Il 10 maggio scorso è stato approvato in Senato, con 158 sì, 9 no e 45 astenuti il ddl 2233 collegato alla riforma del lavoro, con interventi in materia di lavoro autonomo non imprenditoriale e allo Smart Working: il testo ora è legge con l’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Bisogna innanzitutto segnalare che sono oltre due milioni le Partite Iva e i collaboratori che potranno beneficiare del cosiddetto Jobs Act degli autonomi. Il Ddl 2233 introduce una serie di riconoscimenti a questa grande fetta di lavoratori che, in alcuni casi, più che liberi professionisti (spesso non sono iscritti ad alcun albo) sono semplicemente persone senza diritti.
Bisogna innanzitutto partire da una considerazione per valutare i contenuti del testo: il lavoro autonomo in Italia non è tutto uguale ma ha diverse sfaccettature (collaboratore, libero professionista, lavoratore della rete, ecc….). Per questo nell’esprimere un giudizio complesivo proveremo ad analizzare per punti gli elementi più rilevanti della norma:
• Indennità di malattia. Viene incrementata la platea dei beneficiari anche comprendendo soggetti che abbiano superato il limite del 70% del massimale e prevedendo, eventualmente, l’esclusione dal beneficio per gli eventi di durata inferiore a 3 giorni.
• Congedo parentale e maternità. Per gli iscritti alla Gestione Separata dell’Inps sale da 3 a 6 mesi il periodo di congedo parentale di cui usufruire entro i primi tre anni di vita del bambino. Viene inserito un tetto massimo di 6 mesi di congedo complessivamente fruibile dai genitori (anche se fruiti in altra gestione o cassa di previdenza). Durante la maternità si avrà la possibilità di ricevere l’indennità pur continuando a lavorare (non scatta l’astensione obbligatoria). Inoltre si stabilisce che il rapporto di lavoro non si estingue in caso di gravidanza, malattia e infortunio per chi presta la propria attività in via continuativa per il committente.
• Indennità di disoccupazione. Dal primo luglio verrà riconosciuta in via permanente l’indennità di disoccupazione (chiamata Dis-coll) ai collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto (con esclusione degli amministratori e dei sindaci) iscritti in via esclusiva alla relativa gestione separata, non pensionati e privi di partita Iva. La Dis coll viene estesa agli assegnisti e ai dottorandi di ricerca con borsa di studio.
• Spese per la formazione deducibili. Per i professionisti arriva la piena deducibilità, nei limiti di 10 mila euro, delle spese di iscrizione a master e corsi di formazione o aggiornamento professionale, convegni e Congressi oltre a tutte le altre spese relative, quali soggiorno e viaggio. Il tetto di deducibilità scende a 5mila euro per le spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, ricerca e sostegno alla auto imprenditorialità, formazione o riqualificazione professionale mirate a sbocchi occupazionali effettivamente esistenti erogati dai centri per l’impiego e dagli organismi accreditati. Prevista la piena deducibilità degli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro autonomo fornita da forme assicurative o di solidarietà.
• Tavolo di confronto sul lavoro autonomo. Viene istituito un tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo, composto da rappresentanti designati dal Ministero del lavoro, dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro e dalle associazioni di settore comparativamente più rappresentative a livello nazionale, con il compito di formulare proposte e indirizzi operativi in materia di politiche del lavoro autonomo.
• Pagamenti e tutele. Si potranno scaricare fiscalmente anche gli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle prestazioni.
• Partecipazione ai bandi di gara. I lavoratori autonomi potranno partecipare agli appalti pubblici o ai bandi per l’assegnazione di incarichi individuali di consulenza o ricerca.
Come CISL e come FeLSA abbiamo seguito da vicino i lavori sulla nuova Legge, cogliendo sicuramente con interesse l’approvazione. Pur senza entrare nei dettagli della legge e limitandosi all’elenco sintetico sopra esposto, è indispensabile sottolineare alcune novità che come FeLSA abbiamo voluto, ricordando che la nostra volontà e quella della CISL era quella di regolamentare il LAVORO AUTONOMO, senza snaturarlo.
Prima di tutto la reintroduzione della forma scritta se il lavoro autonomo ha carattere continuativo; un aspetto per noi importante, visto il poco potere contrattuale che i collaboratori in mono committenza hanno sul mercato. Importante anche il riconoscimento di alcune forme di assistenza come l’introduzione dei congedi parentali, il riconoscimento per la malattia di un pagamento equiparato al ricovero ospedaliero. Importante il reinserimento del diritto alla sospensione del contratto in caso di malattia, infortunio e maternità.
Da sempre come FeLSA abbiamo ribadito il ruolo fondamentale ricoperto dalla Formazione, strumento indispensabile per affrontare i cambiamenti che operano nel mercato e nella società in maniera sempre più esplicita. Proprio per questo siamo d’accordo anche sulla valorizzazione della Formazione permettendo al lavoratore autonomo di poter dedurre i costi fino a 10mila euro. Infatti, se per tutti i lavoratori la formazione possiamo considerarla il nuovo articolo 18, possiamo dire che ancora di più deve essere necessaria nel mondo del lavoro autonomo!
Siamo inoltre felici che la dis-coll sia diventata strutturale all’interno del decreto e sia stata allargata anche ad assegnasti e ricercatori. Da quando è stata introdotta, come FeLSA non abbiamo mai smesso di far presente l’importanza di una misura di sostegno per il periodo di non lavoro e per questo vediamo riconosciuta una richiesta che da tempo sottoponiamo ai tavoli di confronto! Resta evidente che il problema dell’assenza di reddito per i liberi professionisti rimane ancora senza risposta, ma un primo passo è stato fatto.
Le cose da dire sul decreto sarebbero molte, ma voglio fare un ultimo accenno per quanto riguarda la scelta del Governo di non inserire l’astensione obbligatoria per le lavoratrici in collaborazione coordinata e continuativa in caso di maternità. Una scelta azzardata, perché se per le lavoratrici con Partita Iva libere professioniste è stata un punto migliorativo (infatti si riconosce l’assegno sia se si sceglie di lavorare che no), non possiamo e non dobbiamo dire lo stesso per le collaboratrici in mono committenza: come FeLSA abbiamo più volte sottolineato che la salute della mamma e del bambino non possono essere messe nelle mani della decisione del committente, retrocedendo su un diritto acquisito già da anni.
In ultimo, riteniamo interessante la nascita di un tavolo di confronto permanente sui temi del lavoro autonomo tra Governo, Associazioni e sindacati di rappresentanza dei lavoratori autonomi, il quale potrà cogliere le reali esigenze quotidianamente espresse da questo mondo. A tale proposito, proprio per favorire la rappresentanza delle nuove forme di lavoro autonomo, la CISL ha deciso di far nascere una realtà associativa specifica che possa interessare il variegato e articolato mondo dei lavoratori autonomi e Freelance. Per questo la CISL ha costituito VIVACE, la community dei lavoratori indipendenti (www.vivaceonline.it), con lo scopo di dare servizi, tutele e rappresentanza proprio a quella parte di destinatari del Jobs Act dei lavoratori Autonomi.
(*) Segretario Generale FeLSA CISL