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REI, modifiche salvaguardando l’impianto

L’Osservatorio statistico dell’INPS ha fornito le elaborazioni di alcuni dati sullo stato di attuazione del Reddito di inclusione (ReI). I dati riguardano il periodo che va da gennaio al settembre 2018. Registrano quindi anche le modifiche intercorse a partire dal luglio 2018 in termini di allargamento della platea dei beneficiari e dell’ammontare del contributo

In tutto questo periodo i benefici economici sono stati erogati a 378.557 nuclei familiari. Le persone coinvolte sono 1.114.896

La maggior parte degli attuali nuclei beneficiari sono residenti nelle regioni Sud e Isole (261.167 pari al  69% dei nuclei). Le persone coinvolte in questa area geografica ammontano a 798.849, pari al 72% delle persone interessate. 

 

 

In soli due regioni, Campania (90.525 nuclei) e Sicilia (87.568 nuclei) risiedono il 47% dei nuclei beneficiari, pari a oltre il 51% delle persone coinvolte (Campania 301.530 persone, Sicilia 271.270 persone). Seguono Calabria, Lazio, Lombardia e Puglia.

 

Il numero di persone coinvolte ogni 10.000 abitanti, indicato come tasso d’inclusione, risulta nel periodo considerato a livello nazionale pari a 184; raggiunge i valori più alti nelle regioni Sicilia, Campania e Calabria (rispettivamente pari a 540, 517, 389) ed i valori minimi in Friuli Venezia Giulia ed in Trentino Alto Adige (pari in entrambi i casi a 23).  

Vengono forniti i dati dei nuclei percettori per cittadinanza, distinti tra comunitari ii ed extra comunitari. Sul totale in Italia, il 10% dei nuclei percettori di ReI risulta extracomunitario. Nelle regioni del Nord tale percentuale è del 30%. 

 

Il numero dei componenti il nucleo familiare varia in maniera significativa a partire da luglio 2018 per numero dei componenti: i nuclei monoparentali, con l’eliminazione di criteri precedenti, crescono, configurando un andamento a scalare delle percentuali in rapporto inverso al numero dei componenti.

 

Nel periodo gennaio-settembre 2018 l’importo medio mensile erogato è pari a 304.66 euro con differenze territoriali. Le regioni con importi medi più elevati sono Sicilia, Campania, Puglia con valori superiori ai 300 euro. Il più basso è quello della Val d’Aosta (238,90 euro). Complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio del beneficio più alto di quelle del Nord e del Centro. 

 

L’andamento della distribuzione mensile dei nuclei percettori di ReI, evidenzia, a fronte di un aumento del flusso dei beneficiari (colonne verdi del grafico), una diminuzione dell’importo medio mensile erogato (linea blu nel grafico): in agosto scende sotto la soglia dei 300 euro. La tendenza al decremento è collegabile all’aumento del numero dei nuclei monoparentali conseguente alle modifiche dei requisiti. L’importo medio varia sensibilmente – per come è definita la  misura – per numero dei componenti il nucleo familiare, passando da 177 euro per i nuclei monocomponenti a 433 euro per i nuclei con 6 o più componenti.

 

 

 

Vi è comunque una distanza tra l’importo medio erogato e quello massimo erogabile in virtù del numero dei componenti del nucleo (così come evidenzia il grafico seguente). 

 

 

 

La differenza media mensile tra i due importi – variabile tra 11 euro per i nuclei monocomponenti e 107 euro per quelli con 6 e più componenti – sarebbe collegata alla presenza di trattamenti assistenziali rilevanti ai fini del ReI.

 

Per il periodo gennaio-settembre 2018 sono 208 mila i nuclei con minori; rappresentano il 55% dei nuclei beneficiari e coprono il 73% delle persone interessate. 

La classe maggiore dei nuclei con minori è quella con quattro componenti, che, con 66.656 nuclei (e 266.424 persone) rappresenta il 32% del totale dei nuclei. 

 

I nuclei con disabili sono 69 mila e rappresentano il 18% dei nuclei beneficiari, coprendo il 18% delle persone interessate. La classe maggiore dei nuclei con disabili è quella con un solo componente, che rappresenta il 25% del totale.

Il report registra alcune ulteriori variazioni derivanti dall’introduzione delle modifiche del luglio 2018:

  • si allarga la platea dei nuclei familiari: sono 101.056 i nuovi nuclei familiari rispetto al periodo gennaio giugno 2018.  L’incremento maggiore è collegabile a nuclei senza il possesso dei requisiti familiari (che erano tra i criteri richiesti in precedenza);
  • varia la distribuzione dei nuclei percettori per numero di componenti: la classe maggioritaria è quella con un solo componente (precedentemente era quella con tre componenti) e rappresenta il 41% della distribuzione. 

 

 

Osservazioni

1. I dati sono il frutto dell’impegno realizzato dai servizi sociali dei comuni nell’accettazione e selezione delle domande presentate dai beneficiari e trasmesse all’INPS. Testimoniano il notevole sforzo dei comuni – organizzativo e di qualificazione – già in questa fase. Inoltre nell’acquisizione dati si è perfezionato un rapporto tra i comuni stessi e l’INPS, configurando la struttura dell’Osservatorio. E’ questo un aspetto realizzativo che non va sottovalutato, valorizzandolo all’interno del prosieguo dell’esperienza delle varie opzioni di reddito minimo.

