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Passi troppo lenti verso il ReI (reddito d’inclusione)

1. Dopo il parere positivo espresso dalle Commissioni parlamentari, il 29 agosto è stato approvato dal Consiglio dei ministri, in via definitiva, il decreto legislativo di attuazione della “legge sul contrasto della povertà, il riordino delle prestazioni di natura assistenziale e il rafforzamento del sistema degli interventi e dei servizi sociali”  (legge delega, 15 marzo 2017, n. 33). Il provvedimento è in attesa di essere pubblicato in Gazzetta. Comunque saranno necessari alcuni adempimenti amministrativi del Ministero e dell’INPS, viste le procedure di attuazione.

 

2. A decorrere dal 1 gennaio 2018, viene introdotto il Reddito di inclusione (REI), quale misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.

Il REI è una misura ipotizzata per divenire a carattere universale in base ai finanziamenti del Fondo nazionale per il contrasto alla povertà, che unifica precedenti interventi.  La dotazione è di 1,7 miliardi dal 2018 che salgono a 1,845 miliardi a decorrere dal 2019. A queste si aggiungeranno le risorse del PON inclusione.  Parte delle risorse sono destinate a rafforzare i servizi territoriali.

L’accesso alla misura da parte dei beneficiari è condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato al superamento delle condizioni di disagio. 

Nella prova dei mezzi i requisiti economici previsti sono: il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’ISEE non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. Stante gli attuali stanziamenti, in prima applicazione, beneficiari ammessi al REI sono: i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni. Il REI è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa ma non con la fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.

Impostato come misura di attivazione, il REI è articolato in due componenti: – un beneficio economico erogato su dodici mensilità, con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti; – una componente di servizi alla persona identificata come ambito costitutivo del REI: la valutazione del bisogno del nucleo familiare ( situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona) finalizzata a formulare il “progetto personalizzato” multidimensionale volto al superamento della condizione di povertà.

Verso il rafforzamento dei servizi territoriali sono già stati intrapresi alcuni provvedimenti: – circa un miliardo del PON inclusione; – è stato pubblicato il primo avviso di 500 milioni di euro destinati agli ambiti territoriali; – saranno assunti presso i centri per l’impiego 600 operatori esclusivamente dedicati alla collaborazione con i servizi sociali per la progettazione personalizzata.

Il REI viene concesso per un periodo non superiore a 18 mesi; per richiederlo sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione.  Con gli attuali stanziamenti il Ministero prevede come potenziali beneficiari 500 mila nuclei familiari di cui 420 mila con minori. Le persone potenzialmente coperte dal REI sono complessivamente quasi 1,8 milioni, di cui 700 mila minori. 

Il decreto istituisce come governance multilivello la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, presieduta dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, composta da rappresentanti dei diversi dicasteri e momento di confronto e programmazione delle politiche sociali con il coinvolgimento del terzo settore, delle parti sociali e degli altri stakeholder. La Rete si articola in tavoli regionali e territoriali. Nell’immediato viene previsto un Comitato di lotta alla povertà.  Istituito l’Osservatorio sulle povertà quale gruppo di lavoro permanente, con il compito di predisporre un Rapporto biennale sulla povertà e formulate analisi e proposte in materia di contrasto alla povertà.

3. Osservazioni. 

Il cammino verso il REI, in quanto misura universale di contrasto alla povertà, è avviato. Il passo è troppo lento nei confronti della necessità di fornire risposte alla dimensione della povertà assoluta esistente in Italia. L’impianto normativo generale è condivisibile. Ma due i limiti principali: – l’entità delle risorse messe a disposizione anche nella programmazione pluriennale; lo stato della presenza e della qualificazione dei servizi territoriali. Di tutto ciò c’è larga consapevolezza. Manca la determinazione governativa alle scelte conseguenti. 

 

 

 

 

 1 Per la valutazione della proposta governativa vedi M.Conclave, Le misure di contrasto alla povertà, subito il decreto attuativo. In Newsletter Nuovi Lavori.

 

 2 Vedi grafico del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali

 3 Vedi le simulazioni effettuate dal Ministero

4 Su altri rilievi vedi M.Conclave, citato.

 

 

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