partecipare con la coscienza e l’umiltà necessarie, con la ricerca del dialogo e del confronto, con la rinuncia a priori di tutte le sirene dell’omologazione e delle scorciatoie, con la certezza che il mestiere più bello del mondo è quello di ricercare ciò che non si sa.
Conoscere la storia significa conoscere culture e saperi, raggiunti e realizzati; significa esultare per ciò che è stato perseguito, ma anche percepire ciò che occorre studiare per superare gli errori commessi a causa delle conoscenze incompiute e delle mutate condizioni del sistema Terra e dei sistemi territoriali locali. Conoscere le realtà territoriali nelle loro attuali conformazioni, poterne valutare pregi, difetti e carenze, avere la possibilità di classificare le azioni compiute, i materiali applicati, le energie prodotte e usate, nell’insostenibilità o nella sostenibilità ecologica dei processi di trasformazione del territorio e degli ecosistemi, significa poter agire su:
- l’ampliamento del sistema di conoscenze disciplinari rispetto a quelle fino ad oggi reputate necessarie e sufficienti;
- l’avviamento di programmi di ricerca e sperimentazione volti a costruire nuovi e più complessi ambiti di conoscenza;
- la partecipazione, con la consapevolezza del valore del metodo olistico di interpretazione e di conoscenza, alla formazione di nuovi valori e metodi per la progettazione e il governo delle trasformazioni del territorio e degli ecosistemi, capaci di garantire all’ambiente e alla società un nuovo equilibrio sostenibile.
Con il primo punto si celebrano nuovi matrimoni disciplinari a tutto vantaggio delle nuove complessità; con il secondo si studiano le nuove soluzioni strutturali e formali che le stesse complessità impongono; con il terzo si lega il sapere alla conoscenza che, essendo in divenire, è costantemente posta sotto esame dalla coscienza critica che mostra articolazioni più profonde, alimenta dubbi e incertezze, indica nuovi programmi di ricerca e sperimentazione.
Nell’ultimo secolo le trasformazioni che l’uomo ha prodotto sugli equilibri ecosistemici locali, agendo sugli assetti territoriali, sono state promotrici e acceleratrici di molte modificazioni, che direttamente o in modo derivato hanno influito sugli equilibri generali sistemici ed ecosistemici. L’azione dell’uomo è intervenuta in modo diretto demolendo ambienti naturali, sostituendoli con ambienti artificiali abiotici e biotici, ma anche in modo indiretto promuovendo e praticando usi e consumi che quelle trasformazioni comportano, schiacciando intere aree con i suoi pesi demografici e tecnologici. Sono stati fattori determinanti nel processo di involuzione, i fenomeni di spopolamento crescente e abbandono dei territori locali, con depauperamento di importanti risorse culturali e ambientali e perdita di identità, l’incapacità di definire strategie locali e progettualità per lo sviluppo, ma anche il basso livello di coinvolgimento delle comunità locali, nonchè l’assenza di processi di promozione dei valori che il territorio esprime e di sviluppo della creatività per l’innovazione.
Occorre conoscere la storia per costruire il futuro; bisogna prendere dal passato ciò che serve; alla luce dei disastri naturali che imperversano sul pianeta, è necessario avviare un programma di ricerca e sperimentazione, fondato sulla comprensione delle complessità, incentrato sulla progettazione di sistema e su interventi a garanzia degli equilibri ecosistemici e sistemici, finalizzato a costruire la vera sostenibilità dello sviluppo.
Ai fini della formazione di comunità locali consapevoli, si ritiene di fondamentale impostanza predisporre una tabella di marcia che contenga azioni, attori, pietre miliari e strumenti per aprire ai principi dell’ecosistema, della sua conoscenza, della tutela, del recupero, della valorizzazione, favorendo la reale partecipazione della gente alle decisioni, il potenziamento delle capacità di governance locale, la qualificazione dell’organizzazione tecnico-amministrativa dei comuni, la crescita delle competenze dei giovani, il coinvolgimento delle imprese, la semplificazione delle procedure, con l’obiettivo dell’incremento delle progettualità.
Da qui nasce l’idea dell’Atelier dell’Abitare l’Ecosistema, laboratorio per la sostenibilità ecologica e sociale, scuola e bottega per il progetto delle trasformazioni territoriali e urbane. Avamposto capace di occupare un posto nel dibattito internazionale sulla sostenibilità vera del pianeta, quella che parte da una rivoluzione del pensiero, ovvero dalla considerazione che il territorio è un insieme complesso di fattori naturalistici e ambientali interconnessi, di cui occorre comprendere appieno equilibri e relazioni, da mantenere, ricomporre, potenziare, e in cui gli elementi introdotti dall’uomo devono essere capaci di non variare, pena l’insostenibilità.
L’Atelier si propone come luogo della sperimentazione di un metodo per la conoscenza degli ecosistemi locali, nella loro complessità, finalizzato a definire percorsi di attuazione degli interventi di trasformazione, realmente connessi alla realtà ambientale dell’area, in grado di non mutare gli equilibri o addirittura di ricomporli nei casi necessari.
Sono obiettivi primari dell’Atelier quelli di:
- reimpostare la conoscenza del territorio in chiave di complessità ecosistemica, definendo metodi che siano in grado di adattarsi alle differenti situazioni, nella convinzione che ogni area è un sistema a se stante, con le proprie caratteristiche che scaturiscono dai fattori naturalistici e ambientali, oltre che sociali e derivanti dalle trasformazione operate dall’uomo nel corso della storia;
- sperimentare forme di pianificazione e di realizzazione di interventi sul campo, in grado di rafforzare l’attrattività dei territori locali e la loro rivitalizzazione, ostacolare i processi di trasformazione inconsapevole e insostenibile, costruire percorsi strutturati, reali ed efficaci di sviluppo;
- promuovere l’innovazione e la trasformazione digitale, quali strumenti in grado di sostenere i nuovi percorsi della conoscenza;
- costruire la consapevolezza delle comunità locali verso la realtà ecosistemica del proprio territorio e la necessità di mutare rotta nella costante azione di intervento umano, anche sostenendo la capacità degli amministratori locali dei comuni rurali, di proporsi riferimento vero nei processi di sviluppo; in tal modo, rilanciare la funzione dei piccoli comuni che devono riprendere ad essere attrattivi per le persone e le imprese interessate a realizzare sistemi produttivi evoluti, in chiave di sostenibilità ecosistemica, accrescendo la competitività del proprio modello economico rispetto alle altre aree, puntando sulle filiere dell’ambiente e della cultura;
- evidenziare il ruolo dell’agricoltura per le finalità della sostenibilità ecosistemica, coinvolgendo le aziende affinchè condividano principi e processi e possano aderire a modelli economici evoluti, basati sull’aggregazione, sull’uso e non sfruttamento delle risorse, sul contenimento degli impatti sul territorio.
L’Atelier è la manifestazione della voglia di riprendersi la propria esistenza, di respirare la natura, di liberare la diversità. Rappresenta un vero laboratorio di studio, ricerca e progetto, per costruire le consapevolezze sui valori complessi dell’ambiente, sulla necessità di comprenderli appieno, di farli riemergere, di porli come elementi imprescindibili nei percorsi dello sviluppo realmente sostenibile. Dove complessità non sta per complicazioni o appesantimenti, ma per varietà di vita, equilibri, colori, sapori, luce, profumi. Salvezza…
Il risultato atteso dal funzionamento dell’Atelier, dal punto di vista della comunità locale, è quello della sensibilizzazione delle coscienze al fine di rendere le persone motore dei processi di sviluppo e risorsa attiva per la comunità. In particolare per:
- acquisire il concetto di sostenibilità dello sviluppo e della capacità di visione sistemica: relazione tra ambiente, economia e società;
- innescare la consapevolezza delle problematiche ambientali in chiave storica e attuale e spingere al cambiamento nei comportamenti quotidiani e nelle politiche di gestione del territorio;
- sviluppare il senso di responsabilità diffusa nei confronti della tutela ambientale e favorire azioni partecipative nella gestione delle risorse ambientali;
- definire una corretta metodologia di analisi del territorio in chiave ecosistemica.
Per le imprese è risultato atteso l’inserimento nel sistema di relazioni del territorio, quale componente importante per le decisioni, stimolo per la crescita e per l’innalzamento della qualità nei servizi. Per i soggetti extra-locali, opportunità di mercato e iniziative di cooperazione. In particolare per:
- rafforzare la cooperazione tra attori rurali e urbani attraverso strategie di gestione dell’ambiente e modelli di business innovativi, pagamenti e risarcimenti, strumenti di governance condivisa;
- razionalizzare le risorse, al fine di far fronte alle esigenze di specializzazione e professionalizzazione sempre più avanzate, necessarie per affrontare le sfide della società e dell’economia contemporanee;
Per quanto riguarda i risultati attesi per le amministrazioni locali:
- potenziare le capacità di pianificazione territoriale dei decisori nella gestione dei servizi ecosistemici tramite nuove conoscenze, strumenti finanziari e di gestione;
- rafforzare le capacità di riconoscere i bisogni provenienti dall’utenza e acquisire le competenze necessarie per rispondere efficacemente;
- favorire la trasformazione digitale dei servizi pubblici, in grado di innescare miglioramento effettivo nella qualità;
- rafforzare i processi partecipativi attraverso lo sviluppo di reti per la condivisione delle esperienze territoriali, stimolando una maggiore partecipazione dal basso, la condivisione e la diffusione delle conoscenze ed esperienze locali.
L’Atelier dell’Abitare l’Ecosistema nasce nella Locride. Può scardinare la visione di una comunità antropologicamente malavitosa. Può consentire di posizionare un territorio periferico nel sistema delle avanguardie del pianeta. Può introdurre la Locride nella storia. Anzi, può ricollocarla nella storia, riprendendo un cammino iniziato nella notte dei tempi.
*Direttore del GAL Terre Locridee