La partenza del ReI ha momentaneamente accantonato – a fronte dei tempi necessari alla riorganizzazione dei servizi – l’altro aspetto qualificante della misura: l’attuazione della multidimensionalità degli interventi propri dei progetti personalizzati. 

Permane l’altro limite del report INPS: i dati si fermano necessariamente a settembre 2018 e quindi non sono nelle condizioni di connotare il fenomeno su una più significativa base annuale.

2. L’esperienza del ReI rispetto al crescente fenomeno della povertà assoluta presenta alcuni limiti: il ritardo nella partenza; l’insufficienza delle risorse messe a disposizione in rapporto alle dimensioni del fenomeno della povertà estrema; l’entità della misura economica messa a disposizione dei nuclei familiari. 

Il report certifica queste scelte.  Va oggi il ReI a confrontarsi con quanto si sta elaborando nella logica del Reddito di Cittadinanza (RdC). Questo, al di là di alcuni marcati profili di carattere teorico-speculativo, presenta nelle scelte concrete, fin qui esplicitate, concordanze e divergenze rispetto al ReI. 

Gli incrementi dello stanziamento economico previsto per il RdC, a partire dal 2019 sommano quanto già previso dalla Finanziaria per il ReI ad altri capitoli fino a disporre di 9 miliardi (di cui uno per la riorganizzazione dei centri per l’impiego). La stessa platea quantitativa annunciata dei destinatari a tempi brevi non è divaricante rispetto alle proposte progressive formulate per il ReI. Così le previsioni dell’ammontare economico della misura. Mancano a riguardo le normative, rinviate a dispositivi successivi, circa la qualificazione delle scelte dei beneficiari e modalità attuative. Ma alcuni orientamenti nelle componenti governative già introducono la necessità di preventiva selezione in base a condizioni familiari.

Ancora si è in tempo per evitare di cadere, come spesso succede nel nostro Paese, nella “spiazzistica”: non procedere negli interventi e cambiarne spesso i termini realizzativi. 

Questo sarebbe uno dei derivati della concezione circa l’esclusiva centratura lavoristico – professionale del RdC rispetto alla multidimensionalità dell’approccio ReI.  Si prospetterebbe così –  soprattutto nei confronti del contrasto alle povertà, assoluta o relativa –  un parallelismo tra le filiere organizzative, con ricadute negative nell’integrazione tra politiche lavoristiche e sociali.  

La consapevolezza del rafforzamento dei Centri per l’impiego pubblici è condivisa da vari anni rispetto alle stesse dinamiche del mercato del lavoro. Già sono in atto processi innovativi di riqualificazione –riorganizzazione.  Che vanno ulteriormente incrementati. (E l’obiettivo del raddoppio del personale è ancora coerente con questa prospettiva).  Anche con la collaborazione pubblico privato. L’ipotesi di caricarli di ulteriori funzioni e competenze mirate al contrasto alla povertà assoluta è improprio ovvero inopportuno. Più appropriato è renderli efficienti nella proposizione di interventi di inserimento lavorativo per quella parte di popolazione in povertà immediatamente orientabile al lavoro (rispetto ad altri profili con problematicità complessa) come da valutazione congiunta con i servizi sociali.  

La rigidità concettuale sull’esclusività del lavoro rispetto alla partenza a tempi brevi della erogazione monetaria della misura del RdC può produrre la stessa sospensione transitoria del vincolo professionale e lavoristico e la diretta erogazione del beneficio da parte dell’INPS. Con buona pace di tutte le dichiarazioni e le ipotesi operative circa la natura non assistenziale della misura. Si può procedere con indifferenza riguardo alla discontinuità nei nominalismi tra ReI e RdC. Ma più convincente nella concretezza realizzativa è introdurre modifiche negli impianti collaudati.

 

 

1

 I dati pubblicati si riferiscono al periodo gennaio-settembre dell’anno 2018, con evidenza delle domande decorrenti dal mese di luglio 2018. Si basano sulle domande trasmesse all’INPS dai comuni di residenza dei nuclei richiedenti; viene fornito il numero di nuclei beneficiari e il numero dei soggetti interessati per: regione di residenza, numero di componenti il nucleo familiare, presenza di minori nel nucleo, presenza di soggetti disabili nel nucleo e cittadinanza del richiedente. 

 

2c

 La Legge di Bilancio 2018 (art. 1, comma 192) abroga dal 1° luglio 2018 tutti i requisiti familiari (presenza di un minorenne, di una persona disabile, di una donna in gravidanza, di un disoccupato ultra 55enne). Pertanto, a partire dal 1° giugno 2018, potevano presentare domanda tutti coloro che possiedono gli altri requisiti, indipendentemente dalla composizione familiare.

 

 3 Vedi tabella 1

4

 Vedi tabella 1.

Il valore del beneficio massimo mensile è ridotto dell’importo mensile degli eventuali trattamenti assistenziali percepiti dalla famiglia nel periodo di fruizione del REI, esclusi quelli non sottoposti alla prova dei mezzi, come ad esempio l’indennità di accompagnamento.  Per come si calcola il beneficio vedi http://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/poverta-ed-esclusione-sociale/focus-on/Reddito-di-Inclusione-ReI/Documents/REI-CALCOLO-BENEFICIO.pdf

 

 Chi ha avuto modo di frequentare i servizi sociali dei comuni preposti all’accettazione delle domande del ReI, si è potuto rendere conto dello sforzo organizzativo e del carico di lavoro degli operatori. Anche a fronte di campagne di informazioni carenti e non appropriate.

 

 

 

 

 

 

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