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La vigilanza ispettiva ha la sua programmazione per il 2015

Nelle more della Riforma degli Organi di vigilanza con la creazione della  Agenzia Unica per l’ispezione, prevista dalla legge delega sul Jobs Act, il Ministero del lavoro ha ritenuto di fornire indicazioni al personale ispettivo, ma evidentemente con interesse anche generale, circa gli ambiti e i fenomeni selezionati, cui indirizzare l’azione di vigilanza 

Premessa

La programmazione intende realizzare il criterio proprio della vigilanza mirata, in funzione dell’ottimizzazione dell’impiego delle risorse disponibili, delle specificità di ciascun territorio, delle modalità di intervento, previa l’individuazione dei fenomeni illeciti, che alterano le corrette dinamiche del mercato del lavoro e incidono negativamente sulle tutele.

Le scelte sono frutto naturalmente dell’osservazione, quale strumento dell’organizzazione del lavoro, in funzione degli obiettivi e delle aspettative connessi all’attività ispettiva.

La programmazione costituisce anche occasione  per affinare le modalità degli interventi, da qualche tempo mirati al contenimento degli illeciti cosiddetti sostanziali, per una effettiva salvaguardia delle condizioni di lavoro, con attenzione specifica alle irregolarità, che destano maggiore allarme economico sociale.

Il documento ministeriale, mirato a creare le linee guida per l’azione ispettiva, impegnative per gli Uffici territoriali preposti alla vigilanza, finisce per perseguire anche un’ azione di prevenzione  nei riguardi degli operatori economici destinatari degli accertamenti.

Le scelte di programmazione

Attenzione prioritaria non poteva non essere riservata all’occupazione dei lavoratori in nero, mediante attività preceduta, per una maggiore efficacia, da una opportuna azione di intelligence.

 La scelta trova ragione, sia per l’ incidenza deleteria del fenomeno nel sistema socio economico, sia, in particolare sotto il profilo lavoristico, per il conseguente calo delle condizioni di sicurezza.

 Pur nella diversa incidenza del fenomeno tra Nord e Sud del Paese, i settori segnatamente interessati continueranno ad essere : l’edilizia, il commercio, la ristorazione e l’agricoltura

Fenomeni connessi da perseguire saranno  il lavoro minorile e le interposizioni di manodopera . L’osservazione porta anche a non ignorare, per un’ azione che voglia  incisiva, sotto il profilo delle protezioni, la presenza di soggetti più deboli, quali giovani in occupazione precaria e gli immigrati.

Nella casistica dei comportamenti a rischio, cosi come osservati da ultimo, la programmazione dell’attività ispettiva dovrà includere anche :

– i CCNN, al fine di verificarne la sottoscrizione da parte delle OO.SS. dotate della corretta rappresentatività;

– le cooperative, perché non siano spurie e assicurino compensi da contratti collettivi sottoscritti dalle OO.SS. comparativamente più rappresentative della categoria;

– il diffuso fenomeno della cosiddetta esternalizzazione soprattutto nelle filiere degli appalti, perchè non sfocino nell’intermediazione di manodopera con gli inevitabili cali di tutela;

– i distacchi non genuini di tipo transnazionale, all’origine dell’ applicazione di tutele diversificate, tendenzialmente più basse,  per determinati Paesi;

– la qualificazione dei rapporti di lavoro, oggetto costante dell’ azione ispettiva, per il ricorso elusivo a contratti atipici e flessibili. Il fenomeno è da seguire naturalmente alla luce della Riforma in atto.

Quanto agli strumenti a disposizione degli ispettori, il Ministero, ai fini della effettività dei diritti patrimoniali, insiste ancora una volta sulla promozione della conciliazione monocratica e della diffida accertativa, entrambe finalizzate al conseguimento in tempi brevi delle tutele economiche.

Ancora, sotto l’aspetto della quantificazione degli accessi ispettivi, premessa la previsione di almeno quattro vigilanze straordinarie a livello nazionale, da individuare a cura del Ministero, viene definito il numero degli interventi per ogni Regione, pari ad almeno 132500 aziende. Le Regioni più impegnate saranno, in ordine decrescente, le Puglie (13800), la Lombardia ( 13000), il Lazio (12600), l’Emilia Romagna (11300).

Di interesse, grazie all’osservazione, cui si è fatto pure riferimento per ogni Regione, l’individuazione dei settori maggiormente a rischio con i fenomeni meritevoli di attenzione, le cadenze degli interventi e i territori provinciali coinvolti.

In Lombardia, in particolare, dovranno proseguire gli interventi in corso su EXPO 2015 e quelli di accompagnamento all’evento. Per taluni territori, sono evidenziati i fenomeni, che trovano ragione nella peculiarità socio economica (v. prestazioni illecite, ammortizzatori sociali, cooperative spurie, particolari industrie locali) 

Trattasi, quindi, di una programmazione nell’insieme non di tipo generico, ma con obiettivi tarati sulle specificità locali, cosi come ricavate dalla rivelazione nel tempo delle irregolarità.

Non è ignorata la vigilanza cosiddetta tecnica in materia di sicurezza. Partendo dall’Atto di indirizzo del Ministero del Lavoro per il biennio 2011 /2013 , dovrà anche essere promossa la cultura della sicurezza nelle aziende pubbliche e private. Settori di intervento da privilegiare saranno l’edilizia , ma anche, tenuto conto della ripartizione delle competenze con altri Enti, le Ferrovie e la radio protezione.

Sempre in materia tecnica,la programmazione per l’edilizia, prevede , accanto alle indicazioni circa le modalità di intervento, anche il numero delle aziende da ispezionare, pari a 8000, con l’obiettivo di raggiungere, mediante un’ azione di intelligence,  almeno il 60% di soggetti irregolari. Per ragioni intuibili, dovrà essere assegnata priorità, con il 65% degli interventi, ai cantieri piccoli e  il 5% a quelli grandi (importo lordo 100000 euro)

La vigilanza di cui trattasi non dovrà ignorare le potenzialità di rischio, cui espongono i lavoratori i cosiddetti siti confinati (attività manutentive o di  pulizia ), che dovranno essere oggetto, sia di verifiche,sia di monitoraggio. 

Sono richiamate, ancora,  le modalità da seguire  in tema  di pianificazione degli interventi, che dovrà avvenire nell’ambito di una attività convenuta con i Comitati regionali di coordinamento. 

Sempre in tema di vigilanza tecnica, le aziende ispezionate non dovranno essere inferiori a 20000, per un totale di accertamenti per ogni ispettore di almeno 70.

Scorrendo le attribuzioni degli Uffici territoriali, spazio particolare è da riservare all’attività di prevenzione e promozione, che, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 124/04 , si deve tradurre in incontri  ( programmati almeno 500 in tutta Italia) con le Associazioni di categoria, le OO.SS. , gli Ordini professionali e comunque , i soggetti attivi sul mercato del lavoro, al fine dell’aggiornamento e dell’approfondimento delle tematiche più rilevanti in materia di tutela lavoristica.

Infine, quanto all’effettiva realizzazione della programmazione richiamata, occorre porsi il problema dell’avvento dell’Agenzia Unica della vigilanza – Ispettorato nazionale del lavoro, di imminente approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, che vedrà accorpati gli ispettori del lavoro e quelli dell’INPS e INAIL , con carattere di dipendenza funzionale.

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