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Lavorare tutti vivere meglio, lavorare meno vivere meglio

Lavorare tutti vivere meglio, slogan che rilancia nel 1984 il punto programmatico delle “35 ore” maturato nel decimo Congresso Fim Cisl nel 1981 a Pesaro. In questi 40 anni grazie a questa campagna sulla riduzione d’orario di lavoro, il mondo del lavoro si è più volte interrogato come concretizzare quell’auspico. Vi è stata anche una proposta di un disegno di legge nel 1998.

Per la Fim l’intervento legislativo doveva limitarsi a definire le azioni capaci di incentivare l’adozione della riduzione d’orario, lasciando alle parti sociali, prima attraverso la contrattazione nazionale e poi con la contrattazione aziendale, l’autonomia per l’adozione delle misure più idonee a trovare l’equilibrio tra necessità dei lavoratori di lavorare meno ore e dell’azienda nel mantenere comunque un’efficienza produttiva.

In questi ultimi anni il tema è tornato centrale nelle relazioni congressuali della Fim e in molte piattaforme per i rinnovi dei contratti aziendali di aziende metalmeccaniche. Ha mutato un po’ i connotati della proposta degli anni 80. Si è rafforzata la convinzione che la riduzione dell’orario accanto all’aumento occupazionale, debba sostenere un aumento anche della qualità della vita, che si può sintetizzare nel lavorare meno vivere meglio

Nessun intervento legislativo si è attuato, molta contrattazione si è realizzata. Il cambiamento organizzativo del lavoro che porta sempre più ad avere meno operatività diretta dei lavoratori nei processi produttivi per l’introduzione di sistemi tecnologicamente più avanzati con più automatizzazione e digitalizzazione, ha mutato i connotati del fattore tempo lavoro rispetto a quello del ‘900, misurato sempre per i risultati prodotti che sulle ore prestate.

Anche per i giovani la gestione del tempo è aspetto prioritario, al pari della retribuzione, nei colloqui di lavoro.
Riporto due “buone pratiche” recentemente concordate nei rinnovi aziendali di Electrolux nel 2022 e STMicroelectronics lo scorso 30 ottobre. Moltissime altre “buone pratiche” contrattate su proposta di delegati della Fim in questi ultimi anni potrebbero essere citate, non ultime quelle contenute nel recente accordo alla Lamborghini.
Il sostegno alla genitorialità e contrasto al gender gap e la riduzione d’orario per definite mansioni e anzianità lavorative sono i contenuti delle “buone pratiche” che riporto e che concretizzano il pensiero del “Lavorare meno, vivere meglio”.

Il caso di Electrolux prevede che per entrambi i neo genitori la maturazione del premio di risultato avvenga anche durante l’intero periodo di utilizzo del congedo di paternità. Il valore del premio, con un elemento contrattuale fortemente innovativo, potrà volontariamente essere convertito in banca ore, permettendo di fatto di allungare il periodo di congedo.
In Stmicroelectronics invece si è dato la possibilità ai lavoratori che operano a turni, con almeno 58 anni di età, di avere il diritto di richiedere 16 ore aggiuntive di Permessi Vari Retribuiti da fruire per esigenze personali. Un primo passo per definire modalità di riduzione d’orario per alleggerire le carriere lavorative degli ultimi anni di lavoro. 

Anche nell’accordo Stm si è data attenzione alla genitorialità riconoscendo un pacchetto di sostegno alla conciliazione vita lavoro con un’aggiunta ai 10 giorni di permesso retribuiti previsti per Legge ulteriori 5 giorni di congedo di paternità, un’integrazione a carico Azienda pari al 20% nel 2° e 3° mese di congedo parentale e fino a 3 giorni l’anno di permesso retribuito al 100% in caso di malattia per ogni figlio dai 0 ai 3 anni. Riconosciuti pari diritti anche ai cosiddetti “genitori sociali” a fronte della sussistenza di Unione civile legalmente in essere. 

Queste norme contrattuali definite rappresentano un inizio. La contrattazione permette di disciplinare anche tempi lavorativi, che non sempre incontrano da subito il favore della maggioranza dei lavoratori, ma portano con sé innovazione e visone sul miglioramento del benessere lavorativo che possono far maturare un approccio culturale nella vigenza contrattuale e trovare un più ampio sostegno nei rinnovi futuri. 

L’impegno della Fim è nel trattare la riduzione d’orario per aumentare il benessere lavorativo, prevedendo la rimodulazione sia collettiva delle 40 ore settimanali che individuali per sostenere periodi di cura o per “alleggerire” gli ultimi anni di lavoro per categorie omogenee anagrafiche o professionali dei lavoratori. Lavorare meno vivere meglio, non scalza lo slogan del 1984 lavorare tutti vivere meglio ma ne allarga le applicazioni, mantenendo attenzione ai contesti aziendali e alla qualità di vita delle persone. 

*Segretario nazionale FIM CISL

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