Seguici anche su Youtube

Newsletter

Lettera ai cattolici democratici

Diversi amici ed esponenti dell’area cattolica democratica hanno espresso una posizione negativa sul merito referendario, mentre altri continuano a manifestare a riguardo forti perplessità.  

Non è una novità che tra i cattolici democratici si manifestino posizioni differenziate, essendo ormai venuti meno non solo forme associative e culturali di carattere nazionale, ma anche e ancor più riferimenti comuni per affrontare i problemi della nostra epoca. Ma poiché un altro carattere di quest’area è sempre stato quello di parlare francamente, mi permetto anch’io di esprimere le mie idee a riguardo di questa posizione che non solo non condivido, ma che ritengo politicamente carente e non “adeguata” alla situazione che attraversiamo.

Ho già avuto modo di intervenire due volte sul sito dei “c3dem” in proposito, sia pure in forma indiretta: una volta per criticare la non troppo velata ipocrisia del documento dei 56 giuristi , molti dei quali dopo aver firmato un paludato e professorale scritto a partire dal giorno dopo si sono buttati con ben altro linguaggio nella campagna per il NO;  una seconda volta per segnalare una pericolosa tendenza  a passare dalla difesa della Costituzione al sostegno del “costituzionalismo”, una quasi ideologia che viene a sostituire l’orizzonte politico-ideale venuto meno.

Ma per venire al merito del referendum alcune delle critiche avanzate, singolarmente prese e con beneficio d’inventario, possono avere qualche plausibilità; non è difficile condividere l’idea che su questo o quel punto si poteva far meglio e anche che qualche costituzionalista esperto avrebbe potuto scrivere – beninteso a tavolino –  un testo migliore. Ma mi chiedo, quale delle varie proposte e critiche avanzate sarebbe passata all’esame delle Camere e con quale maggioranza? 

E’ noto il percorso difficile (durato due anni) che ha avuto questo testo in Parlamento; come è possibile criticarlo di non avere avuto un’ampia maggioranza? Si facciano i nomi delle forze politiche che avrebbero potuto essere chiamate a contribuire. Abbiamo presente le critiche piovute sul governo per l’accordo del Nazareno, che aveva appunto lo scopo di allargare all’opposizione la partecipazione alle riforme costituzionali?

Infine, se le posizioni contrarie sono legittime, non mi sembra però che le proposte di modifica siano tali da stravolgere la Costituzione e pertanto giustificare una battaglia di principio, al grido “salviamo la Costituzione”. Con un giudizio un po’ più laico, nel riconoscere i grandi meriti della Costituzione e ricordando che sono passati 70 anni, forse si potrebbe fare uno sforzo per guardare avanti. E del resto l’aver realizzato un sistema di fatto quasi monocamerale a me sembra un risultato fortemente positivo, mentre sulla legge elettorale, da qualcuno collegata nel giudizio, c’è tempo per riparlarne.

La posizione ultima, chiaramente difensiva, di questi amici è una dichiarazione per così dire di neutralità politica (mi verrebbe da dire “angelica” per la sua immagine di purezza) che si esprime così: noi parliamo solo di Costituzione, non abbiamo nulla contro il Governo e mettiamo da parte gli altri problemi politici. E’ difficile pensare che persone use alla politica da anni possano esprimere un pensiero così irrealistico.

Non stiamo parlando di un documento di studio da discutere accademicamente in un’aula universitaria, ma di una proposta di riforma costituzionale che sarà fra breve sottoposta a referendum, vale a dire uno degli atti più politici che possa interessare un paese, dato che tutti i cittadini saranno chiamati ad esprimersi. Non è in discussione questo o quell’articolo imperfetto, ma si vota sì o no; e dalla parte del NO vota compatta tutta la destra non perché abbia idee giuste e migliori di riforma, ma solo e esclusivamente contro il governo. Dunque il NO esprimerà in modo prevalente un voto politico contro il governo.

Se dei cattolici democratici ritengono di votare NO per quello che si potrebbe chiamare un’obiezione di coscienza, allora penso che si dovrebbe levare un’altra obiezione di coscienza, di gran lunga superiore, quella di votare insieme alla destra. Personalmente mai e poi mai voterei con la destra contro un governo e un partito di centro sinistra, quando l’unico scopo della destra è far cadere il governo o comunque metterlo in seria difficoltà. Qui il mio dissenso è totale; con la destra io non voto.

Chi non vede che i grandi problemi del paese sono altri; le difficoltà persistenti della ripresa economica, la disoccupazione e la mancanza di lavoro, la finanza e le borse sempre fuori controllo, le migrazioni straniere continue e che ci vedono soli nell’affrontarle, l’Europa che non riesce a svolgere una politica all’altezza dei problemi.  Avere un governo stabile e sicuro è la condizione prima per poter assumere iniziative adeguate. Già l’Europa e i mercati sono inquieti per un possibile risultato negativo del referendum. Possibile che la Brexit non insegni e come non vedere che anche in Germania cresce il populismo di destra e che le prossime elezioni in Francia e in USA si presentano a rischio?

Dunque a mio parere i cattolici democratici invece di assumere posizioni di rottura dovrebbero impegnarsi a sostegno del governo di centro sinistra e nell’ambito del PD svolgere un ruolo costruttivo, di cucitura e di mediazione, per conciliare e superare le attuali divisioni e avanzare prospettive unitarie per il futuro.

A me sembra invece che dietro le scelte per il NO stiano posizioni di ostilità al Governo e a Renzi, che spesso prevalgono rispetto alla questione referendaria; mentre alle questioni di “antipatia” occorrerebbe far prevalere la razionalità politica e il bene del paese. Altrimenti c’ è il rischio del manifestarsi di posizioni di rivalsa, in assenza di una qualunque prospettiva politica alternativa. Come diceva Platone “è più difficile cambiare la musica di un paese che la sua Costituzione”, intendendo per musica la sua cultura e la sua coscienza civile.

 

* Sandro Antoniazzi   Presidente della Commissione “Iustiztia e Pax” della Diocesi di Milano                                                                         

 

Condividi su:

Scarica PDF:

image_pdf
Cerca

Altri post

Iscriviti alla newsletter

E ricevi gli aggiornamenti periodici

NEWSLETTER NUOVI LAVORI – DIRETTORE RESPONSABILE: PierLuigi Mele – COMITATO DI REDAZIONE: Maurizio BENETTI, Cecilia BRIGHI, Giuseppantonio CELA, Mario CONCLAVE, Luigi DELLE CAVE, Andrea GANDINI, Erika HANKO, Marino LIZZA, Vittorio MARTONE, Pier Luigi MELE, Raffaele MORESE, Gabriele OLINI, Antonio TURSILLI – Lucia VALENTE – Manlio VENDITTELLI – EDITORE: Associazione Nuovi Lavori – PERIODICO QUINDICINALE, registrazione del Tribunale di Roma n.228 del 16.06.2008

Iscriviti alla newsletter di nuovi lavori

E ricevi gli aggiornamenti periodici