Si può cercare di capire cos’è successo ai venti milioni di famiglie italiane, durante questi lunghi anni di crisi? A tal fine dovremmo esaminare alcuni indicatori quali il reddito, la ricchezza, il risparmio, la povertà delle famiglie.
Ci vengono in aiuto gli studi della Banca d’Italia e, in particolare le indagini sui bilanci e sulla ricchezza delle famiglie. Abbiamo esaminato i dati per il periodo dal 2007, anno di avvio della crisi finanziaria mondiale, fino al 2012 che per il momento è l’ultimo anno disponibile.
Nei dati che di seguito vengono riportati c’è, anno dopo anno, la rappresentazione della ricchezza delle famiglie e la sua composizione.
La ricchezza netta delle famiglie (1) espressa in miliardi di € è l’insieme delle cosiddette attività reali (2) come le abitazioni, terreni ecc. e delle attività finanziarie (3) rappresentate da depositi, titoli e azioni; da questo ammontare complessivo andranno detratti i debiti, come i mutui, i prestiti personali, ecc..
Vengono infine i dati sulla ricchezza abitativa delle famiglie (4) in miliardi di €, e due dati sulla distribuzione della ricchezza: il reddito medio pro capite e il reddito medio per la singola famiglia.
Anno Ricchezza netta Attività reali (2) Attività finanziarie (3)
delle famiglie (1) (%) (%)
in miliardi di €
2007 8.512 60,0 40,0
2008 8.284 69,0 41,0
2009 8.600 62,3 37,7
2010 8.640 62,2 37,8
2011 8.619 62,8 37,2
2012 8.542 61,1 38,9
Anno Ricchezza abitativa Reddito medio Reddito medio
delle famiglie (4) pro capite (€) famiglie (€)
in miliardi di €
2007 4.540 143.000 360.000
2008 4.700 138.000 348.000
2009 4.800 140.000 350.000
2010 4.950 140.000 350.000
2011 5.000 140.000 350.000
2012 4.800 143.000 357.000
La Banca d’Italia rileva i dati sulla distribuzione della ricchezza (reddito medio netto per famiglia e pro capite) dalle indagine periodiche sui bilanci delle famiglie.
E’ chiaro che questi dati rappresentano il dato medio in una situazione dove invece la ricchezza è sempre più in poche mani.
Nel 2012 i livelli medi di reddito personale di 143.000 € l’anno o famigliare di 357.000 € l’anno, devono essere messi in relazione con i milioni di individui in situazioni di povertà relativa o assoluta.
Sempre per il 2012 la Banca d’Italia infatti mette in rilievo che il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46,6% della ricchezza netta (era il 45,7% nel 2010).
La crescita della concentrazione del reddito è proseguita (l’indice di Gini era il 32,7% nel 2008, il 32,9% nel 2010 e il 33,3% nel 2012).
La percentuale di famiglie con ricchezza negativa è passata dal 2,8% nel 2010 al 4,1% nel 2012.
La serie di dati 2007 – 2012 riportati ci presenta un paese sostanzialmente fermo, con gli stessi valori da 6 anni.
Se si leggono a fondo i rapporti della Banca d’Italia emergono con chiarezza i danni provocati dalla crisi sulla nostra struttura economica produttiva e sulla condizione delle famiglie.
Per quanto riguarda il risparmio delle famiglie, da sempre elevato anche nel confronto con gli altri paesi europei, esso declina a partire dal 2008 – 2009 fino a scendere nel 2011 sotto la media dell’area euro. Analogamente tra il 2008 e il 2010 si ferma anche la crescita della ricchezza netta.
I dati negativi sul risparmio e sulla ricchezza si fanno sentire sulle famiglie a più basso reddito, sui giovani e sugli affittuari.
Aumentano le diseguaglianze e gli indicatori di povertà: nel 2010, il 9% delle famiglie italiane aveva un reddito basso, mentre la percentuale sale al 15% tra i giovani e addirittura al 26% tra gli affittuari.
Le famiglie italiane mostrano ancora una forte ricchezza nel confronto internazionale.
Nel 2009, ad esempio, la ricchezza delle famiglie è pari a 8,3 volte il reddito disponibile (8 nel Regno Unito, 7,5 nella Francia, 7 nel Giappone, 4,9 negli Stati Uniti).
Le famiglie italiane nel 2009 erano relativamente poco indebitate: il debito è l’82% del reddito disponibile, mentre Francia e Germania sono sul 100%, USA e Giappone sul 130% e Regno Unito sul 170%.
Nell’anno 2011 la ricchezza netta (a prezzi correnti) è diminuita dello 0,7% sul 2010. In termini reali la ricchezza netta si è ridotta del 3,4%. Dal 2007 al 2011 il calo è stato complessivamente del 5,8%. Nel 2012, in termini reali, la ricchezza netta si è ridotta del 2,9% rispetto al 2011.
Dal 2007 al 2012 la flessione a prezzi costanti è stata del – 9%.
Nel 2012 la ricchezza abitativa delle famiglie si è ridotta del 3,9% sul 2011 (-6% in termini reali).
Nel 2012 sono ancora aumentate le famiglie formate da un solo componente (sono il 28,3%; erano il 24,9% nel 2010, e il 16,1% nel 1991).
Tra il 2010 e il 2012 le condizioni economiche delle famiglie sono regredite, anche per l’andamento del mercato immobiliare.
Nel periodo considerato il reddito famigliare medio è diminuito del 6,9%.
Tra il 2010 e il 2012 è calato il reddito dei lavoratori indipendenti (dall’indice 144 a 138), rispetto ai dipendenti, fermi all’indice 109. L’indice dei pensionati sale da 108 a 114.
Solo la classe di età degli anziani non ha flessioni di reddito: l’indice passa da 106 a 114.
Negli ultimi venti anni il reddito degli anziani è passato dall’indice 95 a quello di 114. La posizione delle persone tra 55 e 64 anni è aumentata di 18 punti percentuali.
Il reddito cala per le classi di età più giovani:
– meno 15 punti percentuali per la classe 19 – 35anni
– meno 12 punti percentuali per la classe 35 – 44 anni.
E’ continuato il tasso di crescita della concentrazione dei redditi. La quota di poveri è risultata pari a circa il 14,1%, con punte del 24,7% nel Mezzogiorno.
Schematicamente possiamo così riassumere:
– cade nel periodo la propensione al risparmio (i dati Istat del 7 aprile u.s. ci dicono però che la propensione al risparmio risale ed è stata del 9,8% nel 2013, con un aumento di 1,4 punti rispetto al 2012);
– peggiorano le condizioni economiche e finanziarie delle famiglie che hanno minori redditi, dei giovani e degli affittuari;
– è aumentata la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza;
– nel 2010 il 9% delle famiglie avevano un reddito basso, mentre tra i giovani si arriva al 15% e al 26% per gli affittuari